| Avana 21 dicembre 2006| J.G.Allard wwww.granma.cu

Funzionari USA complici dell’assassinio

 

del Procuratore Anderson
 


 

Caracas – Elementi terroristi di Miami e “funzionari degli Stati Uniti” hanno partecipato al complotto per assassinare il Procuratore Generale venezuelano Danilo Anderson, ha confermato l’attuale Procuratore Generale del Venezuela, Isaías Rodríguez, rispondendo alle domande del giornalista  Ernesto Villegas nel programma En Confianza del canale Venezolana de Televisión (VTV) del 19 dicembre.

 

Non è stato facile individuare gli autori intellettuali dell’assassinio, ha detto il funzionario precisando che il crimine è stato commesso nel quadro di “una cospirazione contro il Venezuela” il cui proposito era eliminare fisicamente il Presidente della Repubblica Bolivariana o il Procuratore Generale.

 

Una volta verificata l’impenetrabilità del “sistema di sicurezza del presidente Chávez” e dello stesso alto funzionario, i cospiratori hanno orientato la loro strategia contro Danilo Anderson.

 

Questa cospirazione, ha detto Rodríguez, “è stata provata attraverso il testimone Rafael García, protetto dal Tribunale Supremo di Giustizia (TSJ). García è un testimone qualificato della Procura Generale della Colombia, che ha descritto nei particolari la cospirazione attuata contro il Venezuela e chi vi ha partecipato”.

 

Un altro testimone, Giovani José Vásquez de Armas, ha assicurato mesi fa che l’ex direttore del FBI di Miami Héctor Pesquera e un funzionario della CIA hanno partecipato a una riunione nella località di Darién, a Panama, nel settembre del 2003, assieme alla giornalista Patricia Poleo, in rappresentanza del Movimento Libertà, a Salvador Romaní, vecchio estremista cubano-venezuelano oggi residente a Miami e gli altri cospiratori.

 

Nel programma televisivo di martedì, Rodríguez ha precisato: “Hanno partecipato persone del Dipartimento Amministrativo di Sicurezza (DAS) della Colombia, un gruppo di persone che vive a Miami – e che da molto tempo si oppone al presidente Chávez –, nonchè funzionari USA e ovviamente venezuelani come (la giornalista di estrema destra) Patricia Poleo e il generale Eugenio Añez Núñez”.

 

Anche se la testimonianza di Vásquez è stata poi scartata, molte delle informazioni di cui disponeva sono state confermate.

 

 

“È IN QUELLA DIREZIONE CHE BISOGNA CERCARE”

 

 

Durante l’intervista, Rodríguez ha raccontato che due mesi fa ha partecipato ad una riunione di Procuratori Generali in Cile quando i suoi colleghi lo hanno interrogato sull’assassinio di Danilo Anderson.

 

“Uno dei Procuratori Generali mi ha rivolto domande sugli autori intellettuali. Prima che io rispondessi, un altro mi ha detto davanti ai Procuratori Generali di Cile, Spagna e Paraguay: ‘Non cercarli in Venezuela, cercali alla Casa Bianca’. Lo ha detto un Procuratore Generale”.

 

“Questo aneddoto ha una grande importanza – ha aggiunto Rodríguez – perchè è in quella direzione che bisogna cercare...”

 

Il Procuratore Generale Danilo Anderson è morto a Caracas il 18 novembre 2004, quando la sua macchina è stata distrutta da una bomba fatta con esplosivo C-4 e una potente magnetite, un tipo di ordigno utilizzato in numerose occasioni da terroristi cubano-americani.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CASO ANDERSON

 

Gli Stati Uniti proteggono alcuni

 

dei terroristi implicati

 

• Ancora una volta il governo di Bush applica la sua politica di patrocinio del terrorismo "Made in USA", mentre mantiene reclusi con condanne che arrivano addirittura all’ergastolo i Cinque cubani che a Miami salvaguardavano anche la vita dei cittadini dell'Unione

J.G.Allard - 11 gennaio 2006

 


Le più alte autorità nordamericane stanno per rimettere in libertà due degli accusati dell'assassinio dell'avvocato Danilo Anderson, oltre a proteggere un altro sospettato e mantengono il più ermetico silenzio sulla complicità denunciata di un ex capo dell' FBI di Miami e di un agente della CIA nel complotto.

 

Un articolo del quotidiano di Caracas El Universal intitolato "Il processo dell'anno non ha permesso di legare i fili sciolti: con i Guevara non finisce tutto", firmato dal giornalista Edgar López, ha denunciato come, dopo 22 udienze e la condanna di tre autori materiali dell'attentato terrorista, resta sempre da precisare la partecipazione degli ex poliziotti Johan Peña e Pedro Lander, rifugiati a Miami.

 

Il 20 settembre scorso, il giudice venezuelano Luis Cabrera ha condannato Juan Bautista, Otoniel e Rolando Guevara rispettivamente a 30, 27 anni e 9 mesi di prigione come autori materiali dell’omicidio del procuratore Anderson, avvenuto a Caracas il 18 novembre 2004. Quel giorno la macchina del funzionario è stata distrutta da una bomba fatta con esplosivi C-4 collegati ad una potente calamita, l’ordigno favorito dei terroristi cubano americani.

 

Secondo il principale testimone del Governo del Venezuela nell’indagine del crimine, il colombiano Giovanni José Vásquez de Armas, l’ex capo del FBI di Miami, Héctor Pesquera, era presente in una riunione a Panama nella quale è stato proposto l’assassinio dell’alto funzionario venezuelano.

 

È stato Pesquera ad orientare, organizzare e a realizzare l’arresto dei Cinque cubani infiltratisi tra i gruppi terroristici cubano americani e li ha trasformati in spie in uno show mediatico nel 1998. Ha partecipato al crimine anche José Guevara, liberato da Pesquera nel 2001 dopo il suo arresto per sequestro e truffa.

 

 

"RIMANERE A MIAMI SENZA IL MINIMO INCONVENIENTE"

 

 

El Universal rivela come nei documenti depositati dalla Procura il 13 gennaio 2005 presso il Tribunale 34 di Controllo di Caracas, è stato spiegato che l’indagine della polizia sul caso aveva dimostrato che "da molto tempo" i cittadini Juan Carlos Sánchez, Antonio López, Juan Bautista Guevara Rodríguez, Rolando Jesús Guevara Pérez, Otoniel José Guevara, Johan Humberto Peña, Pedro Vladimir Lander e Elizabeth Plaza de Zurilla hanno cominciato a riunirsi allo scopo di pianificare l’attentato contro il procuratore Danilo Baltasar Anderson".

Juan Carlos Sánchez e Antonio López sono morti negli scontri con la polizia dopo il crimine, ricorda il quotidiano.

 

"Peña e Lander sono entrati legalmente negli Stati Uniti e rimangono a Miami senza il minimo inconveniente. Ad esempio, il 30 settembre scorso, Johan Peña è stato l’invitato speciale del programma A Mano Limpia, condotto da Oscar Haza e trasmesso dal Canale 41 America TV di Miami. In quell’occasione si è presentato come pilota commerciale laureatosi negli USA, ex commissario della DISIP, collaboratore della DEA e specialista in operazioni segrete per la lotta al narcotraffico".

 

Dopo aver formulato tutta una serie di accuse strampalate contro il Governo venezuelano – compresa una supposta presenza di membri di Al-Qaeda in Venezuela – il presunto complice dell’assassinio terroristico del procuratore Anderson, denunciato dalla Procura nel caso, è sparito. "Peña ha abbandonato gli studi del canale televisivo senza che fuori lo aspettasse nessuna squadra della polizia per arrestarlo" scrive il giornalista di El Universal.

 

La presenza di Johan Peña nello stesso luogo dell’assassinio di Anderson, ore prima del crimine, è stata confermata da vari testimoni.

 

Anche Pedro Lander, formatosi anni fa nella DISIP, è rifugiato impunemente a Miami. È stato lui a confezionare la bomba assassina.

 

Il quotidiano segnala che si è recentemente svolto un incontro tra il procuratore generale del Venezuela, Isaias Rodríguez e l’ambasciatore nordamericano William Brownfield "per attivare un accordo di cooperazione in materia Penale che permetta di sottomettere alla giustizia venezuelana Peña e Lander".

 

Finora l’incontro non ha dato risultati concreti.

 

Ribadendo recentemente che la cospirazione aveva lo scopo di uccidere il Procuratore Generale e il Presidente della Repubblica e che la CIA vi ha partecipato al punto di aver raccomandato il modo in cui è stato poi realizzato l’assassinio, il procuratore Rodríguez ha aggiunto che gli esplosivi sono stati forniti dal gruppo paramilitare Autodifese Unite della Colombia (AUC).

 

Intanto, segnala il quotidiano, il Ministero Pubblico "continua a dare il maggior credito e protezione possibili" al colombiano Giovanni José Vásquez de Armas che "ha percepito attraverso tutti i suoi sensi lo sviluppo del crimine".

 

Vásquez, che afferma di essersi legato ai cospiratori del caso Anderson mentre agiva come infiltrato dei Servizi Segreti colombiani nel Blocco Nord delle AUC, assicura che a una riunione tenutasi a Panama nel settembre 2003, hanno partecipato l’ex capo del FBI a Miami, Héctor Pesquera, "un altro della CIA di cognome Morrison" e l’ex capitano Luis García, "che rappresentava il Commando F-4", un gruppo terrorista cubano-americano di Miami tollerato dal FBI.

 

Poco prima della sua morte, il Procuratore assassinato aveva citato a dichiarare circa 400 persone che hanno appoggiato il colpo di Stato capeggiato dall’imprenditore Pedro Carmona, adesso rifugiatosi in Colombia.

 

Il 23 giugno 2001 gli uomini di Héctor Pesquera, già noto per la sua complicità con la mafia cubano americana di Miami, arrestarono in un centro commerciale di quella città José Guevara, cugino di "Otoniel" Guevara, che tentava allora di recuperare milioni di dollari ricattando l’ex capo dei Servizi Segreti peruviani, Vladimiro Montesinos, sequestrato a Caracas.

 

Per ragioni ancora non chiare Pesquera non solo ha rilasciato in libertà Guevara senza averlo accusato di estorsione, ma gli ha anche conferito lo status di testimone del crimine, cosa che gli ha permesso di restare negli USA.

 

Stando alla stampa venezuelana, 600.000 dollari, cioè la metà dei 1.2 milioni di dollari che gli autori intellettuali dell’assassinio del Procuratore Danilo Anderson hanno dato a José Guevara a Miami per l’esecuzione dell’attentato terrorista avvenuto a Caracas, sono rimasti nelle mani di questo ex poliziotto dei Servizi Segreti venezuelani.

 

L’anche ex poliziotto Rolando Guevara aveva già ricevuto per questo crimine l’altra metà dei soldi.

 

Personalmente legato a capi terroristici di Miami tali come José Basulto e Horacio García, Héctor Pesquera conosce ogni particolare delle cospirazioni contro Cuba e contro il Venezuela che sono state sviluppate nella metropoli della Florida mentre vi dirigeva la polizia federale.

 

 

I TERRORISTI LIBERI E GLI ANTITERRORISTI PRIGIONIERI

 

 

Mentre proteggono tre degli accusati dell’assassinio del procuratore Anderson e di aver taciuto sulla complicità dell’ex capo del FBI di Miami e di un agente della CIA nel complotto, le autorità nordamericane mantengono incarcerati cinque cubani arrestati da Pesquera mentre s’infiltravano negli stessi circoli terroristi coinvolti in questo caso.

 

La protezione ufficiale concessa a Peña, Lander, Guevara, Pesquera e a un agente della CIA legato al crimine dimostra chiaramente la partecipazione delle più alte autorità nordamericane alle attività terroristiche contro altri paesi. E mostra anche il carattere criminale dell’arresto di questi cinque cubani, la cui missione era quella di affrontare i piani terroristici sviluppati nel territorio nordamericano contro la loro patria.

 

 

LEGATI A POSADA E A BOSCH

 

 

I vincoli tra terroristi venezuelani e cubano americani nel caso Anderson appaiono a destra e a manca e si estendono fino ai circoli delle conoscenze di Luis Posada Carriles.

 

Lo dimostra il caso di Thaís Elizabeth Plaza de ZurillaMezerhan e Poleo, menzionata nell’elenco dei sospettati. Questa complice dell’assassinio è la moglie di Jesús Zurilla, pilota dell’imprenditore Nélson Mezerhane, denunciato dal testimone chiave della Procura, Giovanni Vásquez, come uno dei presenti alle riunioni dove è stato pianificato l’attentato contro Anderson.

 

Il nome di Nélson Mezerhane appare nel rapporto dell’indagine della polizia insieme a quelli dei suoi soci: l’ex generale venezuelano Eugenio Añez Núñez e Salvador Romaní.

 

Quest’ultimo personaggio è un avvocato venezuelano di origine cubana, amico personale dei terroristi internazionali Orlando Bosch e Luis Posada Carriles.

 

È stato Romaní ad assediare l’Ambasciata cubana a Caracas insieme a Ricardo Koesling, anche lui d’origine cubana, durante il colpo di Stato contro il presidente Chávez nei giorni 11 e 12 aprile del 2002.

 

È stato implicato assieme a Koesling anche nel tentativo di assassinio del presidente venezuelano scoperto nel 2004 con l’arresto di paramilitari nella fattoria Daktari, proprietà di Roberto Alonso, un altro emigrato cubano, cittadino venezuelano e statunitense, legato alla mafia di Miami.