Per decisione del presidente George W. Bush, il terrorista
Luis Posada Carriles non pagherà per i suoi
crimini, tanto effimeri come quelli che abbatterono le Torri Gemelle di New
York, quale ricompensa ai suoi "servizi prestati" alla CIA e per la fobia della
Casa Bianca contro la Rivoluzione cubana.
Washington erige prigioni internazionali,
perfino segrete, rinnega accordi internazionali per giudicare senza garanzie
processuali i suoi prigionieri della guerra antiterrorista, ma, al contempo, dà
rifugio a noti assassini di diplomatici ed altri rappresentanti o cittadini di
Cuba e terze nazioni.
Orlando Bosch, Pedro Remón,
Guillermo Novo Sampoll, Gaspar Jiménez Escobedo e Posada, tra altri, hanno le
mani macchiate di sangue senza che la giustizia nordamericana, e tanto meno
l'attuale amministrazione, li portino sul banco degli accusati per tali crimini
di lesa umanità.
Rimangono così impuniti gli assassini di
Sergio
Pérez Castillo, funzionario cubano che perse la vita nell'esplosione che
distrusse, il 3 aprile 1972, il piano 12 dell'edificio degli uffici della
Missione Commerciale dell'Isola a Montreal.
Non fu l'unica vittima. Un documento dell'FBI, emesso il 16 agosto 1978, cita:
"Nel giugno 1974 (Orlando) Bosch ammise avere inviato pacchi bomba alle
ambasciate di Cuba a Lima, Perù; Madrid, Spagna; Ottawa, Canada e Buenos Aires,
Argentina".
Il 9 agosto 1976
sequestrarono, torturarono e fecero sparire Jesús
Cejas
Arias e Crescencio Galañena Hernández, accreditati all'Ambasciata di Cuba a
Buenos Aires. Erano i tempi della criminale organizzazione chiamata (CORU),
fondata da Bosch, Carriles ed altri complici che, proprio quell'anno, eseguirono
decine di azioni terroristiche contro entità cubane e di altri paesi
latinoamericani ed europei che mantenevano relazioni con Cuba.
Non per caso quelli furono i mesi in cui Bush padre era impegnato come capo
dell'Agenzia Centrale di Intelligence. Lo stesso Bush che ricevette il compito
dalla CIA di reclutare, per il terrorismo contro Cuba, i Posada, Bosch ed il
resto della fauna.
La stessa epoca dell'Operazione Condor, della quale avevano conoscenza le
agenzie nordamericane come l'FBI, il cui rappresentante in Argentina, proprio
nel 1976, informava che la giunta fascista cilena manteneva una "relazione
speciale" coi gruppi controrivoluzionari cubani, che includeva missioni
congiunte di assassinio.
Altro 11 Settembre
L'11 settembre 1980, 21 anni prima del crollo delle Torri Gemelle,
Pedro
Remón
chiamava i mezzi informati di New York per rivendicare la responsabilità
dell'assassinio, a nome di Omega 7,
di Félix García Rodríguez, ataché nella Missione di Cuba davanti alle Nazioni
Unite.
Eduardo Arocena, Andrés García ed Eduardo Losada Fernández completavano il
gruppo assassino. La pistola mitragliatrice Mac 10, con la quale ammazzarono
Félix, fu la stessa che usò Remón, nel marzo 1979, per assassinare l'emigrato
cubano José Negrín Santos, di fronte a suo figlio di 12 anni, in New Jersey.
L'ondata di attentati che seguì alla
formazione
del CORU falciò la vita della diplomatica Adriana Corcho Callejas ed Efrén
Monteagudo Rodríguez, dilaniati nell'esplosione di una bomba, il 22 aprile 1976,
nell'ambasciata cubana a Lisbona.
Due mesi dopo, a Merida, Yucatan, cadeva il tecnico della pesca Artaigán Díaz,
che due giorni dopo sarebbe rientrato a casa, dove l'aspettavano
sua moglie e tre bambini.
Gaspar Jiménez Escobedo,
uno di quelli che spararono a Diaz, componeva il gruppo, comandato da Posada
Carriles, che fu arrestato a Panama, nel novembre 2000, quando si disponeva a
fare esplodere esplosivo C-4 per assassinare Fidel.
"L'autobus coi cani é caduto". Con questa frase il mercenario Hernán Ricardo
inviava a Posada Carriles ed Orlando Bosch la conferma che l'aeroplano della
Cubana di Aviazione era stato abbattuto di fronte alle Barbados, con 73 persone
a bordo, quel fatidico ottobre 1976.
Per Guillermo Novo Sampoll: "quando muoiono piloti cubani, diplomatici o membri
delle loro famiglie a me non mi causa pena, la morte di queste persone mi
rallegra sempre". La sua confessione sembra meritoria per chi lo protegge negli
Stati Uniti.
Quel discorso di W. Bush che chi accolga, dia rifugio o collabori con terroristi
deve essere trattato come tale, non classifica il terrorismo anticubano, "buono"
agli occhi della Casa Bianca.
Per ciò risulta oggi più cinica questa altra dichiarazione:
"... è assurdo il tentativo di Cuba di descrivere agli Stati Uniti come
difensore del terrorismo internazionale e come protettore di terroristi". La
frase è dell'ambasciatore Perkins, conclamata al Consiglio di Sicurezza
dell'ONU, ai tempi della presidenza di George Bush padre, che già allora aveva
dato protezione ad Orlando Bosch, come ora lo fa George W. Bush con Posada
Carriles. I due boia del crimine delle Barbados sono liberi, seguendo la
tradizione familiare.
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