L’espulsione
dell’ambasciatore USA
approvata dalle organizzazioni sociali
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Le organizzazioni sociali della Bolivia approvano la decisione del presidente, Evo Morales, di dichiarare “persona non gradita” l'ambasciatore degli Stati Uniti a La Paz, Philip Goldberg, considerato responsabile di cospirazione contro il governo boliviano.
In un incontro nel Palazzo Quemado per presentare un nuovo programma, Morales ha spiegato i vincoli del diplomatico e della missione che questi dirige, con i tumulti avvenuti nelle regioni di Santa Cruz, Tarija, Pando, Beni e Chuquisaca, le cui autorità si oppongono al processo di cambio.
Il presidente ha dato istruzioni al ministro degli Affari Esteri e Culti, David Choquehuanca, perchè realizzi la documentazione per l'uscita di Goldberg dalla Bolivia, dato che costui è accusato di finanziare dei gruppi che organizzano azioni violente nel paese.
“L'ambasciatore degli Stati Uniti cospira contro la democrazia per far sì che la Bolivia si divida”, ha sottolineato Evo.
In ripetute occasioni, il governo boliviano ha presentato prove che associano le manovre sovversive alla missione di Washington a La Paz con l'Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID) ed ha denunciato anche le riunioni segrete di Goldberg con le autorità all’opposizione, le più recenti con i prefetti Savina Cuellar (Chuquisaca) e Ruben Costas (Santa Cruz).
“Goldberg, ha detto il capo dello Stato, è un esperto nel dividere i paesi”, alludendo alle precedenti missioni in Kossovo e nella ex Jugoslavia.
Sottolineando l'occupazione ed il saccheggio delle istituzioni pubbliche e ricordando gli attacchi dei gruppi estremisti vincolati ai comitati civici ed alle prefetture dei cinque territori all’opposizione, Morales ha reiterato che si tratta di un colpo di Stato civile, con conseguenze negative per l'economia nazionale ed ha denunciato inoltre che i dirigenti territoriali come quello di Santa Cruz, Ruben Costas ed il ricco imprenditore Branko Marinkovic, che non accettano di dialogare con il Governo, istigano alla violenza e spingono ad usurpare l'amministrazione di questi territori, cioè a commettere azioni illegali.
Evo Morales ha affermato che in Bolivia ora è in gioco la scelta di uno dei modelli di Stato e di sviluppo: quello scelto dal popolo, con la nazionalizzazione delle risorse naturali, o quello scelto dal neoliberismo, che stimola la privatizzazione ed ha sottolineato la coscienza del popolo boliviano e il consenso dato a una vera Rivoluzione democratica e culturale.
Il Governo ha annunciato che rafforzerà l misure di sicurezza agli impianti energetici di fronte alla scalata degli attentati contro queste installazioni.
Il ministro alla Presidenza, Juan Ramon Quintana, ha detto che la decisione è avvenuta dopo l'attacco terroristico perpetrato contro un gasdotto nella località di Villamontes, nel dipartimento meridionale di Tarija.
Questo sabotaggio, secondo le fonti della statale Giacimenti Petroliferi Pubblici Boliviani (YPFB), danneggia le spedizioni di gas naturale al Brasile, che forniscono entrate per almeno otto milioni di dollari al giorno.
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Evo Morales
ordina l’espulsione dell’
ambasciatore
statunitense in Bolivia
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La
Paz, settembre 10 — La Reuters informa che il presidente della Bolivia, Evo
Morales, ha affermato di aver ordinato l'espulsione dell’Ambasciatore
statunitense, Philip Goldberg, accusandolo di sostenere l'opposizione
conservatrice e di fomentare la divisione nel paese sudamericano.
Durante una conferenza stampa, il ministro della Presidenza, Juan Ramón Quintana, ha avvisato che la nazione è “alla soglia di un golpe atipico contro l’ordine istituzionale, che è in marcia dalle prefetture oppositrici ed i comitati civici, e nel quale non c’è bisogno di carri armati”.
Quintana ha annunciato che il Governo ha disposto “una maggior copertura, una maggior presenza delle unità militari”, per salvaguardare gli impianti di raffinamento e pompaggio degli idrocarburi, nel sudest del paese, isolato dai blocchi stradali.
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