Deve essere il popolo, con il suo Partito

nell'avanguardia, quello che deciderà

Discorso pronunciato dal Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, nel Terzo Periodo Ordinario di Sessioni della VII Legislatura dell’Assemblea Nazionale del Poder Popular, nel Palazzo delle Convenzioni, il 1º agosto del 2009, «Anno del 50º anniversario del trionfo della Rivoluzione»

 

 

Compagne e compagni,

 FOTO: JUVENAL BALÁN

Abbiamo avuto giorni d’intenso lavoro.  Il 26 luglio, a Holguín, ho spiegato che il mio sarebbe un discorso molto breve, considerando che durante la settimana ci sarebbero delle riunioni dove si dibatterebbero a profondità questioni più complesse.

 

Il giorno 29, è stato consacrato interamente al VII Plenum del Comitato Centrale del Partito, con il suo Ufficio Politico e la sua Segreteria, al quale hanno partecipato, inoltre, come invitati, i membri del Consiglio di Stato e del Consiglio dei Ministri, in altre parole, i principali dirigenti del Partito, lo Stato, il Governo ed i quadri delle organizzazioni di masse, in rappresentazione della società.  Più avanti mi riferirò ad alcune questioni affrontate al Plenum, benché ieri si è pubblicata una breve informazione sulla nostra stampa.

 

Ugualmente, il giorno successivo si è tenuta la riunione ordinaria del Consiglio dei Ministri, dove è stato approvato il secondo aggiustamento delle spese dell’anno in corso e degli accordi per affrontare la tesa situazione finanziaria che vive la nostra economia.

 

Durante la settimana si sono tenute anche le commissioni dell'Assemblea Nazionale, nelle quali i deputati hanno ricevuto una dettagliata informazione e hanno dibattuto circa l'adempimento in tutte le sfere di lavoro del Paese.  Oggi, in questa sessione plenaria altre questioni importanti sono state analizzate e decise.  Sono state approvate le leggi del Sistema Nazionale di Musei e del Controllore Generale della Repubblica, il che è stato preceduto da un ampio processo di divulgazione, analisi e consolidamento delle svariate opinioni a tutti i livelli.

 

La prima, la Legge del Sistema Nazionale di Musei, è uno strumento indispensabile per la conservazione del nostro patrimonio storico e culturale per le attuali e future generazioni.

 

D’altra parte, con la Legge del Controllore Generale della Repubblica si crea un organo statale in sostituzione dell'attuale ministero d’Auditing e Controllo, allo scopo d’ausiliare l'Assemblea Nazionale ed il Consiglio di Stato nel compimento del mandato costituzionale d’esercitare il controllo su tutti gli organismi dello Stato e del Governo.

 

Questa istituzione svolgerà un ruolo essenziale nell'elevazione dell'ordine, la disciplina economica, il controllo interno ed il confronto risoluto di qualunque manifestazione di corruzione, così come delle cause e condizioni che possono favorire la negligenza e la criminalità in un qualunque dirigente e funzionario.

 

Contribuirà alla depurazione di responsabilità amministrative e penali, sia degli attori diretti dei delitti che dei collaterali che sono, questi ultimi, come definisce la Legge, i quadri, dirigenti o funzionari amministrativi che per mancata d’esigenza, condotta negligente o inosservanza dei controlli stabiliti favoriscono le violazioni della disciplina o non ne fanno fronte o non ne informano immediatamente.

 

L'Assemblea ha appena scelto come Controllore Generale la deputata Gladys Bejerano Portela, che riceverà tutto il mio appoggio nel compimento delle sue funzioni e soprattutto le esigerò che lo faccia perfettamente.  Ugualmente, saremo attenti, sia il Partito che il Governo, perché agiscano con lo stesso impegno i dirigenti in altre istanze.

 

Sono sempre questioni essenziali, più ancora nei momenti che viviamo.

 

Nella passata sessione dell'Assemblea tenutasi nel mese di dicembre, ho avvertito che l'anno 2009 rappresentava una difficile sfida per i cubani, dopo le perdite e danni subiti, pari a 10000 milioni di dollari, a causa dei tre devastatori uragani.  Il primo, Gustav, ha cominciato a danneggiarci il 30 agosto ed il terzo, Palma, ha causato danni fino al 9 novembre.  Cioè che in appena 72 giorni si è perduto circa 20% del Prodotto Interno Lordo, il noto PIL.  A ciò si aggiungeva l'incertezza che presupponeva la crisi economica e finanziere mondiale, ed i suoi inevitabili impatti sulla nostra economia.

 

Allora pensavamo di crescere un 6%, già in aprile, quando siamo stati costretti di fare il primo aggiustamento del piano, abbiamo abbassato la nostra aspettativa al 2,5% ed abbiamo constatato che nel primo semestre, la crescita del PIL è stato del 0,8%.  Ciononostante, calcoliamo che finiremo l'anno con un 1,7% circa.

 

Le nostre esportazioni sono diminuite notevolmente a causa della caduta dei prezzi.  Il nichel, per esempio, da una media di 21100 dollari la tonnellata l’anno scorso, si è venduto come media a 11700 nel primo semestre.  Nei primi mesi dell'anno è stato anche inferiore ed abbiamo pensato alla chiusura temporanea di alcuni impianti di nichel.

 

Il turismo affronta il paradosso che nonostante avere ricevuto finora un 2,9% più di visitatori, le entrate diminuiscono per il deterioramento del  cambio delle principali monete contro il dollaro statunitense.  In parole povere, più turisti e meno entrate.

 

E' anche diminuito, soprattutto, il valore delle nostre importazioni, favorendo un bilancio commerciale quasi equilibrato, ma l'effetto accumulato d’impegni contratti in precedenza, così come la difficoltà supplementare per accedere a fonti di finanziamento, hanno complicato ancora di più la situazione finanziaria del Paese.

 

Nonostante la ferma volontà d’onorare ogni obbligo contratto, siamo stati costretti a rinegoziare debiti, pagamenti ed altri impegni  nei confronti di enti straniere, qualcosa che è abbastanza comune nel mondo in questi giorni.  In linea di massima, abbiamo trovato comprensione e fiducia da parte dei nostri partner ai quali ratifichiamo oggi il riconoscimento e la sicurezza nel compimento degli accordi conclusi.

 

Al tempo stesso, nuovi procedimenti sono stati messi in atto di recente per agevolare le transazioni con l'estero, quello che implica ugualmente elevare la disciplina ed il controllo in questa materia.

 

Siamo stati conseguenti con la necessità di aggiustare le spese secondo  le entrate.  Non sono economista e non mi è spettato neppure negli anni di Rivoluzione dedicarmi ai dettagli dello sviluppo dell'economia, ma parto della logica che, come ho già detto nella passata sessione del Parlamento, nessuno, né un individuo né un Paese, può spendere indefinitamente più di quello che riceve.  Due più due fanno sempre quattro, mai cinque.  Oggi aggiungo, come ho detto tre giorni fa nel Plenum del Comitato Centrale, che nelle condizioni del nostro socialismo imperfetto, a causa di insufficienze proprie, molte volte due più due fa tre.

 

Stiamo mettendo a punto i piani dell'economia per l’anno venturo le cui linee guide sono state ormai approvate dal Consiglio dei Ministri.  Ne citerò due, da una parte, pianificare la bilancia di pagamenti senza deficit e perfino con una riserva che consenta di fare fronte agli imprevisti, e dall'altra, assicurare integralmente e dare priorità assoluta alla crescita delle produzioni e servizi che apportano entrate in valute.

 

Questa è la linea che abbiamo convenuto al VII Plenum e che dovranno osservare tutte le istituzioni, sotto la direzione del Ministero d’Economia e Pianificazione, importante organismo dell'amministrazione centrale dello Stato, al quale noi tutti dobbiamo aiutare, appoggiare e soprattutto rispettare.

 

Nell’anno in corso, si continuarono adottando diverse misure per rinforzare la nostra istituzionalizzazione ed il funzionamento del Governo e dello Stato.  Sono stati nominati quattro nuovi vicepresidenti del Consiglio dei Ministri  che, assieme ai due già esistenti, si occupano dei ministeri, istituzioni nazionali ed importanti programmi di sviluppo. Ha continuato la ristrutturazione dell'apparato statale, fondendosi vari organismi dell'amministrazione centrale dello Stato ed altre entità, con la conseguente riduzione di spese, trasporto e organici, per non dire pratiche non necessarie.  Questo processo continuerà d'ora in poi gradualmente allo scopo d’elevare l'efficienza nella gestione governativa.  Cresce la coesione ed il lavoro armonico ed integrato degli organi collettivi di direzione del Partito, lo Stato ed il Governo.

 

Ci sono dei modesti progressi nonostante le tensioni esistenti nella nostra economia.  L'equilibrio monetario interno mostra una delle situazioni più favorevoli degli ultimi 20 anni.  I prezzi, benché alti, si mantengono stabili.  D’altra parte ha aumentato l'incorporazione di persone al lavoro.  Salvo eccezioni, s’incrementano le produzioni              agro-pastorali, industriali, il trasporto visto nel suo insieme e si garantiscono i servizi sociali alla nostra popolazione, con speciale riguardo la salute, l'educazione e le attività culturali ed artistiche.

 

In materia di salute, con le insufficienze che tutti conoscono, abbiamo dato una dimostrazione palese della nostra capacità di affrontare ogni tipo di epidemie.

 

Siamo dei pochi Paesi del mondo che può affermare che ha sotto controllo la pandemia del virus A H1N1.  Per esempio, fino ad ieri sera in più di 171 nazioni continua ad aumentare questa malattia e secondo le informazioni all'Organizzazione Mondiale della Salute, esistono più di 177000 contagiati ed i morti superano la cifra di 1100.

 

A Cuba sono stati confermati 242 casi, di cui 135, più della metà, sono importati, cioè, persone malate che viaggiarono all'isola;  50 sono introdotti, cioè, individui infettati da malati provenienti dall’estero, e 57 sono definiti come autoctoni, contagiati qui da casi introdotti. Di tutti essi, 232 sono ormai usciti dall’ospedale e gli altri 10 hanno un'evoluzione favorevole.  Finora non abbiamo avuto complicanze né decessi.  Questo è risultato del sistema sanitario sviluppato dalla Rivoluzione e dimostra inoltre che quando ci sono gli argomenti necessari, si adottano le misure organizzative richieste, con la partecipazione di tutto il popolo, e si esige, ci sono dei risultati.

 

Possono menzionarsi altri, come il fatto che fino alla data odierna si sono evitati i fastidiosi blackout alla popolazione, a causa di deficit di generazione, escludendo quei  motivati da manutenzione alle reti di distribuzione d’elettricità o altre cause.

 

Ciò sarebbe stato impossibile senza la strategia tracciata dal compagno Fidel ed i conseguenti passi dati nella generazione ed il risparmio d’energia elettrica.

 

Nei primi mesi dell'anno in corso la domanda è stata superiore al consumo pianificato, in circostanze dove è impossibile importare più combustibile.  Le decisioni adottate hanno consentito di cambiare la situazione a giugno, benché in luglio i risultati non sono stati tanto favorevoli.  Sembra che stia passando già l'impulso iniziale come normalmente succede e che è un difetto che caratterizza abbastanza a molti dei nostri quadri e funzionari.  È necessario elevare, in quello che resta dell’anno e per il futuro, il rigore in questa questione cruciale.  È molto semplice, l’unica altra alternativa è quella d’adattarsi strettamente al piano.

 

Si sono applicate misure eccezionali, come per esempio ritirare il servizio a determinate entità per esagerare nel consumo pianificato, con i conseguenti danni, e sono stati anche multati alcuni furbi per commettere frodi nei metri contabili dei loro domicili.  Avverto a questi ultimi che si agirà in modo più rigoroso, compreso il taglio dell'elettricità ai recidivi per termini prolungati e perfino di modo definitivo, se fosse necessario.

 

Mentre  si è riuscito a fermare la crescita della spesa d’elettricità nel settore statale, ha continuato alzandosi nel residenziale.  Senza ignorare le alte temperature di questi mesi, che siamo in fiere, ed altre ragioni obiettive, ma consapevole che esistono riserve, lanciamo un appello al nostro popolo per risparmiare al massimo.  Alle organizzazioni di masse nei quartieri spetta un ruolo maggiore in questo senso, sotto la direzione del Partito, con azioni razionali ed adeguatamente coordinate convincendo la popolazione.

 

I bisogni sono molti e occorre stabilire la priorità.  La loro soluzione dipenderà di un maggior e miglior lavoro da parte nostra.  Quello che  dobbiamo eliminare definitivamente è l'irresponsabile atteggiamento di consumare senza che nessuno o pochi si preoccupino di quanto costa al Paese garantirlo e soprattutto se può farlo veramente.

 

Sappiamo per esempio quanto opprimente è non avere abitazione, ma come ho già detto spesse volte, la soluzione non dipende di desideri, richiede tempo, risorse e soprattutto lavoro. Diventa più difficile se non sono sufficienti i costruttori, come succede di solito.

 

Ci sono anche alcune province dove non sono neanche sufficienti le persone disposte ad essere maestri, poliziotti o a realizzare altri lavori che esigono una particolare consacrazione o uno sforzo fisico. Ne ho già parlato nella sessione precedente  dell'Assemblea, e sono stato e continuerò al corrente dei progressi delle singole  provincia in merito all'incorporazione della sua popolazione a questi compiti.

 

È un tema nel quale occorre cercare soluzioni secondo la realtà, oltre a fare un appello al pudore delle persone, che anche questo è importante.

 

Nel settore dell'Istruzione più di 7800  pensionati sono tornati alle classe ed altri 7000 hanno posticipato la loro pensione, i quali, sommati ai maestri che declinarono la loro richiesta di dimissione e quelli che si incorporarono di nuovo, ci permette di contare per il prossimo corso con circa 19000 docenti di più.  Sono sicuro che l'esempio di queste compagne e compagni sarà imitato da molti altri, e inoltre, quelli che stanno arrivando all’età della pensione che restino, se è possibile, nei loro posti per un po’ di più, ricevendo la pensione corrispondente oltre al loro salario.  È già una cifra da considerare.

 

Di recente si è approvato un modesto incremento salariale a questo settore.  Avremmo voluto che fosse superiore e - così lo tentiamo -  si retribuisse di modo più giusto lo sforzo dei nostri maestri e professori;  ma, studiando profondamente la questione, è stato il possibile che si è potuto approvare nella situazione attuale, e così l'hanno apprezzato questi abnegati lavoratori.

 

Le spese sociali devono essere in accordo con le possibilità reali, e ciò impone, sopprimere quelle di cui si può prescindere.  Può trattarsi di attività vantaggiose e perfino lodevoli, ma semplicemente non sono a portata dell'economia.

 

In tale senso, si studiano vie per ridurre la cifra degli alunni pensionati e semi-pensionati negli stabilimenti d’insegnamento a tutti i livelli.  Per esempio, ci sono licei e scuole secondarie in campagna in posti che non richiedono più la loro partecipazione ai lavori agricoli e la cui iscrizione proviene, soprattutto, da zone urbane.  Quelli stabilimenti si sposteranno progressivamente alla città  pian piano verranno garantite le condizioni materiali ed organizzative.

 

È una decisione in onore di un maggiore risparmio nelle abbondanti spese nell'istruzione, senza portare pregiudizio sulla qualità, che inoltre eviterà circa 5000 maestri lunghe ore di trasporto da e verso le loro case ed eleverà il ruolo delle famiglie nella formazione dei loro figli.  Ci sarà, comunque necessario, mantenere alcune scuole con alunni interni in zone rurali.

 

Un altro aspetto in cui si sono fatti passi solidi è quello di rendere compatibili i posti promossi dai centri docente con le esigenze attuali e prospettive dello sviluppo socio-economico dei singoli territori.

 

Con la stessa razionalità si adotteranno altre decisioni nell'ambito dell’istruzione, la salute pubblica e gli altri settori budgetari, allo scopo di eliminare spese che insostenibili che hanno aumentato di anno in anno e che inoltre sono poco efficaci o ancora peggio, fanno che alcuni non sentono la necessità di lavorare.

 

In merito alla suddetta concezione si è regolato l’impiego molteplice, come alternativa per approfittare meglio le potenzialità dei lavoratori e perché loro possano aumentare le loro entrate.  Lo stesso include gli studenti in età lavorativa essendo questa una pratica estesa nel mondo che oltre a soddisfare necessità personali, contribuisce a una loro formazione superiore professionalmente e soprattutto per la vita.

 

Occorre conoscere i limiti, non per averne paura o utilizzarli da pretesti e non fare nulla, bensì per determinare qual è la migliore alternativa è metterla in pratica.

 

Il passato 26 luglio ho parlato dei risultati nella provvista di latte e nella distribuzione di terre oziose, e ho menzionato l'urgenza di sfruttare nella forma più intensiva possibile i terreni esistenti nei dintorni di quasi tutti i paesini e città.

 

La prima esperienza é cominciata nella città di Camagüey.  Alla stessa partecipano tutti gli enti ed organismi, sotto la direzione del Governo della provincia, a partire dalle loro risorse e con un ampio utilizzo della trazione animale.  Per il prossimo mese di gennaio si è previsto mettere in pratica la suddetta esperienza in tutti i capoluoghi delle singole province.

 

Questo programma l’abbiamo denominato programma d’agricoltura suburbana.  Si svilupperà nelle terre che circondano le città ed i paesini fino ad una distanza che permetta a coloro che ci lavorino di arrivare spendendo il minimo di carburante.

 

Si è deciso d’incaricare questo nuovo compito al Ministero dell'Agricoltura, particolarmente al deputato Adolfo Rodríguez Nodal e al suo piccolo staff di lavoro che ha ottenuto risultati importanti nell'agricoltura urbana, frutto dell'esigenza e della sistematicità, espresse nei quattro controlli che annualmente realizza a tutte le province e comuni del Paese.

 

In questo programma lasciamo da parte i trattori e i carburanti, benché li avessimo in quantità sufficienti, il concetto è d’eseguirlo soprattutto servendoci dei buoi perché si tratta di piccole proprietà, come lo fa con ottimi risultati un numero crescente di produttori.  Ne ho visitato alcune e ho potuto accertare che hanno fatto diventare le terre che lavorano in veri giardini dove usa ogni palmo di terreno.

 

Si lavora anche nel perfezionamento del sistema di provvista di prodotti agro-pastorali, mediante una concezione integrale.  Così come ha informato la stampa, si applica già nelle province dell’Avana, ancora oggi con i soliti problemi, così come la burocrazia che ha gestito questa attività per tanto tempo e secondo i risultati, si faranno gli accomodamenti necessari e si generalizzerà al resto del Paese.  In questo momento abbiamo concluso la motorizzazione di 145 vecchi camion che uscirono ringiovaniti dalle officine e che saranno destinati alla fornitura della capitale.  Immediatamente si farà la stessa cosa con altri 55 camion, per un totale di 200.

 

Con quello spirito occorre lavorare, non solo nell'agricoltura, bensì in ogni attività produttiva o di servizi che apportino entrate alla nazione o sostituiscano importazioni.

 

Ai compiti strategici come la produzione di generi alimentari, che come abbiamo detto è una questione di sicurezza nazionale, dobbiamo aggiungere il massimo possibile di persone, mediante tutte le forme di proprietà esistenti e con l'ordine richiesto.

 

Possiamo contare su molti laureati universitari, in alcune specialità molto al di sopra dei bisogni, ma se non riusciamo a cambiare la mentalità e creare le condizioni obiettive e soggettive che garantiranno  la forza di lavoro qualificata, chi lavorerà la terra?, chi lavorerà nelle fabbriche ed officine?, chi in definitiva creerà le ricchezze materiali che richiede il nostro popolo? A volte dà la sensazione che ci stiamo mangiando il socialismo prima di costruirlo ed aspiriamo a spendere come se fossimo al comunismo.

 

Passando ad un altro tema, i sette mesi trascorsi di questo anno, sono stati testimoni di un importante azione di Cuba nell’arena internazionale.  Perfino i nostri  nemici più acerrimi non possono negare che cresce il prestigio di questa piccola isola.

 

Abbiamo appena consegnato all'Egitto la presidenza dei Non Allineati, movimento che secondo i loro Paesi membri, negli ultimi tre anni, sotto la direzione di Cuba, si è rinvigorito e conta su una coesione ed influenza superiori nei più svariati fori mondiali.

 

I popoli e governi dell'America latina e dei Caraibi, dando una prova in più dei profondi cambiamenti avvenuti nei 50 anni trascorsi dal trionfo della Rivoluzione e che le pretese di isolarci in questo emisfero sono fallite, hanno reclamato unanimemente con rinnovate forzi l’eliminazione del blocco nordamericano al Vertice delle Americhe in Porto Spagna.

 

La vittoria dell'Alba e de tutta la regione in San Pedro Sula, Repubblica dell’Honduras è stata contundente, quando vincendo l'opposizione degli Stati Uniti si è deciso di eliminare, senza nessun tipo di condizionamento, l'anacronistica esclusione di Cuba dell'Organizzazione di Stati Americani alla che, reitero un'altra volta, non abbiamo la minore intenzione di appartenere, per ragioni ovvie, conosciute da voi tutti.

 

Cuba partecipa attivamente ai differenti meccanismi di integrazione che esistono nella regione.  La sua entrata come membro pieno al Gruppo di Fiume, il passato mese di dicembre, fu un fatto di alta rilevanza.

 

I nostri rapporti politici ed economici con Venezuela e altre nazioni dell'Alleanza Bolivariana per i Paesi della Nostra America, così come con altri Paesi della regione e del resto del mondo avanzano di maniera sostenuta e ferma.  L'Alba, foro d’integrazione e solidarietà, si consolida e, a sua volta, comincia anche a ricevere le aggressioni dell'imperialismo.

 

Questa Assemblea ha appena adottato una dichiarazione sull’Honduras.  Cuba ha condannato, in maniera ferma il colpo di Stato in quel Paese, ha appoggiato risolutamente la restituzione immediata ed incondizionata del legittimo Presidente e ha espresso la sua solidarietà con quella nazione sorella.  Quello che succederà nell’Honduras sarà decisivo per il futuro della Nostra America.  Il popolo honduregno avrà l'ultima parola.

 

Noi, nonostante, le difficoltà economiche e finanziarie, abbiamo onorato il nostro compromesso morale in materia di cooperazione e solidarietà internazionale.

 

Le due nazioni centroamericane che non avevano relazioni diplomatiche con noi, le hanno stabilite negli ultimi mesi.

 

Sarebbe utile domandarsi che Paese è isolato in questa regione, non sembra essere Cuba.

 

Abbiamo osservato con attenzione l'atteggiamento del nuovo Governo degli Stati Uniti nei confronti della nostra nazione.  Se ci atteniamo strettamente ai fatti, l’essenziale è che il blocco economico, commerciale e finanziere rimane intatto ed in completa applicazione, come dimostra la persecuzione delle nostre transazioni con terzi Paesi e la crescente imposizione di multe a società nordamericane e sussidiarie straniere.  Persiste inoltre l'ingiustificata inclusione di Cuba nella lista di Stati promotori del terrorismo internazionale che annualmente emette il Dipartimento di Stato.

 

Le positive, benché minime misure annunciate il passato 13 aprile, la vigilia del Vertice delle Americhe davanti al clamore contro il blocco di tutto il continente, che abrogherebbero le restrizioni ai viaggi dei cubani residenti in quel Paese ed agli invii ai loro parenti e che permetterebbero anche alcune operazioni in materia di telecomunicazioni, fino a questo momento non si sono implementate.  È importante che questo si conosca, perché esiste abbastanza confusione e manipolazione nella stampa internazionale al riguardo.

 

E’ vero che ha diminuito l'aggressività e la retorica anticubana da parte dell'amministrazione nordamericana e, dopo sei anni di sospensione per decisione di Bush, si sono ripresi il passato 14  luglio le conversazioni tra ambedue i governi sul tema migratorio, le quali si svilupparono in modo serio e costruttivo. Cuba ha reiterato che continuerà compiendo scrupolosamente, come finora, gli accordi migratori e ha denunciato l’incoraggiamento  che per le partenze illegali ed il contrabbando di persone presuppongono la Legge di Aggiustamento Cubano e la politica dei piedi asciutti-piedi bagnati che applica il governo degli Stati Uniti per le uscite illegali ed il contrabbando di persone.

 

Alcune settimane fa, la Segretaria di Stato Hillary Clinton ha dichiarato questo:"ci stiamo aprendo al dialogo con Cuba, ma siamo molto chiari che vogliamo vedere cambiamenti fondamentali nel regime cubano", concluse.

 

Sono doveroso, con tutto il dovuto rispetto, di rispondere alla signora Clinton e anche a quelli che  nell’Unione europea ci reclamano gesti unilaterali nella direzione di smontare il nostro regime politico e sociale.

 

Non sono stato eletto Presidente per restaurare il capitalismo a Cuba né per consegnare la Rivoluzione. 

 

Sono stato eletto per difendere, mantenere e continuare perfezionando il socialismo, non per distruggerlo. È qualcosa che deve essere molto chiara perché rappresenta la ferma volontà del popolo cubano nell’approvare nel febbraio 1976 in referendum, con il voto diretto e segreto del 97,7% degli elettori, la Costituzione della Repubblica, la quale nel suo primo articolo esprime:  "Cuba è uno Stato Socialista di lavoratori, indipendente e sovrano, organizzato con tutti e per il bene di tutti, come repubblica unitaria e democratica, per la fruizione della libertà politica, la giustizia sociale, il benessere individuale e collettivo e la solidarietà umana."

 

E più recente, nell'anno 2002, concretamente tra i giorni 15 e 18 giugno, 8198237 cittadini, quasi la totalità della popolazione in età elettorale, hanno firmato la richiesta a questa Assemblea di promuovere la riforma costituzionale che ha ratificato in tutte le sue parti la Costituzione della Repubblica e ha dichiarato irrevocabile il carattere socialista ed il sistema politico e sociale contenuto nella nostra legge fondamentale, approvato unanimemente per i deputati dell'Assemblea Nazionale in sessione straordinaria i giorni 24, 25 e 26 giugno di quello stesso anno.

 

Colgo l'occasione per reiterare la disposizione di Cuba per sostenere con gli Stati Uniti un dialogo rispettoso, tra uguali, senza ombra per la nostra indipendenza, sovranità ed autodeterminazione. Siamo pronti a parlare di tutto, ripeto, di tutto, ma di qui, di Cuba, e di là, degli Stati Uniti, non a negoziare il nostro sistema politico e sociale. Non chiediamo agli Stati Uniti che lo faccia. Dobbiamo rispettare mutuamente le nostre differenze.

 

Non riconosciamo al governo di quel Paese, a nessun altro né insieme di Stati alcuno, giurisdizione sui nostri temi sovrani.

 

A Cuba, dal trionfo della Rivoluzione, non ha avuto un'esecuzione extragiudiziale né scomparso né torturati, rettifico, a Cuba ha esistito tortura, ma nella Base Navale di Guantánamo, imposta alla nostra Patria più di cento anni fa, per l'infame Emendamento Platt promosso nel Congresso degli Stati Uniti come condizione per la sospensione dell'occupazione militare yankee.  Là sì, c’e stata la tortura, e quello fa parte del territorio cubano, benché non la facessimo noi.  Per quel motivo diciamo rispettosamente alla signora Hillary Clinton, Segretaria di Stato di quel Paese che se vuole discutere di tutto, discutiamo di tutto, di qui, ma anche di là.

 

Si è annunciata la chiusura del carcere nordamericano di Guantánamo, è una giusta domanda dell'opinione pubblica mondiale, ma la questione non deve fermarsi lì. Non rinunciamo né rinunzieremmo mai alla devoluzione incondizionata di questo pezzo del territorio nazionale.

 

Così come abbiamo reiterato la disposizione di risolvere la controversia con gli Stati Uniti, preciso che affrontiamo il tema con assoluta serenità e senza alcuna fretta. Da 50 anni fa camminiamo sul filo di un coltello, in questo siamo ben allenati, e siamo capaci di resistere altri 50 anni di aggressioni e blocco.

 

C’è chi dice che nei circoli di potere nordamericani si aspetterà alla scomparsa della generazione storica della Rivoluzione, una scommessa tenebrosa intorno al cosiddetto "fattore biologico" ossia, la morte di Fidel e di tutti noi.

 

Coloro che la pensano così sono condannati al fallimento perché le generazioni di patrioti rivoluzionari che ci succederanno, in primo luogo la nostra magnifica gioventù, non si disarmeranno mai ideologicamente ed assieme ad esse ed al Partito, nella prima linea ci saranno sempre i Mambises del XXIº secolo:  le nostre gloriose Forze armate Rivoluzionarie che sono state capace questa volta di entrare vittoriose a Santiago de Cuba il primo  gennaio 1959, capeggiate dal Comandante in Capo.

 

Non ho menzionato il Ministero dell'Interno perché non era ancora creato quando siamo entrati a Santiago de Cuba;  inoltre, lo consideriamo dentro della stessa famiglia e con gli stessi obiettivi.

 

Esempio eloquente di quell'atteggiamento sono i nostri Cinque Eroi, prigionieri da 11 anni in prigioni nordamericane per combattere i piani terroristici contro Cuba. Si estende sempre di più il movimento mondiale per la loro liberazione e questa Assemblea ha convenuto oggi lanciare un appello ai parlamenti ed ai popoli del mondo denunciando questa ingiustizia. Da qui inviamo a Gerardo, Ramón, Antonio, Fernando e René un forte abbraccio e li manifestiamo la nostra ammirazione per la loro infrangibile fermezza che è già un simbolo della Rivoluzione Cubana.

 

C’è un altro tema sostanziale da affrontare e che è stato pubblicato ieri sul nostro giornale. Il VII Plenum del Comitato Centrale ha deciso di posticipare la tenuta del VI Congresso del Partito, che era programmata per la fine dell’anno in corso.

 

Noi tutti, i comunisti cubani e il popolo cubano, abbiamo un grosso compito davanti a noi, si tratta di definire con la più ampia partecipazione popolare la società socialista che aspiriamo e possiamo costruire nelle condizioni attuali e future di Cuba, il modello economico che reggerà la vita della nazione in beneficio dei nostri compatrioti ed assicurare l'irreversibilità del regime socio-politico del Paese, unica garanzia per la sua vera indipendenza.

 

Si può capire la grandezza degli studi in atto che comprendono i principali aspetti del lavoro nazionale in mezzo alle urgenze e tensioni collegate al daffare economico.

 

Ciò include, tra l’altro, il complesso processo dell'unificazione monetaria per sopprimere la doppia moneta – che è stata necessaria di stabilire ad un certo momento – l'eliminazione della gratuità, tranne quelle stabilite nella Costituzione, e di sussidi indebiti, il sistema di retribuzione salariale secondo il principio socialista:  "Da ciascuno secondo le sue capacità a ciascuno secondo il suo lavoro."

 

Non avrebbe senso né contenuto un congresso formale che non approfondisse su questi temi strategici e non dettasse modelli per il futuro. Si tratta, compagni0, in altre parole, d’identificare  i problemi principali e per questo ci vuole del tempo.

 

Così come è stato approvato al VII Plenum del Comitato Centrale e spiegato ieri nella nota pubblicata, per primo è imperativo finire la preparazione di tutto il Partito, dopo analizzare con tutta la popolazione e realizzare il Congresso qualora avrà finito il suddetto processo.  Quello è il vero Congresso, nel quale si discuterà con i comunisti e con tutto il popolo tutti i problemi.

 

Se vogliamo, infatti, tenere un Congresso, in situazioni come quelle attuali, cercandoli soluzione ai problemi e guardando verso il futuro, dovrà essere così. Deve essere il popolo, con il suo Partito nell'avanguardia, quello che deciderà.

 

In 50 anni di Rivoluzione, in materia di consultazione con il popolo, abbiamo sufficiente esperienza. Il più recente, a livello nazionale, è stato il processo d’analisi del discorso del 26 luglio 2007 a Camagüey. Si dedicarono i mesi di settembre ed ottobre a discuterlo alla base senza limitarsi ai temi contenuti in quel discorso, e si ha incoraggiato la popolazione a manifestarsi su qualunque tema del suo interesse, dati che sono risultati molto utili per il lavoro ulteriore della direzione del Paese;  in novembre di quello stesso anno si è lavorato nella raccolta dell'informazione e l'elaborazione del riassunto ed in dicembre del proprio anno analizziamo nel Partito la relazione finale. Più di       5100000 persone hanno partecipato  alle suddette riunioni di studio con 3255000 interventi, 1301203 questioni concrete di cui 48,8% sono stati critici.  I risultati di quell'attività non sono andati a finire in un pozzo senza fondo.

 

I più ricorrenti si riferivano alla produzione di beni alimentari, la decisione irrinunciabile di costruire il socialismo, la sostituzione di importazioni, l'elevazione della produzione, la situazione economica e sociale, il concetto che non può spendersi più di quello che si ha, le manifestazioni di corruzione ed i fatti criminali, la preparazione per la difesa e il ruolo dei quadri politici ed amministrativi. Come si può apprezzare, sono temi molto legati al contenuto del Congresso ed al futuro del Paese. Adesso devo precisare che quel processo è stato  concepito allora come una prova, pensando a questo massimo evento del partito.

 

La posticipazione dello stesso non significa  minimamente un blocco nella sua preparazione, anzi, questa decisione implica la necessità di fare passi improrogabili, come la rinnovazione degli organismi superiori di direzione del Partito.

 

L'attuale Comitato Centrale è integrato da magnifici compagni, ma molti di essi non occupano oggi le responsabilità che ostentavano al momento della loro elezione dodici anni fa, per un periodo che doveva essere di cinque e che si è prolungato a causa del ritardo accumulato nella tenuta del Congresso.

 

L'Articolo 46 dello Statuto del Partito stabilisce:  "Nel periodo tra due congressi, il Comitato Centrale può convocare la Conferenza Nazionale per trattare temi importanti della politica del Partito. La Conferenza Nazionale sarà autorizzata a incorporare nuovi membri all'organismo e separare o liberare se fosse necessario. Il numero di partecipanti, la forma d’elezione di questi e le norme per la preparazione e sviluppo della Conferenza Nazionale, sono stabiliti dall'Ufficio Politico."

 

In virtù di questo articolo, il VII Plenum ha deciso di convocare una Conferenza Nazionale, fondamentalmente per scegliere i nuovi organismi di direzione, cioè, il Comitato Centrale, l'Ufficio Politico ed il Segretariato, che sono i responsabili di continuare e culminare la preparazione del Congresso. È un evento che in precedenza non avevamo realizzato e che possiamo organizzare in un termine relativamente breve e così lo faremo.

 

Dal primo gennaio 1959 siamo soliti analizzare con il popolo ogni problema importante, anche se è duro. Siamo riusciti a sopravvivere durante mezzo secolo a tutte le difficoltà ed aggressioni perché la Rivoluzione è opera dell'immensa maggioranza dei cubani.

 

Fermamente uniti, saremo conseguenti con il lascito della lunga storia di lotta del nostro popolo, gli insegnamenti di Fidel ed il compromesso eterno con i caduti.

  

Grazie mille.