Ricardo Alarcón, presidente
dell’Assemblea Nazionale del Poder Popular, ha incitato a rafforzare la
lotta per la giustizia e contro l’impunità delle azioni terroristiche
intervenendo in una cerimonia in omaggio al combattente indipendentista
Carlos Muñiz, nel 30º anniversario della sua morte.
“La protezione concessa ai criminali è
stata una politica constante dei governi degli Stati Uniti. Ci vogliono
far credere in un’etica del non ricordo, ma abbiamo ragioni sufficienti
per mantenere viva la nostra memoria”, ha detto durante l’incontro nella
Casa dell’Amicizia.
“Il crimine contro Muñiz, ucciso a 26
anni si commette ancora, perchè gli assassini non sono mai stati catturati
o accusati e circolano liberi per le strade di San Juán o di Miami”, ha
aggiunto Alarcón, che ha esortato, di fronte a fatti come questi, a
rafforzare la lotta per la giustizia.
“In questo senso è indispensabile
continuare la campagna per la liberazione dei
Cinque Eroi, Gerardo Hernández, Antonio Guerrero, Fernando González, Ramón Labañino e René
González, ingiustamente reclusi nelle prigioni federali del nord america.
Carlos Muñiz, era un giovane di Matanzas
che viveva in Porto Rico, faceva parte della Brigata Antonio Maceo e
gestiva l’agenzia turistica Viajes Varadero prima dell’aggressione
eseguita da membri dell’organizzazione terroristica
Omega 7, nell’aprile
del 1979.
Hanno partecipato all’omaggio anche
alcuni familiari dei Cinque ed i componenti della Brigata Antonio Maceo.
|
L'FBI continua a fornire copertura a molti
assassini coinvolti nella guerra sporca, che dura da oltre 50 anni, contro Cuba
inoltre detiene le prove che consentirebbero l'immediato atto d'accusa contro i
responsabili dell'omicidio di Carlos Muñiz Varela.
Lo assicura Jose Luis Mendez, autore di vari libri sul terrorismo USA contro
Cuba, intervistato in merito alla lettera, dello scorso dicembre, del
governatore di Porto Rico, Anibal Acevedo Vila, al nuovo presidente degli Stati
Uniti, per chiedere la consegna da parte dell' FBI ai giudici di Puerto Rico del
dossier relativo alla uccisione del cubano Carlos Muñiz Varela, avvenuto il 28
aprile 1979.
"L'FBI sa e ne sa anche molto di più degli anti-cubani, di tutte le azioni di
Omega-7", afferma Mendez. "L'FBI qualificò Omega-7, come l' organizzazione
terroristica più pericolosa, tra il 1977 e il 1983, negli Stati Uniti. Attuò 55
atti di terrore, la maggior parte nel territorio di Stati Uniti e Puerto Rico."
"Lì ci sono i piani per assassinare l'ambasciatore cubano Raúl Roa Kouri e Ramon
Sanchez-Parodi Montoto: gli omicidi di Negrín, di Felix Rodriguez, Carlos Muñiz
e di altri analoghi tentativi.
Nella sua lettera indirizzata ad Obama, e spedita il 15 dicembre 2008, il
governatore Acevedo Vilá rivela come il direttore dell'FBI a Puerto Rico, Luis
S. Fraticelli, ha confessato in una conversazione con il Segretario della
Giustizia di questa isola, Roberto J. Sanchez Ramos, che l'FBI è in possesso di
informazioni e di elementi di prova per risolvere il caso di Carlos Muñiz Varela
e consentire il perseguimento delle persone responsabili di questo crimine.
Secondo Mendez, la richiesta del governatore uscente di Puerto Rico porterebbe
di nuovo sul banco degli accusati terroristi anti-cubani di lunga data, i sicari
José Dionisio Suárez Esquivel e Rodríguez Reynol ed in particolare il "Killer
della Maschera" =
Pedro Crispin Remón Rodríguez, che la giustizia panamense
persegue per essere uno dei cospiratori nel tentativo di assassinare il
Presidente di Cuba nel novembre del 2000 a Panama".
REMON, IL SICARIO
Remón si guadagnò il soprannome di "Sicario della
maschera" con l'efferato assassinio dell'emigrato cubano Eulalio José Negrin, il
25 novembre 1979, sette mesi dopo quello di Muñiz. Entrambi lavoravano a favore
della normalizzazione dei viaggi tra gli Stati Uniti e Cuba.
Mendez ricorda come Negrín "stava aiutando il figlio, di 12 anni,a salire sulla
sua auto quando tre uomini mascherati gli spararono con armi automatiche". "Negrín
arrivò cadavere all'ospedale con più ferite. Suo figlio, per mesi, ebbe
necessità di assistenza psichiatrica. La maschera era il mezzo degli assassini
per nascondersi. Remón era uno di loro".
Lo specialista cubano precisa che "un documento dell'FBI, riferisce che quando Remón torna all'albergo dove soggiornava, chiese ad una giovane donna che lo
accompagnavano, se i notiziari avessero dato una qualche notizia importante. La
stessa giovane raccontò che Remon tornò in strada per chiamare un'agenzia di
stampa, per rivendicare il fatto".
"La giovane guardò nella valigia che Remón aveva lasciato nella stanza e vide
un passamontagna, che è una sorta di maschera, oltre ad un mitraglietta Mac-10.
Successivamente denunciò questo fatto all'FBI".
Per Méndez, non ci sono dubbi circa la
responsabilità del criminale, residente a Miami dal suo ritorno negli Stati
Uniti da Panama: "Dietro le sbarre è dove dovrebbe essere questo terrorista
internazionale, ma la tolleranza delle autorità statunitensi responsabili
dell'ordine e di affrontare il terrorismo negli Stati Uniti é ingannevole, può
apparire che vogliano perseguire l'assassinio di Muñiz, ma può essere uno
stratagemma per evitare che questi possa essere estradato a Panama, come ci si
aspetta dagli sforzi delle autorità panamensi. Bisogna essere vigili ".
Pedro Remon è un criminale internazionale "protetto negli Stati Uniti, che ha
fatto accordi con le autorità statunitensi" afferma Mendez. "E' immune alla
giustizia. Si tratta di uno dei suoi terroristi e gli danno rifugio, protezione,
insieme a
Luis Posada Carriles,
Orlando Bosch Avila, Arocena, Santana, Jimenez
ed un lungo elenco di criminali, che vivono, lì, in totale tranquillità".
"Sono come gli assassini e criminali della dittatura di Fulgencio Batista
latitanti dalla giustizia quando, 50 anni fa, hanno lasciato Cuba, dove
commisero numerosi crimini ed ancora oggi non sono stati estradati".
Pedro Remon, è un prodotto dell'addestramento dato dalla CIA, nel 1961, ad un numero significativo di contras
cubani esuli in vista dell'invasione della Baia dei Porci. Dopo la fallita operazione, gli stessi personaggi,
addestrati all'uso di armi ed esplosivi, sono riapparsi nei ranghi di più
organizzazioni terroristiche, la maggior parte di esse patrocinate dalla CIA. |