In
questi giorni i “coraggiosi guerrieri” della CIA ed i mercenari
della cloaca di Miami con la loro succursale a Madrid (diretti da
Montaner)
si sono alzati confusi e annegati nei loro stessi escrementi. La notizia è
stata diffusa al mondo intero: il leader storico della Rivoluzione cubana
Fidel Castro è entrato nel libro dei
Guinness per essere la
persona che più volte hanno tentato di assassinare.
Anche se loro, per essere gli attori inseriti in questi fatti, dovrebbero
essere i primi ad accennare la notizia, “non possono crederci”, pensavano
che non sarebbero state riconosciute le loro malefatte! Non è stato il
governo cubano quello che ha informato su questi fatti (giacché quando Cuba
lo ha fatto, è stata accusata di fare pubblicità rivoluzionaria) ma è stata
l’organizzazione Guinness World Records, che non simpatizza per niente con
la Rivoluzione Cubana, quella che ha affermato che hanno tentato di
assassinare il Comandante Fidel Castro 683 volte.
La notizia emessa da Winness World Records non precisa grandi dettagli sugli
attori di queste intenzioni. Altri mezzi d’informazione si sono incaricati
di indicare, di preciso i giornali cubani, chi sono stati questi facinorosi
e quali metodi hanno usato. Su tutto questo è da tanto tempo che si sono
pubblicati molti libri (uno dei più famosi è quello di Fabian Escalante Font
“Azione esecutiva. Obiettivo Fidel”) e anche nella Web circolano materiali
di video che trattano il tema, però siccome si tratta di Cuba, allora i
grandi mezzi commerciali stanno in silenzio. Domanda: Cosa sarebbe stato dal
punto di vista mediatico se ci fosse stato solo un paio di intenti
d’assassinio contro un presidente di un paese del cosiddetto Primo Mondo?
Nel documentario di Estela Bravo “Fidel, la storia non raccontata”, chiedono
al Comandante: - Quanti attentati Le hanno fatto?, lui ha risposto: - Lo
saprò quando arriverò al cielo. Oltre ad essere una risposta modesta, perché
Fidel non ha mai vissuto facendo sfoggio di tutto questo, né facendo la
figura della vittima, è anche un modo di dire che sono stati tanti e che la
sua sicurezza personale ha potuto solo nominare quelli che ha scoperto.
Nel 2005, nella programmazione “La notte del 10 a L’Avana”, Diego Armando
Maradona gli chiede: - “Quanti attentati ha sofferto Comandante?”, e Fidel
risponde:
-“Nessuno perché non hanno mai sparato”.
“Secondo gli organi d’intelligenza sono stati circa 600 intenti”.
“Nessuno di questi mercenari è stato ucciso in una di queste azioni, se loro
fossero stati disposti a morire io non sarei stato vivo, non sarei stato qui
a parlare con te. La mia fortuna è stata nel fatto che sono mercenari e che
volevano godersi i piaceri che gli avrebbero dato i soldi che avrebbero
incassato. Davanti a me, con delle camere come queste, là in Cile hanno
avuto una mitragliatrice che mi stava puntando però non si sono azzardati a
spararmi perché non volevano morire. Questa è la storia reale”.
Come si può notare si tratta di un’orda di codardi che durante cinque decade
hanno lavorato illegalmente per ricevere soldi appoggiati e diretti dalle
autorità nordamericane.
Però l’integrità fisica di Fidel durante tutto questo tempo parla anche
della professionalità della Sicurezza dello Stato cubana e specialmente
della sua guardia personale. Una volta Fidel ha detto: per quanto riguarda
la sicurezza della nostra delegazione, è avvertita, ha esperienza ed è una
veterana nella lotta contro le imboscate, contro i progetti dei traditori ed
altre aggressioni dell’Impero e dei loro alleati.
Ci sono tanti aneddoti che fanno riferimento ai rischi davanti ai quali
Fidel si è trovato durante mezzo secolo, per il suo stile di dirigere sui
generis che ha esercitato, trovandosi in mezzo alla gente, a Cuba ed
all’estero, rompendo i protocolli e mettendo in difficoltà la sua guardia
personale. Su questo si può leggere nel libro di Luis Baez “Fidel per il
mondo”.
“Perché tanto interesse dell’Imperio ad assassinare il leader
rivoluzionario? A Fidel e a Cuba l’Imperio non perdona la ribellione, non
perdona l’esempio internazionale d’indipendenza e sovranità, non accetta che
sia un paradigma della solidarietà con i popoli, di resistenza e di lotta
per un mondo più giusto, più libero, più umano.
Il Presidente dominicano Leonel Fernandez ha definito Fidel nel 1998 come:
“Una forza storica vivente, che è servito a canalizzare le aspirazioni di
giustizia e di benessere di miliardi di esseri umani, non solo d’America
Latina ma di altre nazioni del cosiddetto Terzo Mondo. Fidel e Cuba sono un
simbolo di dignità e di resistenza latinoamericana contro l’imperialismo.
Nel 1996 in Italia, dopo il suo breve discorso alla FAO, hanno detto su di
lui: E’ un extraterrestre che difende il pianeta dalla fame”.
Nel 1998 dopo l’VIII Vertice Iberoamericano ad Oporto, in Portogallo, stando
in Extremadura, in Spagna, è giunta la notizia dell’arresto di Pinochet, ed
allora un giornalista si è azzardato a chiedergli. “Ha paura di che un
giorno le possa succedere ciò che è successo a Pinochet?”, e Fidel ha
risposto decisamente:
-A me? No, perché siamo due casi diversi, ho percorso il mondo in mezzo ad
una caccia di streghe che hanno organizzato per tanti anni per eliminarmi
fisicamente e non ho paura di andare in qualsiasi paese. Si possono contare
a centinaia i progetti d’attentati che hanno cercato di avviare contro di me
ed io sono qui con voi, felice, in questa mattinata. Inoltre appartengo alla
stirpe di quelli che difficilmente possono essere arrestati in nessuna
parte, non solo per il prestigio che ho, ma anche per la storia di tutta la
mia vita, che conosco bene, abbastanza bene e non è quella che hanno scritto
i nostri nemici. Si potrebbe redigere un’enciclopedia per marcare le
differenze”.
Il fatto di che l’Organizzazione Guinness Worlds Records abbia registrato in
quest’anno 2011 il Comandante Fidel Castro come la persona che più volte
abbiano tentato di assassinare nella storia, è una maniera di smascherare
l’impero e le sue braccia tenebrose che sono la CIA ed i gruppi conformati
dai “battistiani” cubano- americani, però è anche una forma di registrare
l’assoluto fallimento dei loro nei propositi di terminare la vita di Fidel.
La storia rafferma la grandezza del Comandante e la miseria dei suoi nemici.
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Fidel
Castro, il leader della
Rivoluzione cubana, è la
persona che si è tentato di
assassinare più volte in
assoluto, registra il Libro
dei Record Guinness e
assicurano gli archivi
dell’Agenzia Centrale
d’Intelligenza degli Stati
Uniti, principale promotrice
di questi omicidi frustrati.
Stando ai dati del blog del portale Yahoo, sino al 2006 si contavano 638
tentativi di assassinio contro Castro, promossi quasi tutti casi dalla CIA,
in accordo con i rapporti emessi in quello stesso anno dal servizio
d’intelligenza cubano.
I metodi pianificati per ucciderlo sono stati molteplici, anche se tutti
falliti: cecchini, esplosivi collocati nelle sue scarpe, veleno iniettato in
un sigaro, ed anche una piccola carica esplosiva in una palla da baseball
(lo sport favorito di Castro), tra le molte varianti.
Dallo stesso momento in cui Fidel guidò la Rivoluzione cubana trionfante nel
1959, i suoi nemici cominciarono a pianificare la sua scomparsa fisica.
Tra i più interessati ad uccidere l’allora primo ministro cubano ci furono
coloro che si videro troncato il dominio pubblico ed economico sull’Isola,
dopo il trionfo della Rivoluzione.
Una famosa canzone popolare dice ”Llegó el Comandante y mandó a parar...”
Nel 2000, l’ex agente de la CIA,
Luis Posada Carriles, accusato di
terrorismo da Cuba e dal Venezuela, collocò 200 chili di esplosivo sotto il
podio del paraninfo universitario dove Fidel Castro doveva parlare, nella
sua visita a Panama, ma il complotto fu intercettato ed impedito.
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