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Il criminale sabotaggio del La Coubre
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4.03.2013 - www.granma.cu
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Alle 15:10 del 4 marzo del 1960, una terribile esplosione fece tremare la capitale cubana. Poco a poco la città seppe la causa di quel fatto: nel porto de L’Avana era saltata in aria la nave francese La Coubre, proveniente da Amberes, in Belgio, dalla quale si stavano scaricando dal giorno prima, nel vecchio molo della Pan American Docks, armi destinate alla difesa della nascente Rivoluzione.
Tredici minuti dopo avvenne una seconda esplosione che uccise molte persone tra i volontari accorsi a riscattare le vittime.
Più di 50 anni dopo il governo degli Stati Uniti continua a mantenere segrete le informazioni che rivelerebbero la verità sull’esplosione della nave a vapore La Coubre, ma tutte le prove indicano che dopo il fallimento dei tentativi d’impedire la consegna di quelle armi che il Belgio aveva già venduto al dittatore Fulgencio Batista, gli agenti al servizio dell’Agenzia Centrale d’Intelligenza (CIA) degli Stati Uniti, avevano collocato una moderna bomba sotto le casse delle granate anticarro, che esplose nel momento del ritiro del carico che le stava sopra.
Questa esplosione fece saltare in aria parte delle 1492 casse di granate e le munizioni immagazzinate sulla nave.
Un centinaio di morti orribilmente mutilati e centinaia di feriti gravi, alcuni ebbero problemi gravi per la tutta la vita, fu il macabro risultato di quella criminale azione di terrorismo.
Il giorno dopo, il 5 marzo, un’impressionante folla commossa e indignata, accompagnò i funerali.
Il Comandante in Capo, Fidel Castro Ruz, nel discorso d’addio, espresse i sentimenti di tutti i cubani, denunciando gli autori del crimine e ratificando la decisione irrevocabile di andare avanti con la Rivoluzione, per quanto grandi potessero essere i pericoli e le difficoltà.
Poco più di mezzo secolo dopo, il popolo cubano è indignato dalla sfacciataggine del governo nordamericano, che mentre continua a cercare di distruggere la Rivoluzione cubana con tutti i mezzi, e per questo è ricorso ad azioni indegne come l’esplosione di quella nave mercantile, incredibilmente include Cuba nella sua lista dei paesi promotori di terrorismo e impedisce la libertà dei Cinque Eroi, ingiustamente condannati nelle corti nordamericane per aver combattuto proprio contro il terrorismo.
Là, davanti ai fratelli uccisi, il leader della Rivoluzione, per la prima volta gridò la parola d’ordine che continua ad essere l’espressione della volontà del popolo cubano di resistere nella sua lotta indipendentista di fronte all’impero: “Patria o Morte”!
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