USA: l'affare é negare

i visti, non concederli

 

 

26.06.2013 - Néstor García Iturbe http://lapupilainsomne.wordpress.com

 

 

Pochi giorni fa Walter Lippmann nel suo bollettino informativo 'CubaNews', ha messo una nota in un articolo dove spiegava che un suo amico residente a Miami gli ha detto che alla suocera, nella Sezione di Interessi degli Stati Uniti a l'Avana (SINA), le é stato rifiutato il visto per andare a Miami, una visita puramente familiare e giustificata; segnalava inoltre che anche avevano negato il visto a dozzine di persone che cercavano di recarsi con lo stesso scopo, non per emigrare negli Stati Uniti.

Un altro commento sulla questione è stata fatto da Karen Lee Wald, nel suo blog 'Cuba Inside Out', dove segnalava le azioni intraprese dagli Stati Uniti. Da un lato nega i visti a queste persone che vogliono visitare i loro parenti che vivono negli USA mentre spende milioni di dollari in Radio e TV Martí per tentare, senza successo, di portare l'immagine degli Stati Uniti ai cubani ciò che sarebbe più economico se gli concedesse i visti.

Siccome tutto questo ha un certo interesse e sembra contraddittorio, ho deciso di fare una ricerca sul problema per cercare di decifrare ciò che sta accadendo.

E' una cosa reale che i visti n
ella maggior parte dei casi non vengono concessi. Molte delle persone con cui ho parlato, quando uscivano dalla SINA erano seriamente costernati, perché non sapevano quando avrebbero potuto vedere le loro famiglie, alcuni di loro erano stati respinti per tre volte. I funzionari USA avevano spiegato loro i problemi burocratici con i documenti, l'età che tenevano faceva pensare che sarebbero rimasti negli USA e una serie di pretesti per non concedere il visto che stavano richiedendo.

Alcuni dei respinti, che non avevano ancora raggiunto la terza età, hanno detto che non sarebbero  più venuti a richiedere un visto, che insieme ad alcuni amici avrebbero preparato un viaggio illegale via mare per cercare di raggiungere il territorio degli Stati Uniti, come hanno fatto alcuni, il tutto con la certezza che le autorità cubane non stanno intervenendo in questi tentativi e tanto più danno consigli per non mettere a rischio la vita di coloro che si avventurano. Aspirano a diventare "piedi asciutti" ed evitare l'iter del visto.

Un piccolo gruppo utilizza altre opzioni. Ha il suo passaporto e possono uscire dal paese quando lo desiderano, così  faranno richiesta di un visto in qualche paese dell'America Centrale o in Messico, avviseranno i loro parenti negli Stati Uniti perché li vadano a raccogliere con un'auto con una targa di quel paese; questi porteranno vestiti e, se é possibile, qualche documento che certifichi che già vivono negli Stati Uniti e secondo programma, passeranno tranquillamente il confine, come già altri hanno fatto e arriveranno a Miami, come "piedi asciutti".

E' possibile che uno degli scopi del governo USA del rifiuto dei visti sia il provocare l'aumento dei viaggi illegali. Non è lo stesso dire che Cuba ha lasciato uscire un certo numero di persone che non hanno avuto alcun problema a recarsi negli Stati Uniti con linee aeree che coprono la rotta, che dire che sono giunti diversi gruppi di immigrati illegali in barche, lance ed altri veicoli che "sono in fuga dal comunismo". La propaganda contro Cuba beneficia di questo, nessuno andrà a dire che non gli è stato dato il visto nella SINA all'Avana.

Ma l'inchiesta ha rivelato un altro aspetto, l'economico. Ogni persona che viene intervistata per star richiedendo un visto per recarsi negli USA deve pagare 160 CUC per il colloquio (al cambio stabilito sono circa $ 195), in base a quello che hanno esposto gli intervistati sono citate 600 persone al giorno, quindi su questa base il governo degli Stati Uniti raccoglie 96000 CUC al giorno, 480000 a settimana (oltre $ 585000). Non continuerò a far conti, sono sicuro che voi potete farli, ma è molto semplice, ogni dieci settimane raccolgono 4800000 CUC  ($ 5850000).

Quando una persona viene rifiutata e non le si consegna il visto, perde il suo denaro. Quando ritorna a richiedere il visto deve pagare di nuovo. Se consegnano molti visti le persone non tornano a richiederlo nuovamente, risolvono il loro problema con 160 CUC. Se lo si nega potrebbe costare 320 o forse 480, che di solito paga il famigliare che vive negli Stati Uniti. Se concedono molti visti perdono i "clienti".

Alcuni, per ricevere il visto hanno dato soldi al funzionario (corruzione amministrativa), ci sono funzionari che si arrabbiano, altri sono più amabili, le persone che fanno la coda già sanno chi é uno chi l'altro, se ti tocca l'amabile puoi salvarti, ma mai dando i soldi all'interno della SINA, ciò si risolve presso un distributore di benzina, un supermercato, o una pizzeria; potrebbe essere quella di calle J tra 9 e 11 dove i funzionari vanno spesso e non richiama l'attenzione se con lui stanno altre persone.

Io realmente consideravo che la concessione dei visti, specialmente a famigliari che vanno a realizzare un atto di "ricongiungimento familiare", madri e padri che vanno a vedere i loro figli e nipoti, persone che vanno a trascorrere qualche giorno con i loro fratelli e nipoti erano qualcosa a cui il governo USA dava un trattamento "umanitario", ma questa ricerca ha rivelato che il trattamento è puramente "commerciale", non vi è alcuna considerazione di sorta per la povera vecchia signora che vuole viaggiare, né per suo figlio che oltre a pagare le tasse al governo degli Stati Uniti, deve pagare l'iter ad un prezzo stratosferico, che di solito deve fare due o tre volte fino ad avere il visto.

Magari una verifica del General Accounting Office del governo degli Stati Uniti incontrerebbe molti più problemi di quelli che io ho potuto conoscere intervistando i "rifiutati".

Questo è il vero nucleo del mostro, l'importante signore è il don denaro.

 

 

EE.UU.: El negocio es negar visas, no otorgar visas


Néstor García Iturbe http://lapupilainsomne.wordpress.com


Hace pocos días Walter Lippmann en su boletín informativo CubaNews, puso una nota en un artículo donde explicaba que un amigo suyo residente en Miami le contó que a la suegra, en la Sección de Intereses de Estados Unidos en la Habana, le habían negado la visa para viajar a Miami, una visita netamente familiar y justificada; señalaba además que también le habían negado la visa a docenas de personas que intentaban viajar con el mismo fin, no con el de emigrar a Estados Unidos.
Otro comentario sobre el asunto lo realizó Karen Lee Wald, en su blog Cuba Inside Out, donde señalaba las acciones que toma Estados Unidos. Por una parte niega las visas a estas personas que desean visitar a sus familiares que viven en Estados Unidos, mientras se gastan millones de dólares en Radio y Televisión Martí para tratar infructuosamente de llevar la imagen de Estados Unidos a los cubanos, lo que sería más económico si les otorgaran las visas.
Como todo esto tiene cierto interés y luce contradictorio, decidí hacer una investigación sobre el problema para tratar de descifrar lo que está sucediendo.
Es una cosa real que las visas en la mayoría de los casos no se están otorgando. Muchas de las personas con las que hablé, cuando salían de la Sección de Intereses venían seriamente consternados, pues no sabían cuándo podrían ver a sus familiares, algunos de ellos habían sido rechazados en tres oportunidades. Los oficiales estadounidenses les habían explicado problemas burocráticos con los documentos, la edad que tenían que hacía pensar se quedarían en Estados Unidos y otra serie de pretextos para no otorgarle la visa que estaban solicitando.
Algunos de los rechazados, que aún no han llegado a la tercera edad, mencionaban que no vendrían más a solicitar visa, que junto con algunos amigos prepararían un viaje ilegal por mar para tratar de llegar a territorio estadounidense, como han hecho unos cuantos, sobre todo con la seguridad de que las autoridades cubanas no están interviniendo en estos intentos y cuando más dan consejos para no poner en riesgo la vida de los que se aventuran. Aspiran a convertirse en “pies secos” y evitar el trámite de la visa.
Un pequeño grupo maneja otras opciones. Tienen su pasaporte y pueden salir del país cuando lo deseen, por lo que harán gestiones de visa en algún país de Centro América o en México, avisarán a sus familiares en Estados Unidos para que los vayan a recoger en un auto con chapa de dicho país, estos les llevarán ropa y si es posible algún documento acreditando que ya viven en Estados Unidos y según plantean, pasaran la frontera tranquilamente, como ya otros lo han hecho y llegarán a Miami, también como “pies secos”.
Es posible que uno de los propósitos del gobierno estadounidense con la negativa de visas sea el provocar que los viajes ilegales aumenten. No es lo mismo decir que Cuba dejó salir un número de personas que no tuvieron problema para viajar a Estados Unidos en las líneas aéreas que cubren la ruta, que decir han llegado varios grupos de inmigrantes ilegales en botes, lanchas y otros vehículos, que “vienen huyendo del comunismo”. La propaganda contra Cuba se beneficia de esto, nadie va a decir que no le dieron la visa en la Sección de Intereses de Estados Unidos en la Habana.
Pero la investigación llegó a otro aspecto, el económico. Cada persona que es entrevistado por estar solicitando visa para viajar a Estados Unidos tiene que pagar 160 cuc por la entrevista (al cambio establecido son unos 195 dólares), de acuerdo con lo que me plantean los entrevistados son citadas 600 personas diarias, por lo que por ese concepto el gobierno de Estados Unidos recauda 96,000 cuc diarios, 480,000 semanales (mas de 585,000 dólares al cambio establecido). No voy a continuar sacando cuentas, estoy seguro que ustedes pueden hacerlo, pero es muy sencillo, cada diez semanas recaudan 4 millones 800,00 cuc (5 millones 850,000 dólares.)
Cuando una persona es rechazada y no se le otorga la visa, pierde su dinero. Cuando regresa a solicitar la visa nuevamente tiene que pagar otra vez. Si otorgan muchas visas las personas no regresan a solicitarla nuevamente, resuelven su problema con 160 cuc. Si se la niegan entonces pudiera costarle 320 o quizás 480, que por lo regular al que le cuesta es al familiar que reside en Estados Unidos. Si otorgan muchas visas, pierden los ” clientes”.
Algunos, para recibir la visa le han dado dinero al funcionario (corrupción administrativa), hay funcionarios que se enfadan, otros se dejan querer, la gente que hace la cola ya sabe quién es uno y otro, si te cayó el que se deja querer puedes salvarte, pero nunca dándole el dinero dentro de la Sección de Intereses, eso se resuelve en una gasolinera, un supermercado, o una pizzería; pudiera ser la de la calle J entre 9 y 11 donde los funcionarios acuden con frecuencia y no llama la atención que junto a él estén allí otras personas.
Realmente yo consideraba que el otorgamiento de visas, especialmente a familiares que van a realizar un acto de “reunificación familiar”, madres y padres que van a ver a sus hijos y nietos, personas que van a pasar unos días con sus hermanos y sobrinos era algo al que el gobierno de Estados Unido le daba un tratamiento “humanitario”, pero esta investigación ha revelado que el tratamiento es netamente “comercial”, no hay consideración alguna con la pobre viejita que quiere viajar, ni con su hijo que además de pagar los impuestos al gobierno estadounidense, tiene que pagar un trámite a un precio estratosférico, que por lo regular debe hacer dos o tres veces hasta que le den la visa.
Quizás una auditoría de la General Accounting Office del gobierno de Estados Unidos encontraría muchos problemas más de los que yo he podido conocer entrevistando a los “rechazados”.
Esa es la verdadera entraña del monstruo, importante caballero es don dinero.