Unità d’Investigazione
La strategia di intervento usata in Ecuador non sarebbe quella di configurare un colpo di stato, ma attuare una campagna permanente contro il governo.
Questa è stata una delle percezioni del parlamentare, per Alianza País, Diego Vintimilla, mercoledì scorso nel corso di un’intervista a Radio Pubblica.
Il legislatore ritiene che il metodo non è screditare una particolare ideologia, ma l’etica di chi amministra la cosa pubblica: “Il disonore non è sulla questione politica. Ciò che si disputa è il senso etico di chi proponiamo un’alternativa”.
In questo senso, Vintimilla avverte che la “sorpresa più grande” sarà quando si conoscano i nessi con funzionari pubblici “perché la CIA non solo si infiltra nell’opposizione, ma cerca di entrare nel Governo e non mi stupirebbe che escano i nomi di persone che hanno fatto un buon lavoro e hanno una valutazione politica positiva”.
Ciò in relazione alle rivelazioni fatte da Telesur e El telegrafo sui presunti legami di giornalisti, politici e militari con una rete diretta dalla Central Intelligence Agency (CIA) degli USA.
Ha ricordato che la CIA divise il partito comunista, nel 1963, per cui ritiene che “che lì vi è il tema più complicato” e ritiene che la società civile deve essere vigile.
In questo è d’accordo lo specialista della Flacso sulle questioni di sicurezza, Gabriel Orozco, che ha anche partecipato all’intervista. Il professore ritiene che sia necessario che la cittadinanza approfondisca il senso dell’autonomia e libertà di accesso ai suoi diritti affinché identifichi ciò che gli conviene. Orozco si è riferito alla politica estera degli USA che, anche se è cambiata negli ultimi anni, è stata, storicamente, interventista in America Latina e “si muove con una macchina che non dipende da un presidente”.
Per l’esperto è composta, principalmente, dal complesso militare industriale di cui fa parte la CIA; l’influenza nel Congresso (USA) di loobysti e di grandi consorzi economici come l’industria chimica per la lotta contro il traffico di droga.
Quindi, ora, – completò Vintimilla – ci sono 2 matrici d’intervento: il terrorismo in Medio Oriente e il traffico di droga in America Latina che si basano sull’ingerenza di determinati scenari o nella costruzione di altri. A tal fine – secondo gli intervistati – si è applicato la penetrazione culturale che stabilisce modelli di comportamento, che cercano di interiorizzare modelli all’interno dei cittadini, incidendo su quello che su ciò che consumiamo; film, libri e musica.
Industrie culturali
Le potenze mondiali, non solo gli USA, approfitterebbero della cosiddetta “globalizzazione 5.0” del Web che servirebbe ad amplificare i valori. “Lì è dove effettivamente c’è la guerra per i cuori e le menti dei cittadini (…) per questo gli USA hanno tanto successo e molti governi non hanno capito che lì è dove bisogna rafforzare, proprio negli aspetti della cultura”.
Per sostenere questa intromissione da parte degli attori sociali all’interno delle nazioni, la CIA ha strutturato organismi come il National Endowment for Democracy (NED – Fondazione Nazionale per la Democrazia) e l’USAID. Ciò è confermato dal quotidiano USA ‘The New York Times’ nel 1997: “si creò (la NED) per svolgere pubblicamente ciò che la CIA ha fatto, surrettiziamente, per decenni. Spende 30 milioni di $, l’anno, per sostenere partiti politici, sindacati, movimenti dissidenti e mezzi di informazione in decine di paesi”.
Carl Gershman, primo presidente dell’organismo, spiegò nel giugno 1986, due anni dopo la sua creazione, che l’organizzazione si costituì perché “sarebbe terribile per i gruppi democratici del mondo presentarsi come finanziati dalla CIA. Lo abbiamo visto negli anni ’60 e così mettemmo fine a questo. È perché non potevamo continuare a farlo, per cui si creò (la NED) “.
L’anno scorso, tale la Fondazione ha investito più di un milione di dollari (vedi grafico) in Ecuador, per progetti di comunicazione, sindacalismo e processi elettorali. Nella sua pagina web dichiarano che il paese ha vissuto un “deterioramento democratico” e criticano il governo di Rafael Correa che – secondo la loro opinione – ha aumentato la censura e il controllo dei media, della magistratura e ha imposto limitazioni alle organizzazioni della società civile, per cui “le sovvenzioni della NED promuovono il dibattito democratico sulla politica”.
¿La NED se creó para reemplazar a la CIA?
Unidad de Investigación
La estrategia de intervención usada en Ecuador no sería configurar un golpe de Estado, sino implementar una campaña permanente en contra del gobierno. Esa fue una de las percepciones del asambleísta por Alianza País, Diego Vintimilla, el miércoles pasado durante una entrevista en Radio Pública.
El legislador considera que el método no es desacreditar una determinada ideología, sino la ética de quienes administran la cosa pública: “La deshonra no va por el tema político. Lo que se disputa es el sentido ético de quienes proponemos una alternativa”. En ese sentido, Vintimilla advierte que la “mayor sorpresa” será cuando se conozcan nexos con funcionarios públicos “porque la CIA no solo se infiltra en la oposición, sino que busca ingresar al Gobierno y no me asombraría que salgan nombres de personas que hayan hecho un buen papel y tengan una valoración política positiva”.
Esto en relación con las revelaciones hechas por Telesur y EL TELÉGRAFO sobre las supuestas vinculaciones de periodistas, políticos y militares con una red dirigida por la Agencia Central de Inteligencia (CIA) de Estados Unidos (EE.UU.).
Recordó que la CIA dividió el Partido Comunista en 1963, por lo que cree que “por ahí está el tema más complicado” y considera que la sociedad civil debe estar atenta.
En esto coincide el especialista de la Flacso en temas de seguridad, Gabriel Orozco, quien también participó de la entrevista. El catedrático cree que es necesario que la ciudadanía profundice el sentido de la autonomía y la libertad en el acceso a sus derechos para que identifiquen lo que les conviene. Orozco se refirió a la política exterior de los EE.UU. que, aunque ha cambiado en los últimos años, históricamente ha sido intervencionista en América Latina y “se mueve con una maquinaria que no depende de un presidente”.
Para el experto está compuesta fundamentalmente por el complejo militar industrial del cual forma parte la CIA; la influencia en el congreso (de EE. UU.) por parte de los loobystas y de los grandes consorcios económicos como la industria de compuestos químicos para la lucha contra el narcotráfico.
Entonces, en la actualidad -complementó Vintimilla- hay 2 matrices de intervención: el terrorismo en Medio Oriente y el narcotráfico en América Latina que se basan en la injerencia de determinados escenarios o en la construcción de otros. Para ello -según los entrevistados- se ha aplicado la penetración cultural que establece pautas de conducta, las cuales buscan interiorizar patrones dentro de los ciudadanos, incidiendo en lo que consumimos: películas, libros y música.
Industrias culturales
Las potencias mundiales, no solo EE.UU., aprovecharían la llamada “globalización 5.0” de la Web que serviría para amplificar valores. “Ahí es donde efectivamente está la guerra por los corazones y las mentes de los ciudadanos (…) por eso EE.UU. tiene tanto éxito y muchos gobiernos no han entendido que allí es donde hay que reforzar, justo en los aspectos de la cultura”.
Para afianzar esta intromisión desde los actores sociales al interior de las naciones, la CIA estructuró organismos como la Fundación Nacional para la Democracia (NED) y la Usaid. Así lo corrobora el diario estadounidense The New York Times en 1997: “se creó (la NED) para llevar a cabo públicamente lo que ha hecho subrepticiamente la CIA durante decenios. Gasta $ 30 millones al año para apoyar a partidos políticos, sindicatos, movimientos disidentes y medios informativos en docenas de países”.
Carl Gershman, primer presidente de la entidad, explicó en junio de 1986, 2 años después de su creación, que la organización se constituyó porque “sería terrible para los grupos democráticos del mundo presentarse como financiados por la CIA. Vimos esto en los años 60 y por eso pusimos fin a ello. Es porque no podíamos seguir haciéndolo por lo que se creó (la NED)”.
El año pasado, esa fundación invirtió más de un millón de dólares (ver gráfico) en Ecuador para proyectos de comunicación, sindicalismo y procesos electorales. En su página web expresan que el país ha experimentado un “deterioro democrático” y critican el gobierno de Rafael Correa que -en su opinión- ha incrementado la censura y el control de los medios, el sistema judicial y ha impuesto limitaciones a las organizaciones de la sociedad civil, por lo que “los subsidios de la NED promueven el debate democrático sobre política”.