J. W. Cobo, Internationalist 360° – http://aurorasito.altervista.org
[…] Ben presto divenne chiaro che il vero obiettivo delle reti di Gladio era mantenere la tensione nel Vecchio Continente, contro i movimenti di sinistra e giustificando l’istituzione di governi di destra filo-statunitensi.
Ancora un mistero inspiegabile in ogni aspetto fu il rapimento, dopo aver eliminato le guardie, e il successivo assassinio, di Aldo Moro, presidente del Senato italiano, il 16 marzo 1978, dalle Brigate Rosse, penetrate dai servizi segreti italiani e dalla CIA mentre andava a una sessione parlamentare in cui avrebbe difeso l’inclusione dei comunisti nel governo.
Nove anni dopo, il primo ministro svedese Olof Palmer, capo del Partito socialdemocratico, fu assassinato per strada di fronte a figlio, nuora e moglie ferita. Era un amico di Cuba, solidale col Terzo mondo, contrario alla guerra del Vietnam e alla politica aggressiva degli Stati Uniti. Gli assassini non furono mai arrestati, nonostante più di 20 anni di indagini. Inoltre la rete Gladio attraversò l’Atlantico.
Luis Posada Carrriles, agente della CIA, in azioni coordinate in Cile all’inizio del 1976 durante la dittatura di Augusto Pinochet, col neofascista Stefano Delle Chiaie, capo del ramo italiano di quell’organizzazione, unì le forze per coordinare attacchi terroristici contro obiettivi della sinistra cilena e rappresentanti cubani e rivoluzionari del Sud America, lanciando l’Operazione Condor. Alcuni mesi dopo, Posada Carriles ordinò il sabotaggio del Volo Cubana de Aviación, il 6 ottobre 1976.
Sono passati anni da quando tali eventi, la storia di Gladio e la penetrazione della CIA negli affari europei divennero una leggenda della Guerra Fredda, presentata dai maggiori media e governi occidentali come male patriottico e persino necessario, perché gli eserciti segreti erano presumibilmente preparati nella Guerra Fredda contro una possibile occupazione sovietica, similmente alla resistenza contro i nazisti, nonostante il fatto che i membri di tali eserciti professassero ideologie estremiste e ammirassero i loro antenati fascisti.
Nei primi anni ’90, lo scienziato politico nordamericano Francis Fukuyama coniò una frase che era più marketing accademico che scientifica, la cosiddetta “fine della storia”. Le sue idee riassumevano che, una volta sconfitto il comunismo europeo, il capitalismo sarebbe stato il destino finale della storia, senza avversari sulla scena. […]
Traduzione di Alessandro Lattanzio