RISPOSTA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
DI CUBA ALLE DICHIARAZIONI DEL GOVERNO
DEGLI STATI UNITI SULLE ARMI BIOLOGICHE
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Avana 10 maggio 2002 - "Anno degli eroi prigionieri dell'impero"
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Appena tre giorni fa, un personaggio anche troppo noto, Otto Reich, segretario assistente di Stato, fu colto in una vergognosa menzogna quando affermò che il 12 aprile quattro aerei cubani erano atterrati nella capitale venezuelana, senza che si sapesse "cosa stavano facendo lì, cosa stavano trasportando, non lo sappiamo". In apparenza era l'inizio di una campagna o di una vendetta per lo straordinario fallimento del golpe fascista da lui promosso, o entrambe le cose.
Quando martedì 7 maggio il Ministero degli Esteri di Cuba gli domandò pubblicamente delle prove a riguardo, il Dipartimento di Stato spiegò che non avevano alcuna conferma, esprimendo il desiderio di non parlarne più.
L'idea di distruggere Cuba, un'ossessione che dura ormai da oltre 43 anni, ha portato e porta ancora la politica degli Stati Uniti attraverso un cammino tortuoso pieno di menzogne, errori, fallimenti e balordaggini. Forse oggi ciò che il governo degli Stati uniti proclama al mondo e ciò che fa con Cuba costituisce la più profonda e demoralizzante contraddizione della sua politica estera. La grande potenza non si è mai vista di fronte a tanto imbarazzo, e non gli resta altra alternativa che non sia quelle di mentire, mentire e ancora mentire. E per fare ciò non mancano personaggi senza scrupoli in importanti cariche pubbliche, né portavoce stampa coinvolti nella continua e amara necessità di disfare torti e spiegare l'inspiegabile delle dichiarazioni dei loro capi.
Perfino uomini come Colin Powell, figlio di emigranti di Giamaica, che malgrado la sua formazione militare o forse proprio per questo, non è considerato parteggiante della guerra, poiché conosce la guerra e ha visto morire molti uomini e che molti statunitensi considerarono un possibile candidato alla presidenza, si trovano coinvolti in manipolazioni penose e poco degne ordite dai suddetti personaggi. Lui meglio di nessun altro conosce la poca esperienza di cui dispongono e il loro scarso valore intellettuale e politico.
Chi può essere ingannato dal nuovo personaggio coinvolto in una sinistra manovra contro Cuba?
Si tratta di Jonh Bolton, sottosegretario di Stato, nientemeno che per affari di controllo di armamenti, Jonh Bolton. Cosa si pretende con il brulotto lanciato da questo funzionario in un violento discorso contro Cuba pronunciato nella Fondazione Heritage, ben nota per le sue posizioni di ultra destra.
La dichiarazione, ipoteticamente indirizzata ad analizzare i pericoli del terrorismo che minacciano gli Stati Uniti, comincia come segue: "Oltre la Libia e la Siria, c'è una minaccia proveniente da un altro paese firmatario della Convenzione sulle Armi Biologiche, un paese che si trova a solo 90 miglia del territorio continentale degli Stati Uniti, vale a dire, Cuba.
Dopo le scemenze e i noti epiteti pieni di odio, soliti in persone prepotenti e disinformate, il signore Bolton aggiunse:
"Sappiamo che Cuba collabora con stati che sponsorizzano il terrorismo."
"Castro ha denunciato ripetutamente la guerra degli Stati uniti contro il terrorismo. Continua a considerare che il terrorismo è una tattica legittima per promuovere gli obiettivi rivoluzionari. Lo scorso anno Castro visitò l'Iran, la Siria e la Libia, paesi compresi tutti nella stessa lista di Stati che sponsorizzano il terrorismo. All'Università di Teheran, queste furono le sue parole: 'L'Iran e Cuba cooperando mutuamente possono mettere in ginocchio gli Stati Uniti. Il regime degli Stati Uniti è debole e guardiamo questa debolezza da vicino.'
"Di solito non si concede importanza alla minaccia di Cuba alla nostra sicurezza. In un rapporto ufficiale del governo degli Stati Uniti nel 1998 si giunse alla conclusione che Cuba non rappresentava una minaccia militare significativa per gli Stati Uniti o per la regione. E poi aggiunse 'Cuba dispone di una capacità illimitata per intraprendere alcune attività militari e d'intelligence che potrebbero supporre una minaccia per i cittadini statunitensi in alcune circostanze.''
D'immediato il signore Bolton cercò di nascondere il fatto sospetto che mai prima a nessun funzionario ufficiale degli Stati Uniti gli era venuto in mente di lanciare un'accusa talmente infame contro Cuba. Infatti, il signore Bolton attribuisce la colpa di questa debolezza a William Cohen, che quattro anni fa, quando fu emesso il criticato rapporto, era il segretario della Difesa del governo degli Stati Uniti. Bolton non riferì per niente che lui stesso nel discorso pronunciato nella conferenza dei firmatari della Convenzione sulle Armi Biologiche a Ginevra, appena cinque mesi e due settimane prima, il 19 novembre del 2001, in cui citò numerosi paesi che gli preoccupavano come potenziali produttori di armi biologiche, non menzionò assolutamente Cuba. A che si doveva quel subito e inusitato cambiamento?
Nel romanzo d'appendice del signore Bolton dello scorso 6 maggio conclude: "Durante quattro decenni Cuba ha mantenuto un'industria biomedica ben sviluppata e ultramoderna, supportata fino al 1990 dall'Unione Sovietica. Questa industria è una tra le più avanzate d'America Latina ed è all'avanguardia rispetto alla produzione di prodotti farmaceutici e vaccini che si vendono in tutto il mondo. Da molto tempo, analisti e disertori cubani mettono in dubbio il proposito delle attività realizzate nelle suddette installazioni biomediche.
"Ecco cosa sappiamo. Gli Stati Uniti considerano che Cuba sta portando avanti almeno un lavoro offensivo limitato di ricerca e sviluppo della guerra biologica. Cuba ha fornito tecnologia di doppio uso ad altri stati rinnegati. Ci preoccupa che questa tecnologia possa supportare programmi di armi biologiche in questi stati. Esortiamo Cuba a cessare ogni cooperazione applicabile alle armi biologiche con gli stati rinnegati e a rispettare pienamente tutte le obbligazioni in virtù della Convenzione sulle Armi Biologiche."
La catena di olimpiche bugie del signore Bolton riscuote d'immediato l'eco che si cercava nella stampa internazionale. Washington, 6 maggio (ANSA). Il sottosegretario di stato Jonh Bolton accusò oggi Cuba di aiutare i 'governi nemici' in programmi di armi biologiche.
"Cuba ha almeno un programma di armi biologiche e offensive e può stare trasferendo i suoi progressi in questo settore ad altri stati ostili degli Stati Uniti', disse Bolton.
"Il sottosegretario Bolton parlò nell'Heritage Foundation, uno dei gruppi ultraconservatori di Washington."
"Washington, 6 maggio (DPA). Gli Stati Uniti accusarono oggi Cuba di sviluppare armi biologiche offensive e di fornire le sue conoscenze su di esse a paesi nemici degli Stati Uniti e domandò con urgenza al governo del presidente Fidel Castro di porre fine a tale cooperazione."
"Washington, 6 maggio (REUTER). Gli Stati Uniti accusarono lunedì ad altri tre paesi - Cuba, Libia e Siria di tentare di sviluppare armi di sterminio di massa e avvertirono che avrebbero realizzato azioni per evitare che fornissero queste armi a gruppi terroristi."
"Gli stati che sponsorizzano il terrorismo e cercano armi di sterminio di massa devono fermarsi" disse. 'Gli stati che rinuncino al terrore e abbandonino le armi di sterminio di massa possono convertirsi in parte del nostro sforzo. Però, coloro che non lo facciano possono aspettare di convertirsi nei nostri bersagli."
"Washington, 6 maggio (EFE). Gli Stati Uniti aggiunsero oggi Cuba, Libia e Siria alla lista di paesi che formano "l'asse del male" dedicato alla fabbricazione di armi di distruzione di massa e avvertirono che prenderanno misure per impedire che forniscano tali armi a organizzazioni terroriste."
"Washington, 6 maggio (NOTIMEX). Gli Stati Uniti inclusero oggi Cuba nel cosiddetto 'asse del male' perché considerano che ha la capacità per produrre e sviluppare armi biologiche che costituiscono una minaccia alla sua sicurezza, maggiore di quella che rappresentano l'Irak, l'Iran e Corea del Nord."
"Washington, 6 maggio (AFP). Gli Stati Uniti avvertirono lunedì Cuba contro qualunque proliferazione di armi biologiche, esortando il governo dell'Isola a fermare ogni tipo di rifornimento di equipaggiamento bio - tecnologico a paesi che Washington considera potenzialmente pericolosi come l'Iraq e la Libia."
Trascrivere la lista e il contenuto integro di articoli e dispacci sull’argomento sarebbe interminabile.
Il lavoro è già fatto! Tutti ormai sono portati a credere, specialmente l'opinione pubblica statunitense intensamente bombardata dalla perfida menzogna, che Cuba è una potenza biologica, che ha un programma per la produzioni di tali armi e che costituisce un pericolo per gli Stati Uniti. E come lo dice l'illustrissimo segretario di stato per il controllo delle armi e della sicurezza internazionale, Jonh Bolton, bisogna crederlo.
Tuttavia, un vecchio proverbio dice che è più facile scoprire un bugiardo di uno zoppo. Negli stessi Stati Uniti alcuni si meravigliano e cominciano a leggere tra linee.
Washington, 7 maggio (Notimex). Gli Stati Uniti rifiutarono oggi di presentare le prove che afferma di avere per dimostrare le accuse che fecero a Cuba secondo l’isola ha capacità limitata per sviluppare armi chimiche e biologiche.
"Nella Casa Bianca e nel Dipartimento di Stato, i portavoce affermarono che l’accusa nei confronti di Cuba non si basa su supposizioni, bensì nell’informazione confidenziale sul potenziale biologico e chimico dell’industria farmaceutica cubana.
"Questa accusa ha sorpreso non soltanto la comunità internazionale, bensì gli stessi membri del Congresso statunitense." che pensavano che Cuba non era una più una minaccia per gli Stati Uniti sin dalla scomparsa dell’Unione Sovietica.
"Analisti politici" – prosegue il dispaccio, "indicarono che l’accusa contro l’Isola da parte dell’amministrazione del presidente G. W. Bush potrebbe essere parte di una strategia della Casa Bianca per trovare un pretesto per indurire la politica d’isolamento nei confronti di Cuba.
"La dichiarazione secondo cui Cuba potrebbe rappresentare una minaccia alla sicurezza degli Stati uniti si fa in momenti in cui nel Campidoglio si analizzano varie proposte per rendere più flessibile la politica di Washington nei confronti dell’Isola. "Tuttavia, gli analisti politici sostengono che di fronte a questa possibilità e considerando che suo fratello Jeb cercherà quest’anno di essere rieletto come governatore della Florida, il presidente Bush vuole rendersi simpatico agli esuli cubani.
"Di fronte al fatto che oltre quattro decenni di embargo economico contro Cuba non sono serviti a far crollare Fidel Castro all’Avana, soltanto la grande maggioranza degli esuli cubani negli USA vogliono che questa politica d’isolamento continui vigente e diventi più severa.
"La possibilità di includere Cuba come membro del cosiddetto ‘asse del male" insieme all’Iran, all’Irak e alla Corea del Nord in testa, faciliterebbe Bush nel conseguire l’appoggio del Congresso per inasprire, invece di indebolire, l’asfissia economica in cui mantiene all’Isola."
Washington, 7 maggio (AP). "Io credo che ciò ritarderà la realizzazione di nuovi passi verso un’apertura commerciale" disse Graham, presidente del Comitato Scelto dell’intelligence del Senato. ‘In particolare saranno colpite le azioni unilaterali’. "Tuttavia, Graham si mostrò sorpreso dalla denuncia di Bolton. Disse che a marzo il Comitato che presiede realizzò un’udienza segreta su affari di sicurezza e l’amministrazione non riferì il caso delle armi biologiche."
Il 7 maggio, quando un giornalista domandò al portavoce della casa Bianca, Ari Fleischer: "C’è qualche prova o si tratta di una presunzione statunitense?, questi gli rispose: "No, non si tratta di una presunzione. Vi assicuro che il segretario Bolton non avrebbe dichiarato ciò se non avesse avuto delle buoni cause, ragioni e fatti per farlo. Le dichiarazioni si basano in una solida analisi e in informazioni a disposizione che sono state studiate dal governo degli Stati Uniti."
E’ la tipica risposta di chi non ha alcuna base. L’unica cosa che è stata bene studiata è la menzogna e l’inganno. Triste ruolo quello del suddetto portavoce. Perché, inoltre, bisogna credere al signor Bolton? Chi ricordi i quindici incredibili pretesti che alla fine dell’anno 1961 furono elaborati dalle alte autorità degli Usa per iniziare nel 1962 un attacco militare diretto contro Cuba, noti oggi grazie ai documenti ufficiali che sono stati resi pubblici, non sarebbe per niente sorpreso da questa sinistra menzogna. Dobbiamo esigergli prove. Che presentino la benché minima prova! Non le ha né può averle e non può averle perché non esistono né possono esistere. Siccome non conta nemmeno su un atomo di verità, che non cerchi di nascondersi dietro l’ipotetica sensibilità delle sue fonti. E’ un trucco troppo vecchio e un argomento troppo stupido, che serve solo a dimostrare la mancanza di considerazione e il basso concetto che ha del popolo statunitense, la cui intelligenza merita più rispetto.
Anzi, affermo anche: se uno scienziato cubano di qualsiasi delle nostre istituzioni biotecnologiche avesse cooperato con qualsiasi paese nello sviluppo di armi biologiche o avesse tentato di crearle su propria iniziativa, sarebbe sottoposto d’immediato ai tribunali di giustizia per tradimento al paese.
La Legge contro gli Atti di Terrorismo approvata dall’Assemblea Nazionale di Cuba, nell’articolo 10 stabilisce: "Colui che fabbrichi, favorisca, venda, trasporti, spedisca, introduca nel paese o abbia, in qualunque luogo e forma (...) agenti chimici o biologici, o qualunque altro elemento dalla cui ricerca, disegno o combinazione possano derivarsi prodotti della natura descritta", riceverà condanna da 10 a 30 anni di prigionia, ergastolo o pena di morte.
Si tratta in realtà di un’assoluta menzogna, di un colpo vile, contro la vendita di alimenti a Cuba autorizzata da una legge dell’anno 2000, che dopo subì numerose modifiche ed emendamenti introdotte da parteggianti acerrimi del blocco, che la resero quasi inapplicabile, nonostante essere stata approvata. Si cerca anche di confondere e di scoraggiare il crescente numero di cittadini statunitensi a cui ripugna ogni giorno di più la crudele e inumana misura contro il popolo cubano, la quale è contraria all’idealismo e all’etica di una nazione che in realtà è stata ingannata durante decine di anni rispetto a Cuba.
L’unica cosa certa della menzogna di Bolton è il dato geografico che Cuba si trova a 90 miglia dal territorio continentale degli Stati Uniti.
E’ falsa e manipolata l’affermazione secondo cui il nostro paese ha denunciato ripetutamente la guerra degli Stati uniti contro il terrorismo. Ho detto, e lo sostengo, che la soluzione di questo flagello non si raggiungerà mediante la guerra; che ciò solo servirebbe a generare odi e fanatiche passioni, bensì mediante la cooperazione sincera e decisa tra tutti i paesi del mondo e la creazione di una vera cultura e una coscienza universale contro il terrorismo. Fummo i primi a proporre questa forma di cooperazione, lo stesso giorno della tragedia a New York.
Costituisce un invenzione calunnioso, frutto della menzogna e dell’inganno, affermare che Castro considera che il terrorismo è una tattica legittima per promuovere gli obiettivi rivoluzionari, perché come tutti conoscono, il nostro movimento rivoluzionario non applicò mai metodi che non si adeguassero alla nostra dottrina, ai nostri principi e alla nostra concezione della lotta armata. Si informi bene, signor Bolton e non si lasci trascinare dai racconti dei suoi amichetti della Fondazione. La popolazione civile e le persone innocenti non sono mai state vittime delle nostre azioni. La tattica concepita fu sempre il combattimento contro unità nemiche fortemente equipaggiate. Adesso voi volete chiamare terrorismo qualsiasi resistenza armata, indipendentemente dalle cause legittime che la giustifichino. Sarebbero capaci di qualificare in questo modo perfino le lotte dei coloni nordamericani che si ribellarono e lottarono contro il dominio inglese. George Washington e coloro che dopo lunghi anni di guerra ed enormi sacrifici conquistarono l’indipendenza degli Stati Uniti non erano terroristi.
Qualcuno l’imbarcò, signor Bolton, quando le raccontò sul mio discorso all’Università di Teheran. Non fu un solo discorso, furono due, in due università, nonché alcune parole pronunciate alla fine della mia visita al mausoleo dove si custodiscono le spoglie dell’Iman Khomeini. Li ho rivisti in modo dettagliato. Nei miei discorsi agli studenti di Teheran non appare nemmeno un paragrafo simile a quello che lei in modo menzognero include nel suo discorso del 6 maggio nella Fondazione Heritage. In nessun momento dissi che "l’Iran e Cuba cooperando mutuamente possono mettere in ginocchio gli Stati Uniti". Affermai sì, in alcuno dei tre discorsi che pronunciai durante la mia visita, che l’imperialismo era orfano di idee, che le idee erano più potenti delle armi e quindi un giorno esso sarebbe crollato. Dissi anche che lo Sha "fu sconfitto dal popolo sulla base dell’eroismo, senza un’arma, ciò dimostra la forza delle idee e che non può esserci al mondo nessuno tanto potente che non possa essere sconfitto dalle idee. Questa è la nostra speranza". Infine aggiunsi: "C’è una superpotenza che possiede migliaia di armi nucleari, aerei, corazzate, portaerei, proiettili intelligenti (...) Non importa quante armi e ricchezza possieda, non potrà mai sconfiggere l’essere umano."
Non feci nemmeno allusione all’uso delle armi in quella lotta. Piuttosto dissi tutto il contrario. Così la penso, così la vedevo e così lo dissi. Non sono solito nascondere i miei pensieri, né manipolare le mie parole. I miei discorsi nella capitale dell’Iran furono trasmessi dalla televisione e dalla radio di Cuba. Il signor Bolton non scoprì niente né io rinnego delle mie idee. Dissi alcune altre cose su dottrine e concetti politici. Custodisco integri le cassette e la trascrizione di quei discorsi. E posso provare ciò che ho detto.
Devo aggiungere che quando visitai l’Iran, ebbi l’onore di conoscere un paese di millenaria cultura, di profonde convinzioni religiose, di grande forza spirituale, desideroso di sradicare la povertà, combattere il traffico di droghe e altri flagelli simili, deciso a portare l’istruzione, la sanità l’impiego e il benessere a oltre 65 milioni di persone. Nessuno dei molti dirigenti con cui conversai mi parlò di armi biologiche né di nessun altro tipo. Che enorme differenza di cultura e di costumi rispetto all’Occidente potei osservare! Non visitai soltanto quel paese, visitai anche l’Algeria, Malasia, Qatar, la Siria e infine la Libia, dove mi mostrarono la casa familiare di Gheddafi distrutta e parlarono delle perdite umane causate dal bombardamento sorpresa degli F-26, tra cui una piccola bambina.
Migliaia di anni di storia si concentrano in quelle zone del mondo da me visitate, che non devono essere distrutte né annichiliti i loro abitanti. Miliardi di persone al mondo hanno visto le immagini dei fatti avvenuti a Palestina.
Il signor Bolton, quando parlò sul mio discorso in Iran, mischiò in modo irresponsabile e poco onesto frammenti di discorsi miei con frammenti e dichiarazioni di altre persone apparse in notizie di agenzie stampa straniere e in informazioni e dispacci raccolti da terzi o creati dalla propria testa del redattore. Il miscuglio che formò con tutto quel materiale non è grado di capirlo nemmeno lui. Le mie affermazioni nitide, precise e chiare sono nei miei discorsi sopra citati e nel comunicato stampa del 10 maggio del 2001 emesso da entrambe le delegazioni, in cui si esprime la posizione di Cuba contro il terrorismo nel punto 6, che dice testualmente:
"Condannando il fenomeno del terrorismo in tutte le sue forme, in particolare il terrorismo di Stato, le due parti convennero di cooperare strettamente a livello bilaterale e internazionale per lottare ed eliminare fisicamente questo nefasto fenomeno, nonché nella lotta contro il crimine transnazionale organizzato e contro il narcotraffico, avendo sempre presente i principi di sovranità e di non ingerenza negli affari interni degli Stati." Questa dichiarazione fu emessa 123 giorni prima dell’11 settembre.
Devo ringraziare il signor Bolton per i grandi elogi che realizza alla nostra industria farmaceutica: "una tra le più avanzate dell’America Latina, che è all’avanguardia nella produzione di prodotti farmaceutici e di vaccini che si vendono in tutto il mondo", secondo le sue parole testuali. Magari fosse ancora più progredita. Persino il suo paese potrebbe beneficiare di alcuni progressi della suddetta industria ma loro lo proibiscono. Tuttavia, mente impudicamente quando afferma di fronte all’opinione pubblica statunitense e mondiale che gli Stati Uniti ritengono che Cuba svolge almeno un lavoro offensivo limitato di ricerca e sviluppo di guerra biologica, il che costituisce un’affermazione tanto menzognera quanto grave.
I nostri ricercatori e medici si educano in un elevato concetto di solidarietà e di etica. Milioni di persone al mondo lo possono testimoniare. Lavorano per il benessere e la salute degli esseri umani. Durante 40 anni, 34 mila 307 medici e lavoratori della sanità cubani hanno offerto servizi gratuiti in un grande numero di paesi poveri, preservando la vita e garantendo la salute di milioni di persone. Nessuno al mondo li può superare in abnegazione e in spirito di sacrificio. In questi precisi istanti 2 671 compiono la loro missione in luoghi isolati e inospiti dell’America Latina, dei Caraibi e dell’Africa. E’ proprio difficile che quegli uomini e quelle donne possano essere indotti a produrre virus e batteri per uccidere bambini, donne, anziani o cittadini di qualsiasi paese. L’orgoglio e l’alta morale del nostro popolo, che gli ha permesso di resistere 40 anni di aggressioni e di blocco, si appoggia sulla razionalità della propria politica senza alcuna contraddizione con la propria etica e con i propri principi.
Trentanovemilaottocento giovani provenienti da oltre 120 paesi del Terzo Mondo si sono laureati a Cuba in 33 specialità universitarie e tecniche. Persino in condizioni di periodo speciale, come conseguenza di un crudele blocco economico, 8053 giovani di America Latina, i Caraibi e di Africa studiano Medicina nel nostro paese - una carriera che negli Stati Uniti costa oltre 200 mila dollari - senza pagare neanche un centesimo.
Cuba conta, malgrado le menzogne di Bolton e di tanti altri come lui, su un grande prestigio per i servizi di sanità che ha offerto all’umanità. Ciò è lottare per davvero contro un’altra forma di terrore che molti non vogliono vedere: le malattie che ogni anno uccidono oltre 11 milioni di bambini, che potrebbero salvarsi senza l’atteggiamento egoista del mondo industrializzato. Un incalcolabile numero di persone sopravvivono o ricuperano la loro salute grazie allo sforzo abnegato dei medici provenienti da un piccolo e povero paese, con l’applicazione di vaccini e metodi preventivi o terapeutici creati da Cuba. Ci piacerebbe sapere se il governo degli Stati Uniti sarebbe disposto a fare qualcosa di simile o se sarebbe disposto a cooperare, in favore di quelli a cui, eufemisticamente, sono qualificati come paesi emergenti, con tali programmi dai quali non abbiamo escluso la partecipazione di nessuna nazione sviluppata dal punto di vista economico.
Agli stessi giovani statunitensi che mancano di risorse per studiare medicina nel loro paese, abbiamo offerto centinaia di borse nelle Scuola Latinoamericana di Scienze Mediche.
I bambini cubani sono immunizzati con vaccini contro 13 malattie, hanno una splendida salute. L’indice di mortalità infantile per ogni mille nati vivi è inferiore a quello degli Stati Uniti. L’attenzione medica è garantita per il cento per cento della popolazione in modo assolutamente gratuito. A Cuba non avviene ciò che purtroppo avviene negli Stati Uniti che con una popolazione di oltre 280 milioni di abitanti un 16% manca di assicurazione medica, tra cui 10 milioni di bambini. In un paese tanto ricco e tanto avanzato nel campo della scienza, dove per le suddette cause muoiono ogni anno centinaia di migliaia di cittadini, chi è il responsabile, chi li uccide, chi condanna tali fatti? Come si può inventare, con quale morale si può affermare da lì, e chi crederà l’infame calunnia secondo cui i cubani stiamo sviluppando programmi di guerra biologica? D’altra parte, mai nei 43 anni di Rivoluzione nel nostro paese si è originato, e nessuno vi ha partecipato dal nostro territorio, un atto terrorista contro gli Stati Uniti. Non è stata versata nemmeno una goccia di sangue statunitense, e non è stata distrutta nemmeno una vite di qualunque impresa americana come conseguenza di atti terroristi originatisi a Cuba. Non potrebbero dire lo stesso rispetto a Cuba coloro che negli Stati Uniti accusano il nostro paese di terrorista o di appoggiare e promuovere il terrorismo. Migliaia di nostri compatrioti sono morti e sono stati contabilizzati decine di migliaia di atti di sabotaggio come conseguenza delle attività terroriste e delle aggressioni contro Cuba originatisi negli Stati Uniti. Come pensano di negare i loro portavoce queste realtà? Non mi riferisco al popolo statunitense; mi riferisco ai suoi governi. Non è ancora chiara l’importantissima questione delle facoltà concesse a funzionari del governo degli Stati Uniti per realizzare esecuzioni extragiudiziali e uccidere persone in qualunque parte del mondo. Io stesso sono stato molte volte bersaglio di questi tenebrosi piani. Nel passato è stato fatto. E’ vero o meno che siamo tornati all’uso di metodi tanto ripugnanti? Perché il signor Bolton non ci parla un po’ su questo tema?
Rispetto alle armi di distruzione di massa, la politica di Cuba è stata incensurabile. Nessuno ha mai presentato una prova che dimostri che nella nostra patria sia stato concepito un programma di sviluppo di armi nucleari, chimiche o biologiche.
Per coloro che non se ne intendano di etica, di rispetto alla verità e di trasparenza nella condotta di un governo come quello di Cuba, potrebbero almeno cercare di capire che fare il contrario sarebbe stata una colossale stupidità. Qualunque programma di quest’indole rovinerebbe l’economia di qualunque piccolo paese; Cuba non sarebbe mai stata in grado di trasportare tali armi, commetterebbe in aggiunta l’errore di introdurla nel combattimento contro un avversario che conta mille volte più armi di questo tipo, il quale per di più riceverebbe in regalo il pretesto di usarle.
Dal punto di vista politico, viviamo in un’epoca in cui c’è e ci sarà ogni volta di più armi più potenti di qualunque di quelle nate dalla tecnologia: le armi della morale, della ragione e delle idee. Senza di esse nessuna nazione è potente; con esse nessun paese è debole. Tale sentenza richiede di una motivazione eccezionalmente profonda, sangue freddo e intelligenza. Si dovrebbe sapere che per il popolo cubano, al di sopra di qualunque altro valore sulla Terra, ci sono i valori che ispirano la libertà, la dignità, l’amore alla propria patria, alla propria identità, alla propria cultura e il più rigoroso senso della giustizia che possa concepire l’essere umano. Non sono armi di distruzione di massa, sono armi di difesa morale di massa e siamo disposti a combattere e a morire per esse.
Capisco che per un signore come Bolton, ubriacato dal potere militare, economico e tecnologico della superpotenza in nome di cui parla, non risulti facile comprendere queste cose. Sarebbe conveniente, tuttavia, che facesse uno sforzo.
Cuba non ha niente da nascondere, assolutamente. Anzi, è orgogliosa del suo sviluppo nel campo delle ricerche biomediche.
Breve sintesi storica:
1979: creazione del gruppo d’Ingegneria Genetica nel Centro Nazionale delle Ricerche Scientifiche. 1981: nasce la prima istituzione biotecnologica scientifico - produttiva destinata alla produzione di Interferon Leucocitario. Programma dell’Industria medico – farmaceutica e biotecnologica: emerge come parte dello sviluppo scientifico, economico e sociale raggiunto dal paese. Creazione delle condizioni adeguate per l’ispezione e certificazione da parte degli organismi internazionali e degli organi regolatori nazionali dei paesi con cui ci sarebbero dei rapporti commerciali. Tra il 1990 e il 1997, sviluppo della maggior parte del programma di investimenti che comprese 40 installazioni. Si sviluppa un’industria assolutamente umanitaria, consacrata alla creazione e alla produzione di medicamenti per prevenire malattie e salvare vite, nonché alla produzione di alimenti. Equipaggiamento tecnologico di uso universale acquistato in ditte commerciali di riconosciuto prestigio mondiale. La biotecnologia cubana, il sistema di sanità e la difesa civile, in virtù di accordi sottoscritti da Cuba nella la Convenzione di Armi Biologiche, presentano ogni anno all’ONU i relativi rapporti sulle misure di fomento alla fiducia. Numerose agenzie regolatrici di diversi paesi hanno visitato le installazioni e impianti produttivi biotecnologici cubani come passo obbligatorio previo alla commercializzazione dei nostri prodotti nei loro mercati. Nei prossimi anni usciranno sul mercato oltre 50 nuovi prodotti tra biofarmaci, vaccini e mezzi di diagnosi. Il nostro paese possiede ormai una base di proprietà intellettuale composta da oltre 150 oggetti d’invenzione e oltre 500 brevetti depositati all’estero. I risultati scientifici delle ricerche si pubblicano nelle principali riviste internazionali. 1990: cominciano le esportazioni di prodotti che si sono incrementate ogni anno. 1992: Cuba sottoscrive l’Accordo di biodiversità, ratificato nel 1994. 1995: si cominciano a sviluppare le forme storiche di commercializzazione: trasferimenti di tecnologia, contratti di sviluppo a rischio con imprese straniere, associazioni produttive e commerciali. I prodotti e le tecniche di biotecnologia cubana arrivano oggi a oltre 40 paesi. Esistono accordi di trasferimento di tecnologia o trattative in corso con 14 paesi:
India: 4 trasferimenti, 4 prodotti. Cina: 2 trasferimenti, 4 prodotti. Brasile: 2 trasferimenti, 2 prodotti. Egitto: 4 trasferimenti, in prodotto in trattativa. Malesia: 6 trasferimenti. Iran: 4 trasferimenti, 4 prodotti. Russia: 1 trasferimento, 1 prodotto. Sudafrica: 1 trasferimento, 1 prodotto. Tunisia: 1 trasferimento, un prodotto. Algeria: 1 trasferimento, 1 prodotto. Gran Bretagna – Belgio: 1 trasferimento, 1 prodotto. Venezuela: 1 trasferimento, 2 prodotti in trattativa. Nuove trattative commerciali e produttive in dieci paesi: Malesia, Olanda, Spagna, Brasile, Venezuela, Viet Nam, Messico, Ucraina, Germania e gli Stati Uniti (in questo caso trattative relative all’uso del vaccino cubano contro la meningite e contatti iniziali relativi a possibili prove cliniche con il vaccino EGF contro il cancro al polmone).
I centri della Biotecnologia cubana hanno registrato ormai:
24 prodotti tra biofarmaci e vaccini.
49 farmaci generici di avanzata.
5 prodotti per il trattamento dell’AIDS.
15 nuovi impianti medici.
24 sistemi di diagnosi.
Oltre ai suddetti risultati, la ricerca scientifica continua adesso su 60 progetti.
Tra i nuovi prodotti che la ricerca scientifica pretende di ottenere spiccano:
29 nuovi vaccini, tra cui 8 vaccini contro il cancro, 4 dei quali sono già in fase di prova clinica non soltanto a Cuba ma anche in Canada, in Argentina e in Inghilterra.
21 prodotti di punta per il trattamento del cancro che si aggiungono ai 28 citostatici conosciuti che un nuovo impianto comincerà a produrre.
I centri della Biotecnologia cubana hanno richiesto brevetti su 150 oggetti d’invenzione, che fanno un totale di 505 brevetti. Quattro di quei brevetti sono stati premiati con la Medaglia dell’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale.
Le istituzioni biotecnologiche cubane sono state oggetto di innumerevoli visite di personalità politiche, scientifiche e imprenditoriali. Soltanto uno dei suoi principali centri ricevette nell’anno 2000, 1520 visitatori, di cui 484 provenienti dagli Stati Uniti.
Le porte dei nostri centri di ricerca sono aperte a qualunque istituzione di carattere internazionale.
Cuba, in nota ufficiale e pubblica, ha proposto al governo degli Stati Uniti tre importanti bozze di accordo, che sono più vantaggiosi per gli Stati Uniti che per Cuba data la differenza di dimensione dei problemi che colpiscono l’uno e l’altro paese. Primo: Bozza di Accordo su Temi Migratori; secondo: Bozza di Accordo sulla Cooperazione per combattere il traffico illecito di Stupefacenti e di Sostanze Psicotropiche; terzo: Bozza di Programma di Cooperazione Bilaterale per combattere il Terrorismo. Non abbiamo ricevuto nessuna risposta. Forse la risposta è quella di accusarci di fabbricare armi biologiche? Chi pretendono di spaventare con questo?
Ci esortano a cessare ogni cooperazione applicabile alle armi biologiche con gli Stati "rinnegati" e a rispettare pienamente tutte le obbligazioni in virtù della Convenzione sulle Armi Biologiche. Qual è l’organismo internazionale che decide che quali paesi sono o meno "rinnegati"? Quale norma della Convenzione sulle Armi Biologiche ha violato Cuba? Vuol dire che oltre al criminale blocco si pretende di proibirci il commercio di medicine e l’impiego dei più sani e nobili prodotti che nascono dal talento dei nostri scienziati, per porli al servizio della salute dei cittadini di qualunque parte del mondo? Forse il governo degli Stati Uniti desidera un accordo bilaterale addizionale a quelli proposti da Cuba sulla cooperazione nella lotta contro la produzione di armi biologiche? Proponetelo. E saremmo disposti a includerlo nel dossier di bozze in attesa di risposta.
Ci dispiace signor Bolton. Dopo le menzogne, calunnie, frottole e insulti pronunciati nel suo discorso del 6 maggio, ci dispiace veramente di dover risponderLe che Lei manca di morale per esortare Cuba, e ancora meno per domandare con linguaggio e tono minaccioso assolutamente niente. Né tanto meno per pretendere di dare a Cuba lezioni di politica e di etica. In ogni caso, Lei e il suo governo potrebbero ispirarsi nella decenza e nella dignità della condotta cubana. Le posso assicurare che le chiederemo nessun pagamento per questo trasferimento di tecnologia. |
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