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Alarcón ha denunciato il trattamento
crudele inflitto ai e ai loro familiari
Il presidente dell’Assemblea Nazionale del Poder Popular, Ricardo Alarcón de Quesada, ha ribadito la domanda di libertà immediata per i Cinque patrioti cubani reclusi ingiustamente negli Stati Uniti, inaugurando il V Incontro Internazionale sulla Protezione giuridica dei Diritti della Famiglia e dei Minori, che si sta svolgendo nel Palazzo delle Convenzioni della capitale.
Alarcón ha ricordato ai 150 delegati di una decina di paesi che il 9 agosto scorso la Corte d’Appello dell’11 Circuito di Atlanta ha annullato le condanne dei Cinque e che tre mesi prima il Gruppo di Lavoro sulle Detenzioni arbitrarie della Commissione dei Diritti umani della ONU di Ginevra aveva stabilito che la reclusione di Fernando, Ramón, René, Gerardo e Antonio viola la convenzione internazionale dei diritti civili e politici.
Di recente, ha ricordato Alarcón, è stato approvato che la decisione sia riconsiderata e questo è legittimo, come il reclamo di Cuba che chiede che i Cinque aspettino in libertà la realizzazione di tutti gli atti giudiziari a proposito dei quali non esistono termini stabiliti.
"Non esistono ragioni per mantenerli reclusi!" ha dichiarato Alarcón, aggiungendo: "Che cosa stiamo aspettando? Che passino i mesi e i 12 magistrati ratifichino - come tutti speriamo che avverrà - la sentenza dei tre loro colleghi, solida, unanime e dimostrativa di tutti gli allegati della difesa"?
Cinque famiglie cubane sono separate dal settembre del 1998 quando le autorità degli USA arrestarono i Cinque che stavano svolgendo l’importante missione di cercare informazioni sui piani terroristi che stavano organizzando contro Cuba i gruppi terroristi che operano a Miami.
Alarcón ha chiesto che si ponga fine alle torture e al trattamento crudele inflitto ai Cinque e alle loro famiglie alle quali sono negate persino le comunicazioni.
"Il governo degli USA deve dare finalmente il visto a Olga Salnueva e ad Adriana Pérez per poter visitare i loro mariti che non vedono da cinque e da sette anni!"
Nella prima giornata dell’incontro auspicato dalla Procura Generale della Repubblica di Cuba e dell’Istituto di Sviluppo e Investigazioni sul Diritto, Alarcón ha denunciato che la piccola Ivette, figlia di René e di Olga, non ha mai potuto vedere il padre negli ultimi cinque anni e l’ultima volta che lo ha visto non aveva nemmeno due anni e la visita avvenne in condizioni difficili, dietro a un vetro e con René ammanettato.
Questa è una chiara violazione dei diritti del bambino e della famiglia e anche delle norme per il trattamento dovuto ai reclusi.
Gli esperti che partecipano a questo incontro analizzeranno in varie sessioni di lavoro la situazione attuale dell’infanzia nel mondo, schiacciata da flagelli come la miseria, la mancanza d’educazione, lo sfruttamento nel lavoro e l’impatto dei bambini nelle dette "guerre preventive" sferrate dagli Stati Unti con il pretesto di combattere il terrorismo.
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