Esigono in Messico la libertŕ per i
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La madre di uno dei cinque combattenti antiterroristi cubani reclusi negli Stati Uniti sin dal 1998 ha lanciato dal Messico un energico richiamo per rafforzare la lotta internazionale per la libertŕ dei Cinque giovani.
Mirta Rodríguez, di 73 anni ha chiesto in un’intervista rilasciata al quotidiano La Jornada di inviare messaggi per far si che la Commissione dei Diritti Umani della ONU riveda il caso dei 5 ingiustamente condannati a lunghissime detenzioni.
Mirta č la madre di Antonio Guerrero ed ha affermato che i Cinque per lei sono come figli oltre ad Antonio: Fernando González Llort, Gerardo Hernández Nordelo, Ramón Labańino Salazar y René González Sehwerert.
Mirta ha affermato che prova onore e dolore raccontando la storia di suo figlio che era partito da Cuba per infiltrarsi nei gruppo terroristi di Miami e avvisare sulle loro intenzioni di eseguire azioni violente contro l’Isola, ma poi č stato arrestato nel 1998.
La notizia mi aveva riempito d’orgoglio perchč mio figlio č quella persona che io ho allevato, rivoluzionario, patriota e coraggioso, ma provo un enorme dolore nel vederlo recluso ingiustamente.
Dopo un processo manipolato i Cinque sono stati isolati per 17 lunghissimi mesi dopo l’arresto. Questi patrioti cubani sono stati condannati a pene illegittime e lunghissime, sproporzionate, che vanno dai 15 anni ai due ergastoli.
Nel maggio di quest’anno il Gruppo di Lavoro sulle Detenzioni Arbitrarie della Commissione dei Diritti Umani della ONU ha dichiarato che gli arresti erano stati arbitrari e che il processo era illegale, perchč non era stato eseguito con l’obiettivitŕ e l’imparzialitŕ indispensabili.
La Jornada ha specificato che il 9 agosto tre giudici del Circuito d’Appello di Atlanta, all’unanimitŕ, dopo aver analizzato il caso, hanno determinato di revocare le condanne ed hanno ordinato un nuovo processo, riconoscendo cosě il diritto dei cubani ad avere un processo giusto in un luogo diverso dal primo, Miami. La decisione implica la revoca delle pene e lo sviluppo di un nuovo processo, ha scritto il giornale.
La Procura Generale degli USA ha appellato la decisone delle Corte in un nuovo tentativo per dilatare il processo e chiedendo che il caso venga rivisto,non solo da questo gruppo di tre giudici ma anche dai 12 che formano il plenum.
Mirta Rodríguez č andata in Messico a presentare nella recente Fiera Internazionale del Libro di Guadalajara un gruppo di libri di poesie scritte da suo figlio in carcere.
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La madre di un cubano prigioniero negli USA commuove Guadalajara J.SMITH – Gaudalajara, 29 nov. (PL)
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Mirtha Rodríguez, la madre di Antonio Guerrero, uno dei cinque cubani prigionieri negli USA, ha rivolto un appello alla solidarietŕ per ottenere che suo figlio e i suoi compagni escano dal carcere.
La Rodríguez ha presentato due libri di poesie, scritte da Antonio, alla XIX Fiera Internazionale del Libro di Guadalajara, iniziata il 26 novembre.
Nonostante la sentenza di una corte d’Atlanta, che nell’agosto scorso ha dichiarato nullo il processo di Miami che ha condannato i Cinque per essersi svolto in un luogo dove mancava l’imparzialitŕ richiesta, questi continuano ad essere detenuti.
Le condizioni della reclusione nelle carceri del paese piů poderoso del mondo sono terribili e possono condurre il detenuto a perdere la ragione.
“Ho paura che capiti qualcosa al mio Tony” ha detto la Rodríguez.
I cubani Antonio Guerrero, Gerardo Hernández, Fernando González, Ramón Labańino e René González sono stati arrestati nel settembre 1998 e stanno scontando condanne comprese tra l’ergastolo e i 15 anni.
I Cinque raccoglievano informazioni sui gruppi di estrema destra aventi la loro sede a Miami, che organizzavano azioni contro l’Isola.
Mirtha Rodríguez ha espresso la sua fede nella liberazione finale dei cinque davanti a un uditorio riunito nella Fiera, ma ha aggiunto: “Anche la fede va aiutata e voi lo potete fare”.
Poi ha letto frammenti dei libri di poesie Inseparabili e Poesie confidenziali di Antonio Guerrero, che hanno commosso i presenti per la loro forza ed emotivitŕ.
Come parte della cerimonia, l’intellettuale messicano Mario Nájera, capo della cattedra José Martí dell’universitŕ di Guadalajara, ha presentato il libro “Cinque Eroi, un processo fatto passare sotto silenzio negli USA”, dell’avvocato Rodolfo Dávalos.
L’autore ha fatto un’analisi, partendo dal Diritto ma senza tecnicismi inaccessibili al grande pubblico, del processo ai cinque cubani prigionieri.
Ha ricordato la terribile realtŕ delle carceri in Iraq, a Guantánamo e in altri luoghi giŕ denunciati dalla stampa internazionale e perfino dall’UE.
Secondo Nájera, la situazione vissuta sia dai cubani che da altri prigionieri viola le leggi internazionali e quelle nordamericane.
Ha ricordato che l’arresto avvenne dopo che il Governo dell’Isola aveva consegnato all’Amministrazione dell’allora presidente Bill Clinton dati sugli attentati contro aerei in pieno volo, preparati dalla destra radicale d’origine cubana radicata a Miami.
“La risposta dei nordamericani č stata quella di mettere in prigione i combattenti contro il terrorismo che hanno fornito le informazioni e di lasciare liberi i terroristi”, ha concluso.
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