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I sono presenti nel Congresso mondiale del giornalismo
Buenos Aaires, 17 novembre (PL). –
I Cinque giovani cubani detenuti negli Stati Uniti per aver lottato contro il terrorismo erano effettivamente presenti giovedì all’apertura del II Congresso Mondiale del Giornalismo e della Comunicazione.
In una delle sale dove si sta sviluppando il forum, al quale partecipano delegazioni latinoamericane, caraibiche e di altri paesi del mondo, è stata aperta l’esposizione "Humor per una Causa". La mostra è composta da caricature e disegni di Gerardo Hernández Nordelo, uno di questi Cinque intellettuali cubani.
Gli organizzatori del Congresso: Federazione Latinoamericana dei Giornalisti (FELAP), Unione dei Lavoratori della Stampa di Buenos Aires (UTPBA) e Scuola Terziaria d’Educazione Radiofonica (ETER), hanno ceduto lo spazio per l’allestimento della mostra al Comitato Argentino per la Libertà dei Cinque.
Il cubano Tubal Páez, vicepresidente della FELAP, ha denunciato di fronte ai delegati il caso dei suoi cinque compatrioti incarcerati perchè lottavano in territorio statunitense contro il terrorismo.
Ha sottolineato che in quel paese, "mentre una corte d’appello restituisce loro la condizione di innocenti, i media egemonici mantengono la congiura del silenzio, permettendo così che la non conoscenza della scandalosa questione contribuisca a prolungare la loro ingiusta prigionia".
Ha inoltre enfatizzato che "noi giornalisti, come ha detto la FELAP, non possiamo renderci complici di nessun tipo di politica che si basi sull’ignoranza, l’esclusione o il silenzio". Páez, a nome dell’Unione dei Giornalisti di Cuba da lui presieduta, ha ringraziato la UTPBA per aver dato la possibilità di esporre in questo forum i lavori di Hernández Nordelo, che è membro di quest’organizzazione.
Ha aggiunto che, paradossalmente, il silenzio criminale si ripete quando non si esige che il Governo degli Stati Uniti risponda su come, quando e chi ha introdotto nel suo territorio il criminale Luis Posada Carriles. Posada Carriles è l’autore di atti terroristici contro Cuba, tra i quali la provocata esplosione di un aereo commerciale con 73 passeggeri a bordo nell’ottobre 1976. "Questa non è soltanto un’azione contro Cuba, ma è anche uno schiaffo in faccia all’opinione pubblica, sulla quale viene sparso un linguaggio di lotta al terrorismo a copertura di una doppia morale", ha denunciato. Páez ha affermato che questo II Congresso simboleggia anche i tempi che corrono ed ha rivolto un appello ai suoi partecipanti a diradare, per dirla con l’intellettuale statunitense Noam Chomsky, il fumo della menzogna con il quale la cultura egemonica avvolge tutto.
"Soffiamo forte per vedere chiaramente la realtà", ha sottolineato, "per distinguere quanto di vecchio e criminale ci lasciamo dietro di noi e portare avanti il vero significato delle cose, in particolare quello di una vita degna".
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