Lula e Bush eludono le discrepanze
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I presidenti del Brasile e degli Stati Uniti, Luiz Inacio Lula da Silva e George W. Bush, hanno posto in risalto gli interessi in comune e l’importanza dei vincoli bilaterali ed hanno appena accennato alle differenze di posizione.
Le sole allusioni ai punti discrepanti sono state la difesa di Bush per la fallita ALCA e il reclamo di Lula per gli aiuti internazionali promessi per la ricostruzione di Haiti, dove il Brasile guida le forze della ONU.
Dopo un in incontro privato, i due politici hanno evitato d’accennare ad altri punti di divergenza come le relazioni con il Venezuela e Cuba, la Triple Frontera tra Brasile, Argentina e Paraguay, dove Washington afferma che è presente un focus terrorista, mentre Brasilia lo nega, con la visione nordamericana della democrazia nella regione.
I due non hanno nemmeno parlato del comunicato congiunto sulla pretesa del Brasile d’essere membro permanente del Consiglio di Sicurezza della ONU nell’eventualità di un ampliamento come parte della riforma dell’organismo internazionale.
Lula ha parlato della politica brasiliana estera per dare un impulso all’integrazione con l’America Latina e dell’approfondimento dei vincoli con il Centro America, i Carabi, l’Africa e il Medio Oriente oltre che con i paesi detti potenze emergenti: Russia, Cina, India, Sudafrica e Corea del sud.
Egli ha chiarito che questo non danneggia i tradizionali vincoli con l’Unione Europea, il Giappone e gli USA, principale socio commerciale inidividuale del Brasile e il maggior investitore nel paese. Inoltre ha fatto riferimento a problemi ingiustificati nelle relazioni commerciali, alludendo chiaramente al rifiuto nordamericano di compiere una disposizione della OMC, d’eliminare i sussidi per il cotone. Lula ha insistito che la necessità è che il mondo sviluppato elimini e faccia diminuire sostanzialmente i sussidi all’agricoltura.
Bush ha a sua volta parlato degli interessi comuni tra i due paesi e ha detto d’aver inteso il messaggio di Lula sui sussidi ma ha insistito che gli Stati Uniti sono disposti a ridurli solo se lo faranno anche gli europei, per facilitare l’accesso ai produttori nordamericani.
Egli ha insistito nella difesa dell’ALCA, che è stata la principale motivazione del fallimento del detto Summit di Mar del Plata, di sabato 5, per le differenti posizioni dei 37 paesi partecipanti.
Le manifestazioni contro Bush e la sua politica guerrafondaia che si sono registrate sin dal venerdì 4 nelle principali città del Brasile, si sono ripetute sabato 5 e domenica 6 e i manifestanti sono giunti sino alla residenza presidenziale della Grana do Torto, dov’è avvenuto l’incontro.
I cartelli e gli slogan contro Bush sono giunti sino lì con un gruppo di persone guidate da un deputato.
Decine di giovani hanno fatto lo stesso davanti a una succursale di McDonalds, in una zona centrale di Brasilia ed hanno bruciato una bandiera degli Stati Uniti. Una donna è stata arrestata mentre cercava di lanciare un uovo contro un’automobile che portava la prima dama nordamericana.
Bush è arrivato a Brasilia sabato 5, di notte, proveniente da Mar del Plata e da lì ha poi proseguito il suo viaggio per Panama.
Sono iniziate in Brasile le proteste contro la prossima visita di Bush |
BRASILIA, 3 novembre. – Sono iniziate giovedì in Brasile le proteste contro la visita del presidente USA George W. Bush (un giorno prima del previsto), con grandi scritte dipinte nei luoghi emblematici di Brasilia, ha reso noto PL.
All’alba, il Memoriale dedicato allo scomparso presidente Juscelino Kubitschek ed il Museo dell’Indio riportavano le scritte di "Fuori Bush assassino" e "Fuori gli americani, fuori gli yankees", come anticipazione delle iniziative di protesta che inizieranno venerdì nella capitale ed in altre città brasiliane.
Le proteste, promosse da organizzazioni sindacali, giovanili e dai movimenti sociali, si svolgeranno in almeno otto città del paese, nelle quali questa settimana si sono tenute diverse riunioni e assemblee plenarie per ultimare i preparativi.
Le manifestazioni, la cui parola d’ordine sarà "Fuori Bush", cominceranno venerdì 4 (vigilia dell’arrivo del visitatore) a Brasilia, Rio de Janeiro, Salvador Belem e nello stato di Mato Grosso do Sul, confinante con il Paraguay, dove gli USA progettano di installare una base militare.
Secondo il ‘Diario Vermelho’, la denuncia della presenza nordamericana in questo paese sarà al centro delle contestazioni, assieme alla condanna dell’occupazione di Afghanistan e Iraq, alla solidarietà con il popolo palestinese ed alla raccolta di firme contro Bush per crimini di lesa umanità.
Tra gli obiettivi delle manifestazioni figura anche la difesa dei Cinque patrioti cubani ingiustamente detenuti negli USA.