Annullare totalmente il debito:

la sola proposta accettabile


• Ricordata la prima riunione sul debito con la denuncia di Fidel Castro

30 sett. 2005 - I partecipanti all’incontro Sud-Nord di Resistenza e Alternativa al Debito, hanno riaffermato l’insostenibilità e l’illegittimità di questo gravame e ne hanno reclamato la cancellazione totale e senza condizioni.

 

Nel dibattito sulle sfide del movimento globale contro questo strumento di dominio, il belga Eric Thoussand ha definito come "insufficienti inganni" le iniziative della recente proposta del Gruppo dei Sette più Russia a proposito del condono del debito a un numero ridotto di paesi molto poveri.

 

"Si è parlato di questo come di un gesto generoso e d’una vittoria, ma questa non è generosità: quello che vogliamo e che esigiamo è giustizia e la sola cosa giusta in questo caso è la cancellazione totale e senza condizioni del debito già pagato con molti interessi!" ha affermato il Coordinatore del Comitato per l’Annullamento del Debito del Terzo Mondo.

 

La filippina Lidy Naipil ha partecipato alla riflessione collettiva del Foro che si sta svolgendo nel Palazzo delle Convenzioni ed ha assicurato che non si tratta di sapere se un paese può o meno pagare, ma che non esistono ragioni o fondamenta morali, politiche o legali alcune per pagare.

 

Questa opinione ha rafforzato il criterio difeso con passione in questo incontro e nel precedente di pochi giorni fa, la seconda Assemblea Globale del Giubileo del Sud che i popoli ai quali si chiede di pagare, non importa come e a che prezzo, sono i veri creditori d’un immenso debito sociale, finanziario, ecologico, morale e umano.

 

Il Fondo Monetario Internazionale, il Banco Mondiale e l’Organizzazione Mondiale del Commercio sono stati definiti "nemici dei popoli e strumenti per la pratica d’un brutale terrorismo economico, strumenti che usano pressioni e ricatti ai quali hanno dovuto cedere una e un altra volta la gran maggioranza dei governi.

 

Il debito è stato utilizzato da questi meccanismo per imporre il modello neoliberale con il suo terribile impatto economico e la sequela di miseria, povertà, esclusione sociale, perdita di sovranità e dell’identità stessa dei popoli, in un crescente militarismo che colloca il mondo al bordo d’un olocausto, hanno dichiarato insistendo non pochi delegati.

 

Oggi, venerdì 30 settembre, si prevede il termine della riunione che ricorda la prima e storica giornata di riflessioni e di lotta contro il debito estero, alla quale partecipò il Comandante Fidel Castro nel 1985 e che riunì all’Avana sindacalisti, studenti, donne e molti rappresentanti di vari settori sociali.

 

Il Premio Nobel Pérez Esquivel ha invitato a dare forza alla lotta per lo sviluppo. Il Premio Nobel della Pace l'argentino Adolfo Pérez Esquivel ha invitato a sostenere la lotta dei paesi in via di sviluppo contro le politiche neoliberali imperanti nel mondo. Pérez Esquivel, durante l'Incontro Nord-Sud di Resistenza ed Alternativa al Debito Esterno, che è cominciato mercoledì 28, ha segnalato a PL che l'appuntamento è un’occasione di diffusione delle denunce di questi gravi problemi, per intraprendere azioni mondiali.

 

Anch’egli ha dichiarato che l’annuncio del Gruppo dei Sette (i sette paesi più industrializzati più la Russia) di condonare il debito di 18 nazioni è un inganno, perché non ha senso l'ingiustizia strutturale imposta col debito, che è immorale perché niente è dovuto loro. Questa non è la soluzione", ha spiegato, "perché tra 10 anni queste nazioni staranno nelle stesse condizioni se non cambiano le condizioni di scambio disuguale e di saccheggio delle risorse naturali, materiali e delle conoscenze di questi paesi".

 

Perez Ezquivel ha invitato a cercare l’unione con lo stabilimento di politiche di sviluppo d’integrazione continentale, aspetti esposti ripetutamente e con molta forza dai presidenti di Cuba, Fidel Castro e del Venezuela, Hugo Chávez.

 

Circa 300 delegati dell'America Latina e dei Caraibi, Asia ed Africa, sono presenti all’incontro, dibattendo sulle azioni e sui programmi delle differenti reti per combattere il flagello del debito.

 

Il forum sta onorando una battaglia che è indispensabile, perché il debito del Terzo Mondo ben lontano dal diminuire, aumenta in continuazione e le sfide dell'umanità sono maggiori di fronte all'egemonia del nord che pretende di dominare il futuro dei paesi, hanno dichiarato le fonti del Comitato Organizzatore.

 

Si chiederà ai governi coerenza tra i loro discorsi e la pratica, poichè anche i governi progressisti pagano il debito estero sottraendo risorse ai propri paesi.

 

I partecipanti all’incontro stanno valutando la realtà 20 anni dopo la denuncia di Fidel Castro contro il debito estero dei paesi sottosviluppati, proclamando il carattere immorale di questo debito.

 

Partecipano all’incontro anche Atilio Borón, segretario generale del Consiglio Latino Americano delle Scienze Sociali e il sociologo messicano John Saxe-Fernández, tra gli altri. (AIN – PL)

 

 

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Il Sud è creditore e non debitore
 

· E’ la posizione dei popoli del Terzo Mondo di fronte al debito estero

 

L.PÉREZ NAVARRO / E.CONCEPCIÓN 27 settembre 2005

 

La necessità di denunciare e resistere contro il debito estero che flagella i paesi del Terzo Mondo, hanno riunito da ieri nel Palazzo delle Convenzioni della Capitale i rappresentanti di 39 paesi partecipanti all’Assemblea Mondiale di Giubileo Sud, che per la prima volta si riunisce a Cuba.

 

Giubileo Sud è composta da una rete di reti d’organizzazioni e movimenti sociali, ONG, centri d’investigazione e personalità d’Africa, Asia, America Latina e Caraibi e si costituì durante il Primo Summit Sud-Sud, celebrato in Sudafrica nel novembre 1999.

 

Questa riunione si svolge esattamente 20 anni dopo che, nel 1985, il Presidente Fidel Castro lanciò un appello ai paesi del Sud affinchè affrontassero la grave crisi del debito estero e adottassero la degna posizione di Non Pagare lo stesso.

 

I delegati hanno sottolineato che è un’importante opportunità di cambiare i rapporti di potere e per, da creditori, esigere l’annullamento degli illegittimi, inumani e immorali debiti esteri, fermare il saccheggio delle risorse naturali, la distruzione e contaminazione della natura, la violazione dei diritti dei popoli e chiedere il recupero ambientale ed il risarcimento delle vittime.

 

"Non si tratta solo di condonare debiti finanziari ma anche debiti storici", ha assicurato il nicaraguense Alejandro Bendaña, membro del Comitato Internazionale di Coordinamento di Giubileo Sud. "Siamo creditori di 500 anni di saccheggi, interventi e sfruttamento dei nostri popoli del Sud, inteso più sociologicamente che geograficamente".

 

Ha richiamato l’attenzione sul fatto che annualmente questi paesi pagano circa 300 miliardi di dollari di debito estero, 40 dei quali agli Stati Uniti. "Con un terzo di questa cifra si potrebbero soddisfare le necessità fondamentali del Sud", ha sottolineato.

 

"Se continuiamo con questo processo di indebitamento non potremo sopravvivere", ha avvertito Ntando Ndlovu, funzionaria della Segreteria Generale di Coalizione dello Zimbabwe. "Dobbiamo lasciar morire di fame i nostri bambini per pagare il debito? Dovremo pagarlo invece che investire in medicine che ci consentano di affrontare la pandemia del VIH-SIDA (AIDS)?", ha chiesto.

 

Ndlovu ha avvertito che le opzioni offerte dalla Banca Mondiale, dal Fondo Monetario Internazionale e dall’Organizzazione Mondiale del Commercio per saldare i debiti coloniali accumulati in secoli di sfruttamento e apartheid in Africa, "sono quelle di seguire le loro normative neoliberiste e privatizzare tutto. Per un bambino africano questo significa morire di fame", ha sottolineato.

 

"I nostri governi sono deboli", ha detto, "hanno posizioni subalterne nei negoziati; dobbiamo lottare affinché dicano: ‘non siamo d’accordo con queste politiche importate ’ ".

 

Ha valutato la frammentazione dell’Africa, l’insicurezza in termini generali, lo scarso o inesistente sostegno degli stati al finanziamento di programmi sanitari ed educativi, l’esodo dei professionisti, la dipendenza dal finanziamento estero. "Se lotteremo come continente tutto sarà diverso", ha messo in risalto.

 

Fino a mercoledì prossimo i delegati dell’Assemblea Mondiale di Giubileo Sud continueranno a dibattere sugli effetti e le proposte della lotta contro il debito estero. Il rappresentante del Sindacato dei Funzionari Pubblici indiani, Ashok Rao, ha esposto le sue, tra le quali citiamo: mettere al centro dello sviluppo le esigenze delle persone e non i profitti; che il fondamento del diritto alla terra sia la sicurezza alimentare; scoraggiare la speculazione tributaria a livello nazionale e internazionale; garantire i servizi pubblici per ridurre gli indici d’emarginazione. "Condonare il debito", ha sostenuto, "non è un’opera di carità, è dare una risposta a secoli di saccheggi e sfruttamento".

 

 

E’ L’AFRICA LA PIU’ COLPITA

 

 

Durante la sessione del pomeriggio della riunione del Giubileo Sud sono stati letti tre rapporti sulla situazione del debito in Africa, America Latina e Asia-Pacifico.

 

Dembe Dembele, rappresentante africano, ha esposto delle cifre che dimostrano l’aumento vertiginoso del debito di questa regione dal 2001 ad oggi. Per esempio, è aumentato del 65% rispetto al Prodotto Interno Lordo (PIL) e raggiunge cifre più alte per quel che riguarda l’esportazione di prodotti e servizi, nonchè altri indicatori.

 

Ha spiegato che 32 dei 38 paesi più indebitati del mondo appartengono all’Africa subsahariana e fra le conseguenze devastanti c’è che ogni 30 secondi un bimbo africano muore di malaria.

 

Inoltre, la liberalizzazione del commercio ha distrutto le strutture economiche della regione, con perdite superiori ai 270 miliardi di dollari; le industrie locali sono andate scomparendo, provocando un aumento accellerato della disoccupazione.

 

Il delegato africano ha lanciato un appello ad intensificare la lotta contro il debito e a creare una coalizione più grande che persegua questo obiettivo.

 

"Non dobbiamo, non paghiamo, siamo creditori", ha concluso.

 

Tra gli altri interventi del pomeriggio citiamo quello di Mercedes Canese, per la regione latinoamericana e Ana María Nemenzo, per l’Asia-Pacifico.

 

L’analisi in assemblea plenaria sul lavoro di Giubileo Sud, passato e futuro, ha concluso la giornata di lunedì.

 

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E' cominciato oggi l’Incontro

 

Internazionale contro il debito estero

 

 

26 settembre 2005 - Da oggi (lunedì) fino al 30 si svolgerà nel Palazzo delle Convenzioni l'Assemblea Mondiale di Giubileo Sud e l'Incontro Mondiale Nord-Sud di Resistenza e Alternative al Debito Estero.

 

Giubileo Sud è una rete d'organizzazioni e movimenti sociali, ONG, centri di ricerca e personalità d'Africa, Asia, America Latina e Caraibi, che ha come missione fondamentale quella di promuovere lo studio, la denuncia e la resistenza al debito estero che flagella i paesi del Terzo Mondo.

 

L'Assemblea Mondiale di Giubileo Sud, che per la prima volta si svolge nel nostro paese, durerà fino alla mattina del 28 settembre. Nel pomeriggio dello stesso giorno inizierà l'Incontro Nord-Sud di Resistenza e Alternative al Debito Estero, al quale assisteranno, oltre ai partecipanti all'Assemblea, decine di rappresentanti d'organizzazioni e personalità che dai paesi sviluppati esigono l'abolizione del debito estero, ha informato Leonel González González, della Segreteria Nazionale della CTC e membro del Comitato Organizzatore dell'appuntamento.

 

Il Premio Nobel della Pace Adolfo Pérez Esquivel e Atilio Borón, segretario generale del Consiglio Latinoamericano delle Scienze Sociali (CLACSO) figurano tra i delegati di circa 60 paesi di tutti i continenti e le personalità che hanno annunciato la loro presenza in questo incontro, che si terrà 20 anni dopo le storiche giornate internazionali contro il debito estero, svoltesi nel 1985 in questa capitale con la partecipazione di Fidel.