Sono iniziate le trasmissioni

 

sperimentali di TELESUR

 

Caracas, 24 maggio

 

 

Contestualizzazione, obiettività e recupero di generi giornalistici dimenticati dalle grandi emittenti televisive saranno i caratteri distintivi di TELESUR, ha anticipato il direttore generale del canale, Aram Aharonian, durante la cerimonia di inizio delle trasmissioni sperimentali dell'emittente, gestita da un'impresa multinazionale. La notizia è stata resa nota da Prensa Latina.

 

Aharonian ha spiegato TELESUR nasce col proposito di andare più in là dei titoli che fanno "notizia" e di fare vere e proprie inchieste sui temi di interesse regionale.

 

Il giornalista uruguayano ha precisato che le trasmissioni sperimentali continueranno per due mesi e che il 24 luglio avrà inizio la seconda fase, con la messa in onda fino a  settembre di una parte della programmazione, dopodichè il palinsesto dei programmi sarà quello definitivo.

 

Gli operatori dei servizi televisivi di tutto il mondo hanno cominciato a ricevere via satellite il segnale della nuova tv, che si propone di diventare uno strumento di integrazione latinoamericana.

 

L'impresa è nata con la partecipazione di Venezuela, Argentina, Uruguay e Cuba. Sono in fase avanzata le trattative con il Brasile ed è aperta la porta a chi si volesse incorporare.

 

Durante la cerimonia inaugurale, svoltasi nel teatro Teresa Carreño, il ministro dell’Informazione del Venezuela, Andrés Izarra, ha opinato che la prospettiva logica è l'aumento dei soggetti partecipanti.

 

Secondo Izarra, il corso degli avvenimenti porta l’America Latina verso l’integrazione e TELESUR è stata concepita come uno strumento di questo processo.

 

Gabriel Mariotto, sottosegretario argentino ai mass-media, ha spiegato che, sulla base di una proposta orizzontale, ampia e democratica, si sta costruendo un'emittente che dia uno sguardo diverso e più profondo alla regione.

 

Il direttore aggiunto del canale, il cubano Ovidio Cabrera, ha sostenuto che il 40% della programmazione sarà informativa, con una visione propria degli avvenimenti dalla regione e per la regione.

 

Il resto, ha indicato, verrà destinato alle espressioni audiovisive del continente.

 

Per il giornalista e regista colombiano Jorge Enrique Botero, direttore dell’Informazione di TELESUR, il canale offrirà la possibilità di una conoscenza diretta e senza intermediari e con questo obiettivo si propone di aprire nella prima fase nove redazioni locali.

 

Attualmente, ha precisato Botero, già sono aperti gli uffici di TELESUR a Bogotá, La Paz, Brasilia e Caracas. Nelle prossime settimane verranno inaugurati queli di Buenos Aires e LAvana, mentre a luglio avverrà lo stesso a Washington e Città del Messico.
 

 

 

 

TELESUR

inizierà le trasmissioni a maggio
 

25 aprile 2005 (PL)

 

“Una televisione regionale contribuirebbe in buona misura a far fronte al colossale squilibrio informativo che si vive in America Latina. Quando, nel prossimo mese di maggio, inizierà a trasmettere la stazione televisiva regionale TELESUR, si sarà conseguito un trionfo notevole nell’ampia battaglia per stabilire un nuovo ordine informativo mondiale che sostituisca quello esistente, caratterizzato dal quasi monopolio esercitato da USA ed UE”.


Questa affermazione è stata fatta (in ALAI-AMLATINA) dal giornalista cileno Hernán Uribe, uno dei molti che in America Latina ha salutato e sostenuto l’arrivo di Telesur (Nuova Televisione del Sud SA), un progetto nato grazie all’apporto finanziario dei governi venezuelano, argentino e uruguayano, nonché al sostegno di istituzioni brasiliane.


“La concretizzazione di questo progetto presuppone un nuovo ordine informativo mondiale e porrà fine al monopolio delle informazioni esercitato da Stati Uniti ed Unione Europea”, ha dichiarato il presidente venezuelano Hugo Chávez, che considera indispensabile aumentare l’indipendenza culturale dei paesi latinoamericani (con una popolazione di 500 milioni di abitanti).


Aram Aharonian, giornalista uruguayano direttore di Telesur ha spiegato (fonte Indymedia) che questo è un progetto strategico, nato dalla necessità di dare voce ai latinoamericani, sommersi da un cumulo di pensiero ed immagini unici, trasmessi dai media commerciali.


“Telesur dispone”, secondo ANCHI, “di un direttivo internazionale, presieduto dall’attuale ministro dell’Informazione del Venezuela, Andrés Izarra, con Aharonian come direttore generale e con la partecipazione dell’argentina Ana de Escalom, direttrice del Canale 7 di Buenos Aires; Belo Almeida, sindacalista del collegio dei giornalisti del Brasile; Jorge Enrique Botero, colombiano, direttore dell’informazione del canale e del cubano Ovidio Cabrera.


La televisione regionale contribuirebbe in buona misura a fronteggiare il colossale squilibrio informativo esistente in America Latina, che ha portato Hernán Uribe a chiedersi: Esiste il Sud?


Secondo il giornalista cileno “il destino storico ha fatto si che nell’Emisfero Nord siano localizzate le nazioni industrializzate e sviluppate e che nel Sud si trovino i paesi poverissimi, a dispetto del fatto che in questa parte del pianeta viva il 70% della popolazione mondiale.


In tutti gli indici delle statistiche, gli Stati sottosviluppati hanno il triste primato della povertà, fame, analfabetismo, solo per menzionare alcuni degli squilibri tra le due aree geografiche. Anche l’informazione giornalistica deve essere compresa tra queste brutali differenze”.
 

In I Media considerano un solo Mondo, escludendo il Sud, Ana Delicado ricorda che gli Stati Uniti e l’Unione Europea controllano il 90% di tutta l’informazione del pianeta e così 300 delle principali agenzie di informazione sono così suddivise: 144 degli USA, 80 dell’Unione Europea e 49 giapponesi. Un dato illustrativo: i paesi poveri, dove vive il 75% dell’umanità, posseggono soltanto il 30% dei giornali del mondo.


Telesur conquisterà posizioni rispetto alle grandi ‘corporations’ mondiali di notizie, compiendo un’impresa mediatica del tipo David e Golia e funzionerà “secondo stretti criteri di redditività, competitività e commercializzazione”, ha detto Aharonia al giornale messicano ‘La Jornada’.


Ha considerato che l’informazione oggi disponibile sulle nazioni dell’America Latina è assolutamente parziale ed inserita nella tendenza a diffondere una voce ed un’immagine uniche nei messaggi, che non rappresentano ciò che realmente succede in America Latina.
 

“Rivendichiamo il diritto dei nostri popoli a disporre di una loro voce. Non saremo intermediari di questa voce, ma uno spazio dove i popoli latinoamericani potranno farla sentire”.
 

Per quanto riguarda i futuri contenuti, si prevede che più del 30% della programmazione sarà a carattere informativo, ma verrà trasmessa anche una forte dose di documentari e film di ‘fiction’ latinoamericani ed una rivista mattutina sulle tematiche culturali.


Il motto di Telesur sarà: “Il nostro nord è il sud”. L’emittente avrà la sua sede a Caracas. Trasmetterà ventiquattro ore su ventiquattro, con tre blocchi di otto ore l’uno. Potrà contare su corrispondenti negli USA, in Messico, Bogotà, Caracas, L’Avana, Lima, Buenos Aires e Brasile.
 

Secondo i suoi dirigenti, la nuova televisione satellitare si distinguerà in molti aspetti dalle emittenti commerciali.
 

“I nostri presentatori avranno uno stile colloquiale, disporremo di giornalisti che racconteranno storie, saranno reporter e non pupazzi che sanno soltanto leggere il Teleprompter. La nostra idea è quella di rivendicare il giornalismo”.


“Inoltre”, ha puntualizzato, “aspiriamo ad avere un’agenda nostra, toccando temi che presto scompaiono dagli schermi commerciali ma che non per questo cessano di essere notizia”.
 


Lotta ideologica



In una conferenza stampa tenutasi a Montevideo, Aharoniam ha detto che con Telesur si vuole intraprendere una lotta ideologica nell’ambito televisivo ed ha fatto riferimento all’attuale esistenza di una “dittatura mediatica”, attraverso la quale “si vogliono imporre un pensiero unico, una immagine unica ed un solo punto di vista. Ci vedono in bianco e nero mentre siamo in technicolor. Siamo molto diversi fra noi, abbiamo differenze etniche, di opinione (anche fra chi la pensa nello stesso modo) e questo si deve riflettere sullo schermo”.
 

Il direttore di Telesur ha ricordato come “da circa 513 anni veniamo allenati a vedere con occhi altrui. Vogliamo disporre di un canale televisivo che possa mostrare questa America Latina e Caraibi in tutti i suoi colori, con le diversità e pluralità che ci contraddistinguono”.


Ha ribadito che con Telesur avremo una voce ed un’immagine nostra. “Un sogno di sovranità latinoamericana”.