Relazione di Cuba sulla Risoluzione 59/11 dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite

NECESSITÀ DI PORRE FINE AL BLOCCO ECONOMICO, COMMERCIALE E FINANZIARIO IMPOSTO DAGLI STATI UNITI D'AMERICA CONTRO CUBA
15 agosto 2005




3 - ALCUNI EFFETTI DEL BLOCCO PER L'ECONOMIA STATUNITENSE, PER IL SUO POPOLO E PER ALTRI POPOLI DEL MONDO


La politica di blocco danneggia pure i cittadini nordamericani e di paesi terzi.

L'eliminazione del blocco potrebbe generare 100.000 posti di lavoro ed entrate addizionali per 6.000 milioni di dollari all'economia degli Stati Uniti, secondo uno studio presentato dal Direttore del Centro di Commercio e delle Ricerche dell'Università del Sud dell'Alabama, al Quarto Vertice Nazionale su Cuba, che ha avuto luogo a Mobile, in Alabama, nel giugno del presente anno.(10)
(10) Come dimostra uno studio, la fine del blocco a Cuba beneficerebbe gli Stati Uniti, 8 giugno 2005
http://www.argenpress.info/nota.asp?num=021477

Un altro studio realizzato nel 2000 dal World Policy Institute di New York, ha rivelato che solo la vendita senza restrizioni di alimenti e di medicine a Cuba, potrebbe generare all'anno 1.600 milioni di dollari - quasi quattro volte l'importo attuale degli acquisti cubani di alimenti negli Stati Uniti - e 20.000 posti di lavoro in più per l'economia nordamericana.(11)
(11) Dr. Stern, Paula, "The Impact on the U.S. Economy of Lifting the Food and Medical Embargo on Cuba", World Policy Institute, 2000, in: http://www.worldpolicy.org/projects/uscuba/index.html

L'economia degli Stati Uniti perde ogni anno per il blocco contro Cuba fino a 1.240 milioni di dollari in esportazioni agricole e fino a 3.600 milioni di dollari all'anno in altre attività economiche, secondo studi realizzati da istituzioni nordamericane.(12)
(12) "Impatti economici delle esportazioni agricole degli Stati Uniti a Cuba", C. Parr Rosson e Flynn Adcock, professori dell'A&M Texas University, Cuba Policy Foundation, 28 gennaio 2002.
http://www.cubafoundation.org/pdf/CPF-Release-AgStudy-0202.28.htm

Secondo stime realizzate nel 2001 dall'U.S. International Trade Commission, le esportazioni degli Stati Uniti a Cuba oscillerebbero tra 658 milioni e 1.200 milioni all'anno.

Secondo un'altra ricerca, realizzata nel 2004 da Tim Lynch, Necati Aydin e Julie Harrington dell'Università Statale della Florida, 10 anni dopo l'eliminazione del blocco le esportazioni verso l'Isola oscillerebbero tra 6.000 milioni e 9.470 milioni di dollari all'anno, con un potenziale di esportazione netta o di surplus commerciale bilaterale a beneficio degli Stati Uniti di 3.600 milioni di dollari.

Nonostante le proibizioni di recarsi a Cuba, gli abbonati alla rivista New York Travel & Leisure Magazine, hanno selezionato Cuba come la migliore Isola nei Caraibi. Il National Geography Traveler Destination Scoreboard, da parte sua, ha reso noto che dopo avere intervistato 200 esperti in turismo sostenibile, il Centro Storico di La Habana è stato selezionato tra i migliori 115 posti del mondo. Secondo un'inchiesta realizzata nell'aprile del 2001 dalla Cuba Policy Foundation, il 66.8 % dei nordamericani pensa che dovrebbe essere permesso loro di recarsi a Cuba.

Uno studio realizzato nell'anno 2003 dal Gruppo Brattle, ha rivelato che le visite dei cubani residenti negli Stati Uniti aumenterebbero di circa 289.000 viaggiatori all'anno e quelle dei nordamericani fino a 2.8 milioni di turisti (2.72 milioni al di sopra del livello di allora), se si decidesse di eliminare il blocco. In totale, ha previsto che 3.01 milioni di viaggiatori in più provenienti dagli Stati Uniti visiterebbero Cuba ogni anno.(13)
(13) Riassunto Esecutivo dello studio "The impact on the U.S. economy of lifting restrictions on travel to Cuba", realizzato da The Brattle Group per il Center for International Policy di Washington

Come stimato, solo l'eliminazione delle restrizioni di viaggio a Cuba genererebbe una crescita annuale di entrate all'economia nordamericana tra 1.180 e 1.610 milioni di dollari. Questa espansione creerebbe tra 16.888 e 23.020 nuovi impieghi.(14)
(14) Riassunto Esecutivo dello studio "The impact on the U.S. economy of lifting restrictions on travel to Cuba", realizzato da The Brattle Group per il Center for International Policy di Washington

Secondo altre proiezioni, i viaggi annuali a Cuba dagli Stati Uniti raggiungerebbero i 4 milioni di visitatori nel primo anno. I calcoli più conservatori considerano in 1.5 milioni le persone che arriverebbero a Cuba dagli Stati Uniti nel terzo anno dopo l'eliminazione della proibizione di viaggio. Sulla base di questa ultima previsione, si calcola che solo l'eliminazione delle restrizioni di viaggio produrrebbe un incremento tra 126 e 252 milioni di dollari all'anno nelle vendite nordamericane di prodotti agricoli a Cuba al di sopra degli attuali livelli.(15)
(15) Studio di Parr Rosson del Texas A&M University, citato in Bollettino di stampa della Cuba Policy Foundation del 5 febbraio 2003.

Le perdite totali per le aziende nordamericane per ogni milione di turisti nordamericani che non possono visitare Cuba raggiungono i 565 milioni di dollari, suddivisi in (milioni di dollari):
Linee aeree 300
Agenzie di viaggi e tour-operator 160
Importazioni di Cuba di bibite a alimenti 45
Altre importazioni di Cuba 30
Agenzie di pubblicità e stampa 30

L'eliminazione totale del blocco porterebbe all'economia statunitense circa 545.6 milioni di dollari e creerebbe dopo un anno 3.797 posti di lavoro, solo in benefici legati ai viaggi. Trascorsi cinque anni dall'eliminazione del blocco l'economia nordamericana riceverebbe benefici addizionali per 1.972 milioni di dollari e sarebbero stati creati 12.180 posti di lavoro.(16)
(16) "Economic Benefits to the United States from Lifting the Ban on Travel to Cuba", EdSanders and Patrick Long, University of Colorado at Boulder, Cuba Policy Foundation, 25 giugno 2002.
http://www.cubafoundation.org/Releases/Study%20Shows%20Cuba%20Travel%20GOOD%20for20U.S.%20Economy%20-%200206.25.htm

L'eliminazione del blocco potrebbe generare entrate annuali tra 2.000 e 3.000 milioni di dollari alle compagnie nordamericane del settore energetico, secondo uno studio realizzato da due rinomati economisti nordamericani del settore nel dicembre del 2001.(17)
(17) "The Potential for the U.S. Energy Sector in Cuba", di Amy Myers Jaffe, consigliere principale di energia dell'Istituto per la Politica Pubblica James A. Baker III nell'Università Rice e Ronald Soligo, professore di economia della Rice University, edito il 17 dicembre 2001 dalla Cuba Policiy Foundation.

Nel loro lavoro hanno dimostrarono che il blocco pone ostacoli insuperabili alla realizzazione delle significative potenzialità di cooperazione tra Cuba e Stati Uniti in materia energetica, limitando le opzioni per il rafforzamento della sicurezza energetica degli Stati Uniti e la diversificazione della fornitura energetica alla Florida e restringendo le alternative per l'alleggerimento di un prevedibile deficit nella capacità di raffinazione locale nordamericana. Hanno anche indicato che le acque cubane potrebbero offrire una fonte ricca di gas naturale, con un potenziale di esportazione verso la Florida attraverso un gasdotto, affermando che la fornitura da parte di Cuba di 2 milioni di tonnellate all'anno di gas alla Florida rappresenterebbe per gli Stati Uniti un'opportunità di commercio da 300 milioni di dollari all'anno. Hanno aggiunto che il gas cubano potrebbe essere convertito in modo redditizio in prodotti liquidi come benzina o diesel, attraverso la costruzione di un impianto di trasformazione.

Come risultato della ricerca realizzata, gli economisti nordamericani hanno concluso che se la domanda di energia cresce di un 4 % all'anno, Cuba dovrà installare per l'anno 2015 ulteriori generatori per 478 Megawatts e che la capacità di raffinazione della benzina dovrà essere incrementata come minimo tra 30.000 e 38.000 barili al giorno.

Come è stato indicato, la recente nuova interpretazione dell'OFAC sul concetto di pagamento in anticipo degli acquisti di alimenti da parte di Cuba sul mercato statunitense, ha sensibili conseguenze negative.

Dal 2001 e fino a marzo del 2005, le autorità cubane pagavano per le merci agricole nordamericane dopo la partenza dei prodotti o al loro arrivo all'Isola, in un termine di 72 ore.(18)
(18) in Juventud Rebelde, 24 giugno 2005

Nell'anno 2005, Cuba importerà tra 750.000 e 800.000 tonnellate di riso; in un breve termine, gli acquisti potrebbero arrivare al milione di tonnellate. Acquistando solo 100.000 tonnellate dagli Stati Uniti, l'Isola occuperebbe il terzo posto come importatore di questo prodotto sul mercato nordamericano. Se esistesse un commercio normale tra i due paesi, e senza sacrificare altre fonti di fornitura di riso all'Isola, Cuba potrebbe acquistare tra 500.000 e 700.000 tonnellate di riso all'anno da produttori nordamericani; Cuba passerebbe a occupare il primo o il secondo posto tra gli importatori di riso nordamericano.(19)
(19) Dichiarazioni di Pedro Alvárez, Presidente di ALIMPORT, in Granma Internacional, 24 giugno 2005

Cuba comprerà quest'anno circa 1.700 milioni di dollari in prodotti agro-alimentari ed è preparata per far fare un balzo importante all'importo dei suoi acquisti dagli Stati Uniti. Se non esistessero le restrizioni attuali nel commercio, il paese avrebbe importato tra 700 e 800 milioni di dollari di prodotti agro-alimentari nordamericani. Con ciò verrebbe raddoppiato il livello degli acquisti realizzati lo scorso anno, che sono stati dell'ordine di 450 milioni di dollari.(20)
(20) Dichiarazioni di Pedro Alvárez, Presidente di ALIMPORT, in Granma Internacional, 24 giugno 2005

In conseguenza delle azioni intraprese recentemente dall'OFAC, secondo le previsioni dell'Associazione dei Produttori di Mele degli Stati Uniti, le esportazioni di questa frutta a Cuba diminuiranno per lo meno del 30 %, quando avverrà il raccolto di questa estate. Lo stato della Virginia esporta circa l'80 % delle sue mele all'Isola. Per l'azienda del latte Dairy America, i suoi carichi di latte in polvere sgrassato verso il mercato cubano sono ora più costosi e più lenti, a causa delle nuove disposizioni dell'OFAC, che impongono spese addizionali per circa 3.000 dollari a ogni spedizione di mille tonnellate.(21)
(21) "Il Congresso degli Stati Uniti deve ottenere vie più veloci per il commercio con Cuba" in Granma Internacional, 24 giugno 2005

La proibizione al fatto che istituzioni cubane partecipino alle prove cliniche di medicinali prodotti negli Stati Uniti, colpisce pure direttamente il popolo nordamericano e quelli di altri paesi. Per esempio, i progettisti nordamericani delle prove di una medicina contro la sicklemia, hanno stimato che la partecipazione cubana avrebbe permesso di far arrivare la nuova medicina sul mercato almeno un anno prima, poiché le prove sarebbero state avvantaggiate dall'esistenza a Cuba di un registro nazionale di pazienti con questa malattia, inesistente nel caso degli Stati Uniti.(22)
(22) Presentazione del Dr. Peter G. Bourne, Presidente della Giunta di Medical Education Cooperation with Cuba (MEDICC) presso il Vertice Nazionale su Cuba, Tampa, Florida, 8 ottobre 2004, citata da Gail Reed in MEDICC, National Summit on Cuba: Embargo Harms US People, Too. Bourne è stato Consulente per questioni di salute del Presidente Carter e Segretario Generale Aggiunto dell'ONU dal 1979 al 1981.
http://medicc.org/medicc_review/1104/pages/headlines_in_cuban_health.html#top

Gli effetti negativi del blocco sulla biotecnologia cubana, hanno anche conseguenze dannose indirette per la salute nei paesi sottosviluppati. Cuba è il paese del mondo che ha più progetti di vaccinazioni preventive e terapeutiche contro le principali malattie del Terzo Mondo, con un totale di 29 progetti.

L'organizzazione 'Pediatric Dengue Vaccine Initiative' (PDVI-U.S.A.) e il National Vaccine Institute (IVD) della Repubblica della Corea, hanno selezionato tra oltre 100 progetti internazionali uno del Centro di Ingegneria Genetica e Biotecnologia di Cuba, per il suo grande prestigio, nella prospettiva di ottenere un vaccino contro il dengue, malattia che colpisce numerosi paesi sottosviluppati. E' stato concesso il finanziamento ai restanti 12 progetti selezionati, mentre quello di Cuba non è stato preso in considerazione a causa del blocco.

Nell'anno 2002, le malattie del cuore hanno causato negli Stati Uniti 240.8 morti per ogni 100.000 abitanti, costituendo la prima causa di morte in questo paese. Le malattie cerebro-vascolari, con 56.2 morti per ogni 100.000 abitanti, rappresentano la terza causa di morte.

Secondo gli Editori della Harvard International Review, Ryan Bradley and Edy Rim, una valutazione indipendente dell'Università di Ginevra ha indicato la nuova medicina cubana PPG (Ateromixol o Policosanol), creata nel 1991, come il miglior farmaco anticolesterolo disponibile.(23)
(23) R: Bradley and E. Rim, "Loosening the Reins: Autonomy Boosts Cuban Medical Industry". In Harvard International Review, Fall 1994, p. 66 citato da Denial of Food and Medicine: THE IMPACT OF THE U.S. EMBARGO ON HEALTH & NUTRITION IN CUBA, A Report from the American Association for World Health, marzo del 1997.

Un articolo scientifico intitolato "Meta-Analysis of Naturale Therapies for Hyperlipidemia: Plant Sterols and Stanols Contro Policosanol", pubblicato in Pharmacotherapy nel 2005, ha indicato che gli estanoli e gli esteroli di sintesi, disponibili negli Stati Uniti, sono ben tollerati e sicuri, ma il policosanol (PPG) è più efficace dei precedenti a livello di riduzione del LDL (colesterolo maligno) ed è molto meglio per il paziente in quanto deve prendere una sola tavoletta al giorno, è molto più economico e con più potenzialità per i benefici cardiovascolari.

Se non esistesse il blocco, migliaia e forse centinaia di migliaia di cittadini nordamericani avrebbero salva la loro vita o non patirebbero problemi fisici o altre limitazioni in conseguenza di non poter ricevere trattamento, per assurde ragioni politiche, con il PPG, la medicina anticolesterolo più efficace e più economica disponibile, brevettata a Cuba.

Riguardo al cancro, dal 1970 il tasso di mortalità per cancro al polmone negli Stati Uniti è stato più alto di quello di altri tipi di questa malattia. Il numero di morti per cancro in questo paese supera le 560.000 persone all'anno; ogni anno vi sono 1.250.000 nuovi malati; solo per cancro al polmone muoiono circa 166.000 persone ogni anno, e una donna su tre e un uomo su due della popolazione nordamericana vivente ha patito qualche tipo di cancro durante la sua vita.

Dopo oltre 30 anni di programmi e oltre 230.000 milioni di dollari spesi, il risultato nella lotta contro il cancro negli Stati Uniti è minimo. Se non esistesse il blocco, le istituzioni della biotecnologia cubana che lavorano a numerosi progetti di ricerca di avanguardia come vaccini terapeutici contro differenti tipi di cancro - 10 progetti - o monoclonali brevettati per la diagnosi precoce del cancro, tra gli altri, potrebbero contribuire ad affrontare questa grave malattia.



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