Il blocco degli
Stati Uniti contro
Cuba colpisce
altri paesi
12
ottobre 2005 (PL) - La falsità di Washington di presentare il blocco contro Cuba
come un tema bilaterale si sgretola davanti ai danni di numerosi Stati, imprese
e cittadini di paesi terzi, che commerciano con l’Isola.
Nel 2004 circa 77 compagnie, istituzioni bancarie ed organizzazioni non
governative, di diverse parti del mondo, sono state multate per più di un
milione 200 mila dollari per azioni considerate
illegali dagli Stati Uniti.
Delle entità multate, 11 sono imprese straniere o sussidiarie di compagnie
nordamericane radicate in nazioni come: Messico, Canada, Panama, Italia, Regno
Unito, Uruguay e Bahamas.
Organizzazioni come Iberia, Alitalia, Air Jamaica, Daewoo e la Banca della Cina
sono state sanzionate con l'accusa che le loro filiali in America del Nord hanno
violato le disposizioni del falso embargo.
Alpha Pharmaceutical Inc., ICN Farmaceutico S. A. e Laboratori Grossman S.A.
ubicati in Panama ed in Messico sono stati sanzionati con multe per più di 198
mila dollari, tra i casi più significativi dell’anno scorso.
Altri danneggiati sono stati l’entità messicana Trinity Industries e Chiron
Corporation Ltd., entità che a nome di Chiron S.p.A. e Chiron Behring GMBH,
della California, è stata sanzionata a pagare 168 mila 500 dollari per aver
esportato vaccini a Cuba dal 1999 al 2002.
Ugualmente, Daewoo Heavy Industries America Corporation, con ubicazione in
Georgia, negli Stati Uniti, è stata punita con 55 mila dollari per aver
esportato merci a Cuba nel 1999.
Questo anno, la compagnia Martinair Holland N.V.dba, con sede nei Paese Bassi, è
stata multata per aver prestato servizi viaggi a Cuba senza contare sulla
licenza nordamericana.
Le regolazioni della guerra economica, commerciale e finanziaria contro l’isola
vieta a compagnie statunitensi, ubicate in altri stati, di portare a termine
qualunque transazione con imprese cubane.
Queste ditte non possono acquisire beni la cui elaborazione richieda qualche
prodotto proveniente dall’isola.
S'impedisce anche ad imprese di paesi terzi di esportare verso il suolo
dell’Unione qualunque prodotto che contenga materia prima cubana.
Ugualmente, Washington proibisce la vendita a L’Avana di beni o servizi che
utilizzino tecnologia nordamericana o che richiedano nella loro fabbricazione
prodotti di questa provenienza, anche quando i proprietari di queste imprese
siano nazionali di altri paesi.
Per obbligare li altri a partecipare al blocco, il governo statunitense ostacola
l’entrata nei suoi porti di quelle navi che abbiano trasportato merci verso o da
Cuba.
Proibisce, a rischio di sequestro, che banche di altre nazioni aprano conti in
dollari statunitensi o effettuino una transazione finanziaria in questa moneta
con persone ed entità giuridiche cubane.
D'altra parte, gli Stati Uniti ostacolano che imprenditori di altri paesi
portino a termine investimenti o commerci con Cuba sotto l’ipotesi che queste
operazioni sono relazionate con proprietà nazionalizzate dal processo
rivoluzionario.
Così, nel suo carattere extraterritoriale, l’assedio nordamericano oltre a
provocare abbondanti danni all'Isola, coarta il diritto di altre nazioni ad
avvantaggiarsi delle opportunità che offre lo sviluppo dell’economia cubana.
Il documento intitolato “Necessità di mettere fine
al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti a Cuba”
si presenterà per la quattordicesima volta all’Assemblea Generale dell’ONU, dove
è stato votato favorevolmente tutte le occasioni anteriori.
Un anno fa quest’istanza, nella sua 59esima
sessione , ha appoggiato la risoluzione con 179 paesi a
favore, appena quattro contro ed un’astensione.
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