Il blocco danneggia

 

 anche i nordamericani

 

 

J.C. DÍAZ - Avana 19 settembre 2005

 

 

Il blocco economico, finanziario e commerciale degli Stati Uniti contro Cuba pretende di asfissiare la nazione cubana, ma pregiudica anche il settore imprenditoriale ed il popolo nordamericani.

 

Nell’ultimo rapporto presentato dall’Isola all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per mettere fine a questo assedio si stima che i danni diretti superino gli 82 miliardi di dollari (una media annuale di 1 miliardo e 782 milioni).

 

In questa cifra non sono compresi i più di 54 miliardi di danni arrecati alle infrastrutture economiche e sociali dai numerosi atti terroristici organizzati e finanziati da Washington, né il valore degli articoli dei quali si è dovuta interrompere la produzione.

 

Incalcolabili sono le sofferenze prodotte dalla carenza di alimenti, medicine o dalla morte di un essere caro, come i 110 bambini deceduti a causa dell’introduzione del dengue emorragico nel 1981. Per non parlare delle 3.478 persone morte e delle più di 2.000 rimaste mutilate a causa delle azioni terroristiche perpetrate contro Cuba dal 1959 ad oggi.

 

Secondo i dati ufficiali, il 70% della popolazione dell’Isola è nata e vive sottoposta alle conseguenze dell’assedio.

 

Il blocco nordamericano si sta trasformando sempre più in un boomerang per i cittadini statunitensi, ai quali viene proibito qualsiasi tipo di scambio con i cubani.

 

Solo lo scorso anno non si sono potuti recare a Cuba più di 51 mila residenti negli USA, facendo calare del 40,5% il numero dei visitatori rispetto al 2003.

 

316 sono stati multati dall’Ufficio di Controllo degli Attivi Cubani per aver "trasgredito diverse disposizioni". Alla fine di agosto i viaggi sono diminuiti di un terzo rispetto allo stesso periodo del 2004 e le sanzioni sono aumentate a 477. A queste ultime vanno aggiunte quelle imposte in maniera celere, a differenza degli anni scorsi, quando la notifica avveniva ad una maggior distanza di tempo.

 

Il presidente nordamericano George W. Bush ha indurito ancor più le sanzioni nel maggio 2004, comprendendo per la prima volta i residenti cubani negli USA. Infatti da allora questi possono recarsi a far visita ai parenti nel loro paese d’origine solo una volta ogni tre anni e soltanto i consanguinei più stretti. Il numero totale di persone che non si sono potute recare a Cuba ammonta quindi a 64.000.

 

Il rapporto intitolato "Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba", denuncia inoltre il fatto che ai nati o residenti in questo paese è proibito acquistare legalmente prodotti d’origine cubana, anche in mercati terzi o per consumo personale. Nella lista sono compresi rum e tabacco, riconosciuti internazionalmente per la loro qualità. Il loro consumo può comportare multe da un milione di dollari per le corporazioni e di 250 mila dollari e pene carcerarie fino a 10 anni per le persone.

 

Com’è stato rivelato, gli USA destinano più personale a perseguire e vigilare la stretta applicazione dell’assedio contro l’Isola di quello impiegato nella lotta contro il terrorismo.

 

Di fronte agli innegabili progressi scientifici, sanitari, educativi e nella ricerca dei cubani, l’Amministrazione Bush impedisce sempre più spesso gli scambi accademici, culturali, scientifici e sportivi.

 

Tra gli esempi citati dal documento c’è la cancellazione di un evento culturale della Galleria d’Arte Corcoran di Washington, patrocinato dalla Sezione d’Interesse di Cuba e la proibizione di viaggiare a due eminenti ricercatori.

 

Christopher Sheik, del servizio geologico degli Stati Uniti e Richard T. Buffler, geofisico dell’Università di Austin, sono stati minacciati di venire multati in caso di partecipazione alla Convenzione di Scienze della Terra, alla quale erano stati invitati.

 

La perdita di introiti causata dagli effetti della politica d’isolamento, così come la mancata creazione di nuovi posti di lavoro, sono notevoli anche per la maltrattata economia statunitense.

 

Secondo uno studio del giugno di quest’anno del Centro d’Affari e Ricerche dell’Università del Sud dell’Alabama, la sospensione del blocco genererebbe centomila nuovi posti di lavoro ed introiti per sei miliardi di dollari.

 

Se vengono tolte le sanzioni, sostiene il Gruppo Brattle del Centro di Politica Internazionale di Washington, l’economia nordamericana beneficerebbe annualmente di entrate aggiuntive comprese tra 1 miliardo e 180 milioni e 1 miliardo e 610 milioni di dollari e della creazione di 23.020 nuovi posti di lavoro.

 

L’anno scorso la risoluzione presentata all’ONU da Cuba ha raccolto il voto favorevole di 179 nazioni, numero che dimostra il ripudio totale da parte della comunità mondiale di questa politica così ostile, di fronte al quale l’Amministrazione Bush appare impassibile.
 

 

 

 

Le misure degli USA 

 

danneggiano il commercio

 

 

Washington (PL) 22/7 - Le misure imposte dalla Casa Bianca contro Cuba danneggiano gli imprenditori nordamericani che perdono la possibilità di commerciare, ha detto Felipe Martínez, funzionario del governo della Louisiana, al sud degli Stati Uniti.

 

Martínez, funzionario del Dipartimento di Sviluppo Economico dello Stato (DED), ha rilasciato alcune dichiarazioni al quotidiano locale The Advocate a proposito d’una decisione dell’Ufficio di Controllo degli Attivi Stranieri OFAC. L’entità esige dalle autorità cubane che paghino anticipatamente qualsiasi genere di merce acquistata negli scambi commerciali con gli USA.

 

"Noi sappiamo che Cuba sta acquistando in Venezuela e in Brasile e sta cambiando la sua messa a fuoco guardando verso la Cina e il Vietnam per via degli obblighi imposti dalla OFAC.

 

Cme risultato noi perdiamo la possibilità di fare affari e questo è un danno notevole"ha detto Martínez.

 

Il DED organizzerà il suo terzo viaggio a Cuba il 28 e il 29 luglio per presentare al mercato cubano nuovi venditori, è stato annunciato alla stampa.

 

Tra i nove partecipanti che andranno a Cuba ci sono funzionari del Porto del Sud della Louisiana, un fornitore di attrezzature mediche di Nuova Orleans, un fabbricante di latticini, un rappresentante di una compagnia d’imbarco del riso.

 

L’ impresa cubana Alimport comprerà prodotti della Louisiana per 15 milioni di dollari nei prossimi 18 mesi, come risultato degli scambi esistenti. Sin’ora Cuba ha fatto acquisti per circa quattro milioni di dollari in riso e latticini, ha precisato Martínez.