Blocco USA
contro Cuba:
calpestando la legge!
14
ottobre 2005 (PL)
Il blocco degli Stati Uniti contro Cuba si basa su due
leggi, approvate dal Congresso nordamericano, con l’intenzione di
legittimare, in qualche maniera, la sua illegale politica
commerciale, economica e finanziaria contro l’isola.
Ambedue le leggi, celebri per il loro carattere extraterritoriale, sono
stati varate negli anni più difficili del periodo speciale (anni 90).
L’isola perse l’85 % del suo commercio estero dopo la sparizione del campo
socialista europeo.
Evidentemente, il fine era ostacolare ogni possibilità di sviluppo
economico in un momento in cui Cuba riordinava la sua politica
commerciale, mentre a Miami molti preparavano le valige e spolveravano i
vecchi titoli di proprietà nazionalizzate.
Il primo mostro, come chiamano i cubani le sanzioni, è stato approvato con
il nome di Legge Torricelli nel 1992,
giusto quando nell’isola si viveva una situazione di profonda mancanza di
materie prime ed un’attività economica quasi nulla.
Come conseguenza sono state interrotte bruscamente le importazioni
provenienti da sussidiarie nordamericane in paesi terzi che
rappresentavano un importo di 718 milioni di dollari.
Il 91% di questo scambio era costituito da alimenti e medicine comprate
fuori dagli Stati Uniti.
Un vero problema, per Cuba, sono diventate le comunicazioni
marittime come conseguenza delle severe proibizioni imposte dalla
Torricelli alla navigazione marittima.
Infatti la nave, di qualunque nazione sovrana, che toccasse porto cubano
non può attraccare in una rada nordamericana fino a sei mesi dopo.
La disposizione ha aumentato enormemente i prezzi dei noli ed ha elevato
ancora più il rischio nelle transazioni commerciali e per le operazioni di
trasporto di merci verso e dall’isola.
Nonostante il vento del nord soffiasse contro Cuba, la nazione dei caraibi
ha cominciato a mostrare segni di recupero economico nella seconda metà
della decade degli anni 90, obbligando coloro che erano rimasti a Miami,
con le valigie fatte, ad inventare nuovi stratagemmi.
In 1996 hanno estratto dalla manica la Legge
Helms-Burton, firmata dal presidente William Clinton.
Fiancheggiato da parte del suo stato maggiore l’allora presidente ha messo
la sua firma d’approvazione davanti ad un nutrito pubblico composto dal
poderoso esilio cubano di Miami, al quale dedicava una strizzata d’occhio
di complicità.
La nuova legislazione ha incrudito gli effetti del blocco, ha incrementato
il numero e la portata delle disposizioni di effetti extraterritoriale ed
ha imposto la persecuzione e le sanzioni agli attuali e potenziali
investitori stranieri in Cuba.
Autorizza il finanziamento di azioni ostili, sovversive ed aggressive
contro il popolo cubano, dimostrando, ancora una volta, che Washington è
il vero ispiratore della criminale politica terroristica, che dura da più
di quattro decadi, diretta contro l'isola.
Le stime ufficiali, sempre per difetto, considerano che il blocco
statunitense è costato più di 82 mila milioni di dollari all’economia
cubana.
Tuttavia è difficile quantificare i danni diretti, causati ad obiettivi
economici e sociali del paese, per le azioni terroristiche stimolate dalla
Casa Bianca. Non è possibile neanche dedurre con esattezza il valore dei
prodotti non fabbricati o i danni derivati dalle pesanti condizioni
creditizie che sono imposte a Cuba.
Il danno causato dal blocco nell’ultimo anno ha superato i 2764
milioni di dollari, come conferma la relazione intitolata
"Necessità di mettere fine al blocco
economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti contro
Cuba".
Questa relazione sarà presentata e portata in votazione, il prossimo 8
novembre, all’Assemblea Generale dell’ONU. Sarà la quattordicesima volta
che accade e, in tutti le precedenti votazioni, ha avuto sempre l'appoggio
maggioritario della comunità internazionale .