Il blocco degli Stati Uniti viene

definito un genocidio
· Cuba ha sofferto perdite economiche dirette per più di 82 miliardi di dollari

 

L’Avana, 27 settembre (PL). – Il vice ministro degli Esteri Bruno Rodríguez ha definito oggi genocida il blocco imposto dagli Stati Uniti contro l’Isola, basandosi sulla Convenzione di Ginevra per la prevenzione e la sanzione del delitto di Genocidio, del 1948.

 

Rodríguez ha affermato che l’assedio contro il suo paese è parte essenziale della politica ostile delle successive amministrazioni nordamericane, oggi inaspritesi sotto il governo repubblicano del presidente George W. Bush.

 

Ha denunciato che Cuba, a causa del blocco, ha sofferto perdite economiche dirette per più di 82 miliardi di dollari.

 

In un’affollata conferenza stampa nella sede del Ministero degli Esteri, nella capitale, il vice ministro ha presentato il rapporto di Cuba sulla risoluzione 59/11 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

 

Questo testo, di 63 pagine, raccoglie le considerazioni de L’Avana rispetto alle cause, obiettivi e risultati del blocco economico, commerciale e finanziario decretato da Washington e mantenuto per 45 anni.

 

Cuba considera questa politica come un atto di genocidio, in virtù dell’articolo II della Convenzione di Ginevra per la prevenzione e la sanzione del delitto di Genocidio, del 9 dicembre 1948.

 

Rodríguez ha indicato che gli USA non si attengono apertamente ai principi della Carta dell’ONU, del diritto internazionale, della libertà di commercio e navigazione.

 

Ma il vice ministro degli Esteri della Maggiore delle Antille ha sottolineato che Washington ignora e si oppone alla quasi unanime volontà della comunità internazionale, espressa ogni anno nelle risoluzioni approvate dall’Assemblea Generale.

 

Durante il suo intervento, il diplomatico ha espresso che non esiste alcuna norma nel diritto internazionale che giustifichi il blocco in tempo di pace. In questo senso ha detto che l’Isola sta subendo un atto di guerra economica.

 

Ha spiegato che L’Avana, tra l’altro, non può esportare nessun prodotto in territorio nordamericano, né ricevere turisti da questo paese. Tanto meno può accedere a crediti né utilizzare il dollaro statunitense nelle sue transazioni con l’estero.

 

Le imbarcazioni e gli aerei cubani, a causa di questa politica unilaterale, non possono toccare porti e aeroporti degli USA.

 

Ha anche denunciato il carattere extraterritoriale di questa politica, che impedisce le importazioni di sussidiarie statunitensi in paesi terzi e persegue e sanziona gli attuali e i possibili investitori stranieri nella vicina isola caraibica.

 

Questa cifra non comprende i più di 54 miliardi di dollari imputabili a danni causati ad obiettivi economici e sociali da azioni terroristiche stimolate, finanziate e organizzate dagli Stati Uniti.