Lista dei vincitori del Premio

 

di Giornalismo José Martí
 


19 nov.'05(PL) # Giornalisti di Argentina, Messico, Colombia e Cuba hanno vinto oggi i primi tre posti del XIII Premio Latinoamericano di Giornalismo José Martí, che sponsorizza Prensa Latina, e nel quale parteciparono professionisti di 13 paesi.

A continuazione la lista dei vincitori:

Primo Premio (Condiviso):

- Pamela Damia e Emiliano Guido, della Agenzia Periodistica del Mercosur (APM), di Argentina, per il loro lavoro "Gli Stati Uniti vogliono rubare l’Amazzonia".

- Gloria Muñoz Ramírez, del quotidiano La Jornada, del Messico, per il suo lavoro "Chiapas, la resistenza".

Secondo Premio (Condiviso):

- Gustavo Ramírez Ospina, del quotidiano El Colombiano, di Medellín, Colombia, per il suo lavoro "Con il sudore della tua fronte".

- Edgar González Ruíz, del Messico, per il suo lavoro "Gli affari della guerra"distribuita nel web da "Red Voltaire.net".

Terzo Premio:

- Dixie Edith e Ariel Terrero, del gruppo della sezione "A Cuba”, della rivista Bohemia, per il su reportage "Calcoli con camice bianco".

Prima Menzione (Condivisa):

- Daniel Mapelli, della revista La pulseada, di Argentina, per il suo reportage "Il fosso della morte".

- Darwin Pinto Cascán, del quotidiano El deber, di Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia, per il suo reportage "El Alto: Città del freddo, di forz e furia".

Menzione Speciale per Temi Culturali: -Roberto Ponce, della rivista Proceso, del Messico, per il suo articolo "Con un museo di fronte a La Moneda, Cile si apre al mondo -Nelson Freddy Padilla, della rivista Cromos, della Colombia, per Piano Ballo Rosso, la strategia di sterminio per l’Unione Patriottica".

- Mariana Fossati, della Agenzia Periodistica del Mercosur (APM), di Argentina, per la sua serie di articoli sulla cultura di questa nazione.

 

 

CarlosMontemayor presiede la giuria

del premio di giornalismo ‘José Martí’

 

L’Avana 10 novembre # Lo scrittore e giornalista messicano Carlos Montemayor presiede la giuria del XIII Premio Latinoamericano di Giornalismo ‘José Martí’, che si riunisce in questa città fino al prossimo 16 novembre.

 

La giuria che sceglierà i vincitori è inoltre composta da Luis Bruchtein (Argentina), Orlando Contreras (Cile), Marina Menéndez e Gustavo Robreño (Cuba).

 

109 giornalisti di 13 paesi hanno presentato 345 lavori e 69 testate partecipano al concorso.

 

Risalta la presenza nella competizione di organi ad alta tiratura come La Jornada, Excelsior (Messico), Clarín, Página 12 (Argentina), Punto Final (Cile), El Tiempo, El Colombiano (Colombia), La República e Brecha (Uruguay).

 

Anche riviste molto in voga come la messicana Proceso hanno presentato opere.

 

Una gran quantità di media alternativi e digitali, tra i quali il popolare Rebelión, si contendono i riconoscimenti con le testate menzionate.

 

Gli indici di partecipazione rispetto al 2003 non sono molto differenti. Allora parteciparono alla contesa 350 materiali di 117 autori, provenienti da 14 paesi e 72 testate giornalistiche.

 

Il Premio ‘José Martí’ è dedicato "allo scrittore e apostolo dell’indipendenza cubana, che avrebbe trasformato la sua penna in un’arma al servizio dell’indipendenza e dell’unità dell’America Nostra, come la definì in saggi illuminanti".

 

Il Premio biennale, istituito nel 1986, è un forum del giornalismo alternativo, inserito in una realtà mondiale contrassegnata dall’egemonismo economico e mediatico dei potenti.
 

 

 

Premio Latinoamericano

 

di Giornalismo José Martí
 


9 novembre 2005 (PL) # Prestigiosi professionisti dell'area decideranno il 18 novembre a L’Avana, i vincitori del XIII Premio Latinoamericano di Giornalismo José Martí, nel quale competono 345 lavori di 13 paesi.

Compongono la giuria della manifestazione, fondata da Prensa Latina nel 1986, lo scrittore, traduttore ed editorialista messicano Carlos Montemayor, e Luis Bruschtein, vicedirettore di Pagina 12, Argentina, vincitore nel 1989 del concorso per il suo articolo “Cento cinquanta anni”.

Ad essi si sommano il cileno, residente a Cuba, Orlando Contreras, commentatore radio e televisivo, la cubana Marina Menéndez, del quotidiano Juventud Rebelde (premiata nel 2003) e Gustavo Robreño, ex vicedirettore del quotidiano Granma e  attuale membro del gruppo del Programma Martiano, diretto da Armando Hart.

Tra i paesi con maggiore partecipazione, il primo è il Messico, seguito dalla Colombia, Argentina, Ecuador e Cuba. Il verdetto della giuria si conoscerà il 18 novembre.

Auspicato da Prensa Latina, il Premio José Martí é sorto per rendere omaggio all'intellettuale ed eminente indipendentista cubano, di cui porta il nome, che ha  convertito la sua penna “in un'arma al servizio dell'indipendenza ed unità della nostra America”, come la ha definita in diversi scritti.

L'obiettivo del Premio é stimolare la parte migliore della stampa dell'area attraverso materiali che esprimano con tutta la forza, grazia e veracità possibili la realtà sociale, economica e culturale dell'America Latina, la salvaguardia dell'identità di fronte alla globalizzazione e le lotte popolari per una società più giusta.

Le categorie in gara sono tre: giornalismo di opinione (case editrici, articoli, commenti); giornalismo di interpretazione (reportage, cronache) e giornalismo di partecipazione (attestazioni ed interviste).

Si concederanno tre premi; il primo di questi di 750 dollari, un diploma accreditante ed un viaggio di una settimana a Cuba con tutte le spese pagate. Il vincitore del secondo riceverà 500 dollari e il diploma, ed il terzo 300 e il diploma.

La giuria concederà tante menzioni quante  ne stimi pertinente. Dopo sette anni senza celebrarsi, per ragioni economiche di forza maggiore, il concorso risorse nel 2002 con nuovo brio per evidenziare nuovamente il giornalismo d'impegno, dinamico e creativo che cresce e si sviluppa controcorrente rispetto alle grandi multinazionali della diffusione.

La giornalista argentina Stella Calloni, che ha presieduto la giuria della XII edizione, ha espresso il giudizio che questa competizione costituisce un atto d'immaginazione martiana, un stimolo per tutti quelli convinti a portare alla luce la verità.

“Un alito che aiuta a sfidare i silenzi che il potere egemonico c'impone” - ha aggiunto - “quando i mezzi di comunicazione sono trasformati in armi di dominazione e di sterminio”.

 

 

 Andres Saavedra.