Álvaro Solar, un

 

 narratore di storie

 

 

  A.Bedevia - 27 settembre

Nella piccola sala del Museo Nazionale delle Belle Arti si è ripetuto un avvenimento simile a quello del Festival del Teatro del 2001. Ancora una volta Álvaro Solar, attore cileno residente in Germania, ha attirato l’attenzione del pubblico e della critica specializzata dell’Isola.

 

Così come è successo 4 anni fa quando ha presentato Johan Padan scopre l’America, questo artista della scena ha fatto sussultare i partecipanti al XII Festival Internazionale di Teatro, in quest’occasione con il suo più recente lavoro: Ibéricus-Non tutte le strade conducono a Roma.

 

Dopo una tournée di successo per la Germania e il Cile, Solar è arrivato a Cuba con questo spettacolo per un solo attore: una commedia storica dove c’è musica e pantomima, intrecciate in un messaggio politico.

 

Approssimativamente in 2 ore e 15 minuti racconta le peripezie di un musicante d’Ispania (provincia romana, 800 d.c.) che vuole essere famoso a Roma e rappresentare la sua arte nel centro del mondo.

 

Solar in Ibéricus piange, ride, si meraviglia, mormora, comunica gesti e parole in dialogo costante con lo spettatore, sedotto tutto il tempo dalla sua eccellente recitazione e per l’energia che trabocca.

 

Basandosi sulla voce (fa un eccellente lavoro di voci) e su alcuni strumenti musicali, assume più di 20 ruoli: racconta le avventure di Ibéricus, che dovrà prima essere schiavo, aspettare di venire comprato e ottenere la libertà per diventare cittadino romano, fatti che occuperanno moltissimo tempo.

 

Qui, a differenza che in Johan Padan dove utilizza solo la voce per trasmetterci il messaggio, Solar incorpora la tecnologia allo spettacolo, registrando in diretta alcuni suoni e ritmi col proposito di creare atmosfere che si integrano fra loro in modo armonico.

 

La storia non è una mera narrativa teatrale. Al contrario, contiene un profondo messaggio politico. È proprio questa caratteristica ad acquistare maggior forza, perchè anche se tutto trascorre in un’epoca abbastanza lontana, Ibéricus, oltre a mostrarci la brutalità dell’Impero romano, ha rapporti con la realtà contemporanea.

 

L’impero di oggi utilizza le persone e poi le getta alle belve. Contratta mercenari e li utilizza per le sue guerre.

 

Ibéricus, più che una commedia, è teatro politico. Un’ardente denuncia dove l’attore sparge passione e furia sulla scena perchè "io sono un narratore di storie che si basa sulla recitazione e sulla musica", ha detto Solar a Juventud Rebelde poco dopo la fine della prima rappresentazione.

 

Sono venuto a questo festival – ha aggiunto – perchè ammiro molto Cuba e il movimento teatrale che possiede. "Con Cuba ho quasi un legame naturale. Qui mi sento come a casa. Sono stato qua nell’anno 2001, inviato dal Goethe Institut della Germania al Festival del Teatro dell’Avana e nel 2002, anno nel quale oltre che recitare ho impartito un seminario per attori".

 

"È una fortuna per me partecipare a questo festival che si caratterizza per la varietà di proposte. Visto che vivo in Germania, ho poche possibilità di vedere teatro latinoamericano".

 

Oggi, dopo 7 giorni nel nostro paese e 3 eccellenti presentazioni nel Museo delle Belle Arti, Solar è partito diretto in Germania, dove il prossimo 29 settembre darà la prima di un monologo sulla soria degli italiani.

 

Nato nel 1955 a Talca (Cile), Álvaro Solar studiò Architettura all’Università cattolica di Valparaíso. Dal 1978 vive a Brema (Germania) dove ha fatto una brillante carriera come attore, direttore di teatro, musicista e disegnatore grafico.

 

Si è presentato in teatri e festival di Germania, Svizzera, Italia, Austria, Svezia, Olanda, Belgio, Lettonia, Repubblica Dominicana, El Salvador, Cile e Cuba.

 

 

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Il Festival del Teatro dell’Avana

 

ha liberato i don Chisciotte

 

 

L’Avana, 15 set. (AIN). – Don Chisciotte, Sancho Panza e Dulcinea hanno camminato per le strade principali de L’Avana in occasione dell’inaugurazione del XII Festival Internazionale del Teatro dell’Avana.

 

Dal parco che porta il nome dell’ingegnoso hidalgo, gli artisti del gruppo teatrale francese Les Grandes Personne, con enormi fantocci, hanno guidato la sfilata, terminata nella Tribuna Antimperialista José Martí.

 

Centinaia di persone hanno accompagnato gli attori lungo la via L verso il Malecón. Tuttavia si è sentita la mancanza della musica, protagonista importante in questo tipo di spettacoli e che in quest’occasione è stata rappresentata solo da tre suonatori di tamburo.

 

In scena una famiglia cubana ha dato il benvenuto ai Don Chisciotte della Francia, del Teatro Guiñol Nacional e di Holguín, e a quello di Matanzas Mirón Cubano, affinché fino al 25 prossimo accolgano gli attori di 26 paesi che si sono dati appuntamento all’Avana.

 

Hector Quintero, Premio Nazionale per il Teatro, dando il benvenuto ufficiale, ha ricordato i 70 anni del rinnovamento teatrale a Cuba, i 400 anni della prima edizione del Chisciotte di Miguel de Cervantes e l’80º compleanno del drammaturgo cubano Abelardo Estorino.

 

Quintero ha sottolineato che questa competizione viene dedicata ai linguaggi rinnovatori dell’attuale scena, e ha invitato tutti a dialogare in un ambiente fraterno per dare una nuova vita a questa millenaria arte.

 

Adesso L’Avana è pronta per fare teatro in 39 sale, per far sì che la magia regni per 10 giorni, che il pubblico goda delle più diverse proposte e che gli attori si arricchiscano con i loro scambi e i loro sogni condivisi.

 

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IL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL TEATRO A L’AVANA


Sempre i classici...

e la contemporaneità


• Sono 17 i paesi rappresentati · Festeggiando gli 80 anni di Abelardo Estorino

 

 

M. CASTAÑEDA – 14 settembre 2005

 

 

Il dodicesimo Festival Internazionale del Teatro de L’Avana aprirà domani (giovedì 15) i suoi tendoni e, come ogni due anni, offrirà allo spettatore la possibilità di confrontare i lavori delle compagnie straniere con il meglio della scena cubana.

 

Per quest’occasione, nella quale si celebrano i 25 anni del Festival, hanno confermato la loro presenza sui palcoscenici della capitale (15-25 settembre) le compagnie di 17 paesi: Argentina, Germania, Belgio, Bulgaria, Corea del Sud, Colombia, Cile, Ecuador, Slovenia, Spagna, USA, Francia, Grecia, Italia, Svizzera, Porto Rico e Venezuela.

 

Tra le opere straniere proposte dal Comitato Organizzatore come di molto interesse, troviamo Ibericus: non tutte le strade portano a Roma, interpretato da un unico attore, Alvaro Solar.

 

L’attore cileno, che aveva già conquistato il successo a L’Avana, si presenta questa volta con una pièce preceduta da abbondanti elogi. Ibericus... racconta la storia di un musico spagnolo, il cui desiderio è quello di diventare famoso a Roma, allora centro del mondo.

 

Sempre molto attese anche nel cinema sono le opere degli argentini, che questa volta sono andati sul sicuro con quella gran signora della recitazione che è Graciella Dufau (con un’interpretazione uni-personale), alla quale vanno aggiunti i gruppi I quattro al bagno con Piccolo dettaglio e Sala 420 con Bolero creolo.

 

La compagnia venezuelana Teatrela si è fatta annunciare da due titoli: Giardini di polipi e I manghi di Caín e c’è già grande attesa per vedere due classici del teatro universale nelle versioni delle compagnie della Slovenia, Teater Ljubljana (Medea materiale) e della Corea del Sud, Teater Yohangza (Sogno di una notte di mezza estate, di William Shakespeare).

 

 

LE OPERE CUBANE

 

 

Durante le giornate del Festival le sale della capitale accoglieranno la riproposizione delle opere cubane premiate nel passato Festival Nazionale di Teatro: Vita e morte di Pier Paolo Pasolini (Argos Teatro) e La scatola dei giocattoli (Teatro de Las Estaciones).

 

Andranno in scena anche opere come Una mela fuori dal racconto (Guiñol Rabindranath Tagore), Romeo e Giulietta (Los Cuenteros), Vestiti da domenica (Pálpito), Marx a Soho (uni-personale di Michaelis Cué) e Mammiferi che parlano con i morti (Piccolo Teatro de L’Avana).

 

Nella sua dodicesima edizione, il Festival festeggerà l’80° compleanno del drammaturgo Abelardo Estorino (Premio Nazionale per la Letteratura 1992 e Premio Nazionale per il Teatro 2002), principale rinnovatore del discorso drammatico nella scena cubana attuale, con opere come Il furto del maiale, Morire del racconto, La Casa Vecchia, Sembra bianca e Vaghi rumori.

 

Le sue opere, che sempre scandagliano l’essere umano ed i suoi conflitti interni, si caratterizzano per l’impiego di pochi personaggi, ma con dialoghi espressivi ed eleganti nel linguaggio, sostenuti da una struttura dal realismo quasi fotografico.

 

Per Abelardo Estorino il teatro è ricerca e riflessione. Il Festival Internazionale de L’Avana inizierà domani. Speriamo che le compagnie, gli attori e gli attrici con le loro proposte arrivino ai suoi livelli.