Conferenza:

"Con tutti e per il bene di tutti"
 

 

Gli intellettuali stranieri esigono

 l’eliminazione del blocco



• I Ministri degli Esteri e della Cultura di Cuba all’incontro Martiano

 

 

28 ottobre 2005 (PL) – Gli Stati Uniti devono interrompere immediatamente il blocco contro Cuba e devono liberare i Cinque cubani reclusi e sequestrati ascoltando il reclamo dell’opinione pubblica internazionale, è stato affermato al termine della conferenza internazionale "Con tutti e per il bene di tutti".

 

La giornata finale nel Palazzo delle Convenzioni ha espresso un richiamo a tutti i popoli del mondo e soprattutto a quello dell’Unione, firmato da tutti i partecipanti per esigere che si interrompano le aggressioni al popolo di Cuba. Agli ultimi lavori hanno partecipato il ministro della cultura Abel Prieto, Armando Hart, direttore del programma martiano, l’intellettuale degli USA James Cockroft, il saggista messicano Pablo González Casanova, con il filosofo belga Francois Houtart.

 

I delegati di 20 paesi non solo hanno sottolineato la loro condanna - nelle commissioni che si sono riunite - all’aggressione economica degli USA contro l’Isola e il sequestro dei 5 Eroi cubani che hanno combattuto contro il terrorismo, ma hanno anche stilato dei precisi documenti di condanna.

 

Il seminario In Difesa dell’Umanità, nel quale vari esponenti hanno parlato della formazione di una nuova sinistra che, con un’ottica d’unione, solidarietà e lavoro congiunto nella diversità, combatte le politiche neoliberali, il consenso di Washington e l’egemonismo degli USA, è risaltato per il grande interesse degli argomenti attuali.

 

Houtart ha ricordato che più di quattromila organizzazioni di diverso taglio hanno partecipato al Foro di Sao Paulo, un fatto insolito dopo la caduta del blocco socialista e il sorgere d’una destra trionfalista che ha espresso una violenta repressione negli anni ’90 del secolo scorso.

 

Gli esponenti unanimemente hanno segnalato la resistenza di Cuba e il sorgere della Rivoluzione Bolivariana in Venezuela che sono chiavi in questa nuova tappa d’auge delle forze progressiste in America Latina e nel mondo.

 

Il capitalismo conduce il mondo alla barbarie e al disastro ecologico: solamente una visione razionale, scientifica e solidale che dia la giusta importanza all’uomo, può dare soluzioni ai terribili problemi che deve affrontare l’umanità.

 

Per questo sono utili le riunioni come queste dell’Avana, nella quale con l’evocazione del pensiero di Martí e i suoi ideali umanistici, la maggioranza incontra un linguaggio comune, il solo possibile di fronte all’autodistruzione che minaccia il mondo con il capitalismo.

 

Il messicano Pablo González Casanova ha esposto la sua conferenza "La cultura marxista" richiamando i presenti all’utilizzo di nuove tecniche e conquiste della scienza, con l’esperienza delle forze socialiste per poter trasformare il mondo di oggi.

 

González Casanova ha invocato José Martí ed ha ricordato che Marx ha condannato il carattere sfruttatore delle relazioni economiche del capitalismo nelle società dove impera la proprietà privata nei metodi di produzione, partendo dalle conquiste della scienza e della tecnica. Egli ha ricordato la frase di Martí che ha dato il titolo alla conferenza (Con tutti e per il bene di tutti) che si mantiene più che mai vigente.

 

L’intellettuale vietnamita Do Van Tai ha detto che i paesi del Terzo Mondo devono guardare i progressi che il popolo cubano sta sviluppando soprattutto nei settori della salute, dell’educazione e per la qualità della vita.

 

Inoltre ha segnalato la relazione "Gli ultimi giorni di José Martí" dello statunitense James Cockcrof e l’intervento speciale del ministro degli esteri di Cuba, Felipe Pérez Roque.

 

Quest’ultimo intervento è stato un momento significativo della riunione per la sua minuziosità, precisione, economia di metodo e trasparenza, nella narrazione di uno degli episodi più sinistri degli ultimi quarantenni: il blocco degli Stati Uniti contro Cuba.

 

Condannato ben 13 volte dall’Assemblea Generale della ONU, il governo di Washington non ha mai ascoltato il richiamo dell’opinione pubblica internazionale e nemmeno quello del proprio popolo, istigato da ciò che Felipe Pérez Roque ha definito "bassi sentimenti di vendetta e soprattutto odio!"

Egli ha ricordato, a tono con la figura politica e culturale di José Martí, le sue parole: "Per conservare la libertà è necessario pagare il suo prezzo!"

 

 

La reclusione dei Cinque non

ha coerenza etica e morale

 

I.R.ECHEVERRIA - 28 ottobre

 

"La reclusione dei Cinque Eroi cubani in prigioni nordamericane non ha coerenza etica e morale". L’ha affermato l’intellettuale belga Francoise Houtart, partecipante alla Conferenza Internazionale "Con tutti e per il bene di tutti".

 

L’eminente sociologo e ricercatore dell’università di Lobaina ha dichiarato che in questo caso, come in tanti altri, la giustizia e l’etica si piegano al servizio di un sistema, contraddicendo sé stesse.

 

"L’arbitrio che ha caratterizzato il processo contro Ramón Labañino, Fernando González, Gerardo Hernández, Antonio Guerrero e René González dimostra al mondo che negli USA non c’è coerenza intellettuale né morale", ha sostenuto.

 

I Cinque vennero arrestati dal FBI nel settembre del 1998, mentre si stavano infiltrando in organizzazioni dell’estrema destra del sud della Florida per difendere il loro popolo e quello nordamericano da azioni terroristiche.

 

Da allora continuano ad essere isolati l’uno dall’altro in prigioni di massima sicurezza, scontando pene assurde. Nell’agosto scorso la Corte d’Appello di Atlanta ha annullato queste condanne e il processo svoltosi a Miami, caratterizzato dall’arbitrio politico.

 

Houtart, che è anche professore dell’Università Statale di New York, ha sottolineato che "questo caso va visto nello stesso modo in cui quel governo ha assunto la spietata e ingiustificata guerra contro l’Iraq o altre azioni portate a termine in differenti parti del mondo".

 

"Il processo contro i combattenti cubani contro il terrorismo è molto istruttivo rispetto a ciò che significa distorcere il diritto e l’etica per metterli al servizio del potere economico e politico dell’imperialismo", ha precisato.

 

Durante il suo intervento, Houtart si è pronunciato a favore del progetto di risoluzione che Cuba presenterà l’8 novembre di fronte all’Assemblea Generale della ONU affinché cessi il blocco economico, finanziario e commerciale degli USA contro l’Isola.

 

Nella sua condizione di membro del Consiglio Internazionale del Foro Sociale Mondiale, Houtart ha definito positiva la delegittimazione del capitalismo della quale sono protagonisti i movimenti e le organizzazioni progressiste del mondo.

 

"I popoli" – ha detto – "si stanno rendendo conto che il nemico è lo stesso per tutti: il sistema neoliberista come fase attuale del capitalismo".

 

Ha insistito sull’unità come soluzione ai problemi globali dell’umanità e sulla necessaria azione collettiva da concretizzarsi a livello mondiale.

 

In questo senso ha enfatizzato che la lotta contro l’Accordo di Libero Commercio per le Americhe (ALCA) è un modello comune di lotta continentale ed emisferica contro il capitalismo e la sua politica di egemonia.

 

Ha affermato che la Conferenza Internazionale "Con tutti e per il bene di tutti" è molto importante non solo per mettere l’enfasi sulla parte economica o politica delle idee di Martí, ma anche per quanto riguarda i punti di riferimento etici e morali dell’uomo moderno.

 

Francoise Houtart ha elogiato l’iniziativa dell’incontro, che per tre giorni ha riunito all’Avana personalità di tutto il mondo, unite da un pensiero comune e ricco rispetto agli attuali problemi dell’umanità. (AIN)
 

 

 

Alarcón ha denunciato il

 sequestro dei Cinque Eroi cubani

 

L’Avana, 26 ott. (AIN) – "I Cinque Eroi cubani non solo sono stati reclusi ingiustamente ma dal nove agosto scorso sono anche sequestrati negli Stati Uniti", ha denunciato Ricardo Alarcón, presidente del Parlamento di Cuba.

 

Alarcón ha dettagliato il processo manipolato e le pene sofferte dai Cinque e dalle loro famiglie dal momento della detenzione a Miami nel settembre del 1998, di fronte a 300 delegati di America Latina, Europa e Asia, che partecipano alla Conferenza Internazionale "Con tutti e per il bene di tutti".

 

Fernando González, Ramón Labañino, Gerardo Hernández, René González Antonio Guerrero sono stati presentati dai grandi mezzi di diffusione come terribili personaggi che volevano attentare l’integrità degli Stati Uniti, mentre in realtà stavano affrontando gruppi della destra reazionaria che pianificavano piani terroristi contro l’Isola, ha denunciato Alarcón.

 

Dopo sette anni di reclusione, la Corte d’Appello dell’11º Circuito d’Atlanta, ha deciso all’unanimità di revocare le condanne e ordinare un nuovo processo, ma i Cinque sono sempre reclusi, in chiara violazione del Diritto Internazionale e delle stesse leggi nordamericane. Questa situazione necessita dell’intervento di tutti gli amici del mondo, perchè raddoppino gli sforzi per reclamare la libertà dei Cinque che sono degni di riconoscimenti per le azioni eroiche realizzate con grande altruismo e generosità dalle viscere del mostro.

 

Alarcón ha detto che in un mondo così ingiusto e irrazionale possono accadere queste arbitrarietà ed ha insistito nell’idea di sommare sempre più persone che esigano dal governo degli USA di rimediare a un’ingiustizia così grande. Alarcón ha anche insistito che il tema dei Cinque, appannato dalla disinformazione dei grandi mezzi di comunicazione, è di grandissima sensibilità per i cubani, perchè l’ingiustizia che si commette si basa sul diritto di Cuba di difendere la sua sovranità e integrità nazionali.

 

In questa battaglia si denunciano anche le azioni imperialiste che già da mezzo secolo si commettono contro l’Isola, eseguite da noti terroristi che le hanno confessate, come Orlando Bosch e Luis Posada Carriles, che stanno vivendo in totale impunità.

 

L’intervento di Alarcón ha concluso la penultima giornata della Conferenza Internazionale "Con tutti e per il bene di tutti" che si concluderà oggi dopo tre giorni di riunioni generali, commissioni e lo sviluppo di simposi, oltre alla creazione di un Foro Giovanile Martiano.

 

 

Il blocco degli USA  non è

 sostenuto internazionalmente


• Ha affermato il ministro degli Esteri cubano di fronte ad accademici, artisti e professionisti di 24 paesi riuniti a L’Avana

 

L.P. NAVARRO 27 ottobre 2005

 

Il ministro degli Esteri Felipe Pérez Roque ha assicurato che il nostro paese si aspetta anche quest’anno il sostegno massiccio e chiaro della comunità internazionale alla risoluzione intitolata Necessità di porre fine al blocco economico, finanziario e commerciale imposto dagli Stati Uniti contro Cuba, che verrà dibattuta il prossimo 8 novembre nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

 

Felipe ha sottolineato, intervenendo ieri (mercoledì) nella Conferenza Internazionale Con tutti e per il bene di tutti, che si è conclusa oggi nel Palazzo delle Convenzioni, che il dibattito e la votazione costituiranno la prova "di quanto il blocco sia isolato, che gli USA non possono imporre al mondo le loro politiche nei confronti di Cuba e che la nostra Rivoluzione sta marciando inarrestabile verso il consolidamento e la vittoria".

 

Pérez Roque, di fronte a più di 300 scrittori, artisti, accademici, professionisti, attivisti sociali e studenteschi di 24 paesi, ha affermato che il blocco non ha un appoggio internazionale. Ha messo in risalto che "questa votazione sarà una riprova di quanto possano le idee di un piccolo paese, poiché avverrà in un contesto di brutali pressioni e manovre compiute dal Governo statunitense.

 

Il blocco imposto a Cuba per più di 40 anni è il più lungo della storia, applicato, ampliato ed indurito da 10 amministrazioni nordamericane. Il 70% della popolazione cubana è nata e ha vissuto sotto i suoi nefasti effetti.

 

"Iniziato con l’applicazione di misure rivolte a indebolire l’economia cubana, provocare fame, disperazione ed il rovesciamento del Governo Rivoluzionario, il blocco è oggi una guerra economica contro il nostro paese estesa su scala planetaria e non una questione bilaterale tra Cuba e USA, come quest’ultimo paese argomenta. Viene applicato extraterritorialmente contro cittadini ed imprese di altri paesi, in aperta violazione dei principi del Diritto Internazionale e della Carta dell’ONU, cosa che ostacola le relazioni economiche dell’Isola con il resto del mondo".

 

Pérez Roque ha spiegato le proibizioni imposte dal blocco, facendo impressionanti esempi sulle sue nefaste conseguenze sulla qualità della vita, la salute e l’alimentazione dei cubani: non importare dagli USA; non ricevere turisti da quel paese; non usare il dollaro nelle transazioni con l’estero né accedere ad organismi finanziari internazionali; applicazione implacabile delle leggi Torricelli (1992) ed Helms-Burton (1996) nonché della Sezione 211, approvata nell’ottobre 1998, che induriscono il blocco.

 

A tutto ciò va aggiunto il piano di Bush per l’annessione di Cuba agli USA, reso noto nel maggio 2004. "Se Cuba venisse annessa sarebbe in pericolo non solo lo Stato ma anche la nazione", ha sottolineato il ministro.

 

Ha sottolineato in un’altra parte del suo intervento che un mondo con tutti e per il bene di tutti è possibile soltanto a partire dal rispetto del Diritto Internazionale, del diritto di tutti, anche quando si tratta di piccoli paesi; a partire dalla solidarietà e dalla collaborazione.
 

 

Un accademico nordamericano ha

 sottolineato l’esempio dato dai 5
 


P.DE LA HOZ - 27 ottobre 2005

 

Sono molti i modi in cui mettere in pratica ai nostri giorni il legato di José Martí e uno tra i più significativi lo hanno indicato i Cinque Combattenti Cubani contro il terrorismo, sequestrati negli Stati Uniti e sempre reclusi, anche se le sentenze che li condannavano sono state annullate il 9 agosto.

 

"Sento in loro l’ispirazione martiana, l’illuminazione del suo pensiero!", ha affermato l’accademico nordamericano James D. Cockcroft, uno dei più noti tra i partecipanti alla Conferenza Internazionale "Con tutti e per il bene di tutti", che si sta svolgendo all’Avana.

 

Egli ha deciso di dedicare il suo intervento a questi Cinque Eroi che riassumono la lotta per mettere in risalto la formula martiana dell’Amore Trionfante.

 

Professore dell’Università di New Cock nello stato di New York e nell’Università di Stanford, autore di più di trenta libri tra i quali il notissimo – America Latina e Stati Uniti: paese per paese- questo intellettuale è conosciuto per il suo attivismo a favore della libertà dei Cinque Cubani e per la promozione negli Stati Uniti della rete delle reti "In difesa dell’Umanità".

 

"La dignità, ha sottolineato, non è un’astrazione: è liberare l’essere umano da ogni genere d’umiliazione e permettere lo sviluppo della sua potenzialità creatrice. Quando si dice Cuba, si dice dignità!"

 

Mettendo a fuoco l’incidenza delle previsioni di Martì nelle coordinate attuali egli ha indicato la dimensione che acquistano nella pratica rivoluzionaria cubana le proposte del Venezuela bolivariano.

 

"I principi umanisti stanno diventando realtà dalla fondazione dell’Alba con i passi verso l’integrazione energetica e la progettata estensione continentale della Missione Milagro. Se Martí vivesse oggi comprenderebbe meglio di tutti i movimenti sociali che si stanno creando in America Latina, come alternative al capitalismo e ai regimi neoliberale, che atterrano i poderosi degli Stati Uniti.

 

Stiamo imparando che questo mondo per il quale lottiamo non è possibile con il capitalismo e tanto meno in una sola nazione e per questo è così importante l’internazionalismo solidale!"

 

 

Per costruire trincee d’idee



P. DE LA HOZ - 26 ottobre 2005

Intellettuali dell’America Latina, Europa e Nordamerica impegnati con l’urgenza di anteporre trincee d’idee di fronte alla valanga della globalizzazione neoliberale che impoverisce, partecipano da oggi - martedì 25 - alla Conferenza Internazionale Con Tutti e per il Bene di Tutti, che si svolgerà per tre giorni nel Palazzo delle Convenzioni dell’Avana, con gli auspici della Società Culturale José Martí e di diverse istituzioni e gruppi accademici.

 

Nel primo giorno si renderà omaggio alla memoria del filosofo messicano Leopoldo Zea.

 

Disegnato come un incontro multidisciplinario e con l’avallo della UNESCO, questo foro si ispira al vigente legato etico di Martí, verso il qual si deve dirigere oggi la ricerca d’una partecipazione sociale di fronte alla prassi conservatrice dell’esclusione e della segregazione per razza sesso o altre forme di discriminazione e per lo stimolo e il riconoscimento dell’utilità della virtù e la necessità di promuovere valori che permettano alle società e agli individui di lavorare per il benessere comune e sensibilizzarsi alle cause migliori.

 

La Conferenza verrà inaugurata dal Dott. Armando Hart Dávalos, direttore dell’Ufficio del Programma Martiano e tra i vari relatori vedrà, nel primo giorno, il sociologo messicano Pablo González Casanova, Premio Internazionale José Martí dell’UNESCO e membro del consiglio del Progetto José Martí di solidarietà mondiale, posto in marcia da questa organizzazione multilaterale.

 

Inoltre, sempre nella prima giornata verrà costituito il Pr¡mo Foro Giovanile Martiano, uno spazio per gli scambi e la riflessione attorno alla responsabilità etica delle nuove generazioni di fronte alle sfide più dure della nostra epoca.

 

In corrispondenza con il principio enunciato dall’Apostolo dell’Indipendenza di Cuba che "Onorare Onora", la Conferenza evocherà la figura e ripasserà le lezioni del filosofo messicano Leopoldo Zea (1912 – 2004) erede del pensiero bolivariano e martiano e autore di saggi importantissimi: "Colonizzazione e decolonizzazione della cultura latino americana", del 1970; "Dialettica della coscienza americana" del 1976 e "Discorso sull’emarginazione e la barbarie", del 1988.