03/02/2005
CUBA CAPITALE DELLA
CULTURA
di Marzio Castagnedi
Che Cuba, piccola isola
del Terzo mondo, sia una grande potenza sportiva lo sanno quasi tutti. Ad ogni
edizione delle Olimpiadi, per esempio, almeno tre miliardi di persone guardano
le gare alla tv e leggono il medagliere delle classifiche finali dove Cuba
regolarmente si piazza attorno alla decima posizione, e può vantare
addirittura un record come quello del 5º posto assoluto a Barcellona'92, un
risultato già sensazionale e ancor più gigantesco in quanto ottenuto da un paese
di 11 milioni di abitanti e la cui media "medaglie olimpiche-popolazione" é la
più alta del mondo. Un autentico sogno e miraggio per molte nazioni ben più
grandi e ricche. E' il risultato di una pratica sportiva aperta e gratuita a
tutti i giovani e che conta su rinomate scuole in varie discipline sportive. Il
che equivale ad elevare lo sport a una forma di cultura di massa.
Cuba e'anche una grande potenza della salute avendo creato pure in questo campo tante scuole di medicina che le consentono di inviare stabilmente oggi oltre 20mila medici all'estero per cure mediche gratuite in molti paesi in America latina e Africa. Lo provano alla tv cubana le cronache giornalistiche e le interviste alle popolazioni filmate nelle città del Venezuela o nei villaggi di Haiti, Guatemala, Nicaragua, Honduras, in molte nazioni africane e ora anche in Sri Lanka dove una missione di medici cubani sta dando il suo contributo alle cure della popolazione tanto colpita dal tremendo maremoto del 26 dicembre.
La piccola Cuba - e vengo al tema di oggi - é inoltre anche una capitale della cultura e delle arti, ma questo lo si conosce molto meno, anzi molto poco. Sì, perché mentre stampa e tv italiane e internazionali non possono proprio cancellare i risultati di Cuba dalle classifiche delle Olimpiadi o dai dati ufficiali della Sanità dell’ONU, possono invece ignorare del tutto – e lo fanno - molte importanti manifestazioni culturali che hanno luogo nell'isola caraibica. In questo articolo (diviso in due parti) ,desidero proporre una carrellata su alcuni dei moltissimi appuntamenti culturali che si tengono a Cuba e che non trovano alcun spazio nell'informazione italiana.
Comincio dal mese di GENNAIO, nominando un grande nome italiano. Quello di CLAUDIO ABBADO, mondialmente riconosciuto come uno dei più importanti direttori d'orchestra. Abbado viene all'Avana da tre anni ogni mese di gennaio e dirige bellissimi concerti sinfonici di orchestre giovanili come quelli recenti nel teatro Amadeo Roldan dove il pubblico ha applaudito in piedi per dieci minuti. Nel 2004 il maestro Abbado e' stato premiato dal ministro della cultura Abel Prieto davanti a centinaia di studenti dell’ISA, Istituto Superior de Arte, e quest'anno il grande direttore italiano e' stato ancora premiato e festeggiato per essere riuscito a fondare finalmente l'"Orchestra sinfonica giovanile latinoamericana" (250 giovanissimi musicisti di 24 nazioni) che ha dato memorabili concerti a Caracas e a L'Avana. Può sembrare paradossale, ma per avere in Italia queste informazioni e notizie su Claudio Abbado e' necessario leggere un giornale estero con le cronache di Mauricio Vicent sul quotidiano spagnolo "El Pais", uno dei rarissimi giornali europei con un corrispondente a L'Avana.
Gennaio a Cuba é anche il mese di TRINIDAD, la città inserita dall'UNESCO nel Patrimonio mondiale dell'umanità essendo il "più grande centro storico coloniale meglio conservato dell'America latina". A metà mese si tiene la “settimana della cultura trinitaria” con spettacoli e laboratori di danza, ballo, musica, poesia, teatro, folklore. Per i futuri visitatori stranieri interessati, prenotare per tempo perché a Trinidad a metà gennaio non si trova una stanza libera.
Al termine del primo mese dell’anno, a L'Avana si svolge il più importante premio letterario dell'intero continente, il premio"CASA DE LAS AMERICAS" prestigiosa istituzione di cui é presidente un grande artista e intellettuale cubano, Roberto Fernandez Retamar. Quest'anno sono state presentate oltre 500 opere nelle sezioni di romanzo, poesia,saggio, racconti per ragazzi, letteratura brasiliana. Nel "Casa de las Americas" hanno partecipato e sono stati premiati, e spesso sono stati presenti nel corso di oltre trenta edizioni, i maggiori esponenti dell’arte letteraria e della poesia latinoamericana.
In
FEBBRAIO la scena culturale cubana e' dominata dalla “FERIA INTERNACIONAL
DEL LIBRO” de L'Avana che quest'anno giunge alla quattordicesima edizione. Non
si tratta solo di una Fiera o di un Salone ma di una autentica Festa culturale e
popolare del libro e della lettura con una partecipazione, nella sola capitale,
di oltre mezzo milione di visitatori. La manifestazione, in continua crescita ed
espansione, dall'anno Duemila da biennale e' divenuta annuale e occupa tutti i
vasti spazi esterni, cortili e giardini, e le molte sale della Fortaleza de San
Carlos de la Cabaña, l'antico forte spagnolo che dalla collina sopra il canale
d’ingresso nella baia della capitale, si affaccia sull'Avana vecchia e domina
l’intera città.
La Feria del Libro dal 3 febbraio si svolge all'Avana per dieci giorni, poi si
sposta itinerante fino al 6 marzo in altre 34 città dell'isola. Verosimilmente
si supereranno le cifre dello scorso anno che ebbe un totale di oltre tre
milioni e mezzo di visitatori e altrettanti libri venduti (a Cuba si vendono
tanti libri quanti in Messico, solo che la popolazione messicana sfiora i cento
milioni di abitanti... il che significa che a Cuba si legge nove volte di più
che in Messico!). Il programma di quest'anno della Feria del Libro de L’Avana in
sintesi: 500 case editrici,150 del solo Brasile paese invitato d'onore, 400 le
presentazioni di nuovi libri con incontri e conferenze-stampa con i numerosi
autori presenti. Tra i vari nomi prestigiosi presenti alla Fiera del Libro de
L'Avana ne scelgo quattro: Gilberto Gil, grande musicista e ministro della
cultura del
Brasile,
Ernesto Cardenal straordinario poeta nicaraguense, Frei betto, teologo,
sociologo e scrittore, Ignacio Ramonet, saggista e importante giornalista
ispano-francese direttore della rivista "Le monde diplomatique". Presenti
all'Avana anche case editrici della Germania (più di venti) e altre di Spagna,
Francia, Danimarca, Inghilterra e Austria. Chi manca? Ma l'Italia, naturalmente,
sempre in perenne ritardo. (Anzi, nazione “in declino”, come leggo spesso sui
nostri giornali che arrivano sin qui nel tiepido inverno sul filo del Tropico).
L’estate scorsa, nel nostro paese, ebbi occasione di ascoltare la presentazione
e la recensione di un libro ("La CIA e la guerra fredda culturale") opera di una
scrittrice inglese, Stonor Sauderns, che avevo gia avuto il piacere di ascoltare
dal vivo, ma qui a L'Avana ben due anni fa ! In scorse edizioni della Fiera del
Libro della capitale di Cuba mi e' capitato talvolta di incontrare personaggi
italiani che allora si dichiararono favorevolmente impressionati dalla
manifestazione habanera (li intervistai, li mandai in onda in una trasmissione
che tenevo su una radio del nord-Italia e conservo le registrazioni), come il
viceministro ai beni culturali Nicola Bono e, nel 2000, addirittura Vittorio
Sgarbi che i cubani trattarono da principe portandolo a vedere tutti i quadri
che gli interessavano più il viaggio d'obbligo nella preziosa Trinidad.
Da un pò di tempo, quasi due anni, la presenza italiana ufficiale e non alle manifestazioni culturali cubane e' praticamente nulla. (Ah, già,quasi dimenticavo che nel giugno 2003 e’ stato dichiarato l'embargo culturale contro l'isola di Fidel Castro).
MARZO festeggia i 45 anni dell'ICAIC, Istituto cinematografico cubano che venne fondato nel 1959 da artisti e intellettuali come i registi Gutierrez Alea, Garcia Espinosa e da Alfredo Guevara, e ricorda che il cinema cubano ha costituito una vera e propria scuola filmica e, specie negli anni Sessanta e Settanta, ha occupato un posto di notevole rilievo nella cinematografia latinoamericana e anche mondiale. Da alcune settimane la Cineteca di Cuba sta presentando un ciclo di film con oltre cento tra i grandi capolavori della storia del cinema mondiale, e la sala Chaplin in calle 23 é affollata pomeriggio e sera (il biglietto costa due pesos, meno di 8 centesimi di euro, per la serie la cultura diffusa al pubblico quasi gratuitamente).
In APRILE in Cuba si parla ancora di cinema con la seconda edizione del “FESTIVAL DEL CINEMA POVERO DI GIBARA”, che si tiene nella omonima e piccola cittadina di un golfo della costa atlantica nella orientale provincia di Holguin. Nel Duemila, a Gibara, Humberto Solas, uno dei più importanti registi cubani, girò "Miel para Oshun", un film originale e intenso con protagonista uno dei più bravi e noti attori del cinema cubano, Jorge Perugorria. La popolazione di Gibara partecipò alle riprese del film e il coinvolgimento di molte persone fu tale da creare nella cittadina una specie di movimento filmico popolare. Humberto Solas decise quindi di creare a Gibara il festival del "Cinema povero", manifestazione solo apparentemente minore. Il Festival di Gibara, come é scritto nel suo regolamento, e' riservato esclusivamente a film di evidente intento artistico e culturale e il cui budget non può superare i 250mila dollari, oggi da considerare produzione a basso costo. Così il festival di Gibara sta divenendo una interessantissima opportunità e vetrina per lavori, girati in pellicola formato 16mm e sopratutto in video digitale, di carattere sperimentale, artistico e culturale realizzati in gran parte da autori giovani. Nel 2003 si tenne a Gibara la prima edizione del festival, quest’anno si attende la seconda e la manifestazione assume carattere internazionale in quanto nell'anno intermedio viene proposta sempre ad aprile nientemeno che a Parigi.
Questi sono solo alcuni dei moltissimi appuntamenti significativi con importanza anche internazionale dell'arte e della cultura a Cuba nel primo semestre dell'anno. In un prossimo articolo riferirò delle attività dei mesi da luglio a dicembre con manifestazioni come “La Biennale di arti plastiche” o “Il Festival Internazionale del Nuovo Cinema Latinoamericano de L’Avana”, la più vasta, importante e prestigiosa rassegna cinematografica dell’intero continente latinoamericano.
Nel finale, prima di
concludere, vorrei dedicare questa carrellata di cronache e informazioni che
dimostrano senza ombra di dubbi che Cuba e’ una vera capitale internazionale
della cultura, al nostro italico quotidiano “La Repubblica” che sarebbe
considerato come il più moderno, progressista e liberale quotidiano italiano.
Sì, una ironica dedica va proprio mandata a” La Repubblica”. Perché nel numero
del 26 gennaio scorso a pagina 17, pubblica un articolo di Carlos Franqui che
scrive
testualmente che –udite, udite – “ oggi a Cuba imperano il terrore e la fame e
Cuba é una rovina materiale, morale, sociale, spirituale e culturale”.
Allucinazioni o invenzioni di questo tipo potrebbero servire al massimo come
soggetto comico di un film di Mel Brooks, di Woody Allen o Micheal Moore, e il
povero e decrepito Franqui in fondo lo si potrebbe pure capire ( anche se il
quotidiano italiano di proposito non lo segnala, Carlos Franqui sta da 35 anni a
Miami dove riesce a campare con “balle spaziali” come quelle appena citate).
Quello che e’ veramente incredibile e’ che un giornale italiano come “La
Repubblica” possa accettare di pubblicare una simile caterva di menzogne di un
anticastrista e anticubano di professione.
Marzio Castagnedi