GUANTANAMO
Disposti a morire i prigionieri degli USA
14 ottobre 2005(PL) - Alcuni dei carcerati in sciopero della fame nel carcere
di Guantanamo, nell'est di Cuba, gestito dagli Stati Uniti sono disposti a morire, affermano
oggi gli avvocati degli imputati.
Il letterato John Chandler ha sostenuto, questo venerdì, davanti al Tribunale Federale
del Distretto della Columbia che il suo cliente Mohamed Bawizar, di 25 anni, in
sciopero della fame dall’8 agosto, é disposto a morire.
"Bawizar, per il digiuno, é calato da 59 chilogrammi fino a 48, ma mi
ha pregato che
venissi davanti a questo Tribunale e chiedessi un ordine che impedisca al
governo di continuare ad alimentarlo, perché vuole morire".
L'imputato è parte di un gruppo di detenuti che si trova in sciopero della fame
per protestare
per la sua situazione e gli abusi di cui sono vittime da parte dei militari
statunitensi.
Secondo l'avvocato, il detenuto è incatenato per i polsi e per le caviglie ad
una sedia a rotelle, ed é alimentato, in maniera forzosa, con un tubo nel naso .
Dopo le dichiarazioni degli avvocati, la giudice federale Gladys Kessler ha
dichiarato che
sono inquietanti le denunce sul maltrattamento che soffrono
alcuni dei prigionieri.
La magistrata ha ascoltato le denunce degli avvocati che hanno dichiarato, in tribunale, che dozzine di detenuti sono in sciopero della fame ed alcuni sono
alimentati a forza e con metodi che causano dolore.
L'avvocato Julia Tarver ha affermato che ci sono tra i 20 e i 30 reclusi che sono alimentati a forza e altri 50 che
prendono parte allo sciopero rischiano di subir lo stesso trattamento nei
prossimi giorni.
La giurista che ha visitato il campo di concentramento dei prigionieri della guerra
dell'Afghanistan ed Iraq ha precisato che queste persone sono trattate in maniera
violenta.
Recentemente il Senato statunitense ha approvato un'iniziativa, 90 voti a favore e
nove contro che esige il rispetto dei prigionieri e contro l'applicazione
della tortura.
Washington giustifica il mantenimento di questi centri di detenzione con la sua
lotta contro il terrorismo.
I supposti "combattenti nemici", come il Pentagono definisce i prigionieri,
sono mantenuti in un limbo legale senza diritto ad essere trattati secondo
quanto prescritto dalla
Convenzione di Ginevra sui prigionieri di guerra.
"Molti dei prigionieri sono arrivati oltre la disperazione e sono disposti a
morire", sottolineò Tarver.
La giudice Kessler ha osservato che, dal punto di vista delle relazioni
pubbliche, sarebbe un disastro per gli Stati Uniti se qualcuno degli scioperanti morisse in queste
condizioni a Guantanamo.
La funzionaria ha osservato che le denunce sono gravi sia riguardo gli abusi che
alle pratiche
eccessivamente inappropriate che sono causa di un deterioramento non necessario nella
salute fisica e mentale dei prigionieri.