GUANTANAMO
Al Sindaco del Comune di Perugia
Al Presidente del Consiglio Comunale di Perugia
ORDINE DEL GIORNO
Oggetto: Petizione firmata dai membri del Consiglio Comunale al Parlamento Europeo per chiedere il rispetto dei diritti umani nei confronti dei prigionieri di Guantanamo.
PREMESSO CHE
Per una società democratica quale è la nostra ed ancor più per una città come Perugia impegnata da sempre nella valorizzazione della pace e della convivenza tra i popoli,
CONSIDERATO CHE
Dal momento della dichiarazione della guerra in Iraq, per far fronte alla immane tragedia del terrorismo, gli Stati Uniti di America hanno istituito il campo di detenzione per prigionieri sospettati di terrorismo nella località di Guantanamo a Cuba.
APPRESO CHE
Numerose fonti giornalistiche hanno rivelato che all’interno di questo campo di detenzione si perseguono pratiche inumane e degradanti nei confronti di esseri umani
CONOSCIUTO CHE
E’ in atto una petizione, da parte di singoli cittadini, organizzazioni, associazioni, sindacati, da presentare al Parlamento Europeo
SI IMPEGNA IL SINDACO
a trasmettere la seguente petizione da inviare al Parlamento Europeo, divisione Attività dei Deputati L-2929 Lussemburgo.
Perugia, 24 maggio 2005
Il Consigliere Comunale
Fabio Faina
PETIZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI PERUGIA
Al
Parlamento europeo sul carcere di Guantanamo
Con la seguente petizione vogliamo chiedere il rispetto dei diritti umani nei confronti dei prigionieri incarcerati a Guantanamo a Cuba.
Riteniamo che in una società democratica e civile un requisito basilare sia la presunzione di innocenza e ci pare disumano che persone innocenti, fino a prova contraria, siano trasportate in stato di assoluta deprivazione sensoriale, con occhiali neri, tappi alle orecchie, mascherine su naso e bocca, catene alle gambe e ai polsi e senza la possibilità di svolgere le proprie attività fisiologiche per più di 20 ore subendone la relativa umiliazione.
Riteniamo inumano e degradante che simboli di diversa cultura e religione, come la barba, siano eliminati coercitivamente. Questo equivale a tortura psicologica. Ci offende profondamente, poi, la condizione nella quale vengono detenuti i prigionieri degli USA in quello che è stato soprannominato lo zoo di Guantanamo: in gabbie all’aperto, in isolamento, con soltanto un asciugamano a terra per coricarsi, in uno spazio appena sufficiente per potersi distendere e senza concedere ad Amnesty, e ad altre associazioni umanitarie, la possibilità di controllare le condizioni di questi uomini.
Chiediamo che i carcerati vengano considerati prigionieri di guerra, essendo stati catturati in armi nel corso di una guerra a tutti gli effetti, contro un regime riconosciuto da almeno tre Stati. Chiediamo che, in quanto tali siano trattati in base alla Convenzione di Ginevra. Chiediamo che venga data a loro la possibilità di tornare al loro paese, se si tratta di semplici combattenti, o la possibilità di avere un processo giusto per coloro ritenuti, invece, responsabili di crimini terroristici, con difensori da loro scelti e alla presenza dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Chiediamo che sia tutelato il diritto di tutti alla propria difesa, alla propria dignità, alla propria religione, alla propria integrità perché i diritti umani calpestati per qualcuno sono calpestati per tutti e un diritto leso è un diritto che scompare.