Rumsfeld rifiuta l’ipotesi di chiudere la prigione di Guantánamo
Bruxelles, 9 giugno
L’agenzia ‘EFE’ ha reso noto che il segretario alla Difesa statunitense, Donald Rumsfeld, ha detto che non c’è alternativa al centro di detenzione della base nordamericana di Guantánamo, territorio cubano illegalmente occupato.
La dichiarazione dell’esponente guerrafondaio rappresenta una risposta alle voci che negli USA reclamano la chiusura del centro di tortura.
"Ci vengono in mente molte domande. Se chiuderà, dove andremo?", ha detto Rumsfeld in una conferenza stampa, rispondendo a domande sulle dichiarazioni del presidente Bush, che non escludevano la chiusura di questo carcere, dove gli USA hanno sistematicamente torturato i prigionieri.
Rumsfeld sta partecipando a Bruxelles ad una riunione di due giorni dei ministri della Difesa della NATO.
Consultato sulla chiusura del carcere di Guantánamo, Bush aveva ammesso in un’intervista rilasciata mercoledì alla catena televisiva ‘Fox News’ che "stiamo esplorando tutte le alternative".
A Parigi il presidente del Centro Statunitense per i Diritti Costituzionali, Michael Ratner, ha dichiarato che gli USA saranno presto costretti a chiudere il campo di prigionia di Guantánamo.
Mercoledì scorso l’ex presidente Jimmy Carter ha chiesto la chiusura del centro di tortura e ha segnalato che "il Governo degli USA continua a coprirci di vergogna e a danneggiare la nostra reputazione."
Nella prigione della base navale statunitense di Guantánamo, aperta l’11 gennaio del 2002, si trovano più di 500 prigionieri originari di vari paesi, la maggioranza dei quali catturati in Afghanistan nel 2001e ritenuti taleban o accusati di essere membri della rete terroristica ‘Al Qaeda’. Tuttavia, non sono stati processati e sono sprovvisti di assistenza legale.