GUANTANAMO
EGIZIANO DENUNCIA TORTURE,ORA
E' SU SEDIA ROTELLE
ORGANIZZAZIONE DIRITTI UMANI VUOLE CONDANNA USA
Il Cairo -
10/10/2005
Un egiziano detenuto per quattro anni senza
imputazioni nel carcere
militare
americano di Guantanamo a Cuba ha denunciato da una sedia a rotelle
nell'ospedale del Cairo, dove é sotto osservazione, di essere stato torturato
dalle guardie che ''ne provavano piacere''.
''Mi sollevavano e mi gettavano al suolo, facendomi cadere sulla schiena'', ha
detto Sami el Leithy, in un'intervista trasmessa dalla televisione pubblica
egiziana e ripresa oggi da tutta la stampa locale.
Leithy, che é stato liberato e rimpatriato all'inizio del mese, ha detto che a
causa di questo trattamento ha subito una lesione alla spina dorsale. ''Prima di
essere arrestato, ero in ottima salute e giocavo a calcio'', ha detto, facendo
vedere i certificati medici. Le guardie accecavano i detenuti con una luce
violenta, picchiando chi cercava di chiudere gli occhi, ha aggiunto, e li
assordavano con suoni acuti.
''Gli americani ... sbattevano la testa a terra dei detenuti che si
esprimevano contro la politica americana'', ha raccontato davanti alle
telecamere.
Leithy ha detto di non aver mai visto profanazioni del Corano, così come hanno
riferito altri detenuti del carcere, ''ma usciva raramente dalla sua cella''.
Le celle sono divise per categorie dalla A alla D. Nella A vengono dati tre
pasti completi, due coperte, uno spazzolino da denti, dentifricio e sapone.
''Vantaggi che diminuiscono progressivamente fino a scomparire nella cella
categoria D'', ha raccontato, parlando in un arabo letterario, senza inflessioni
o espressioni dialettali egiziane.
Leithy, 49 anni, ha raccontato di aver lasciato il Cairo 19 anni fa per
studiare in Pakistan, dove il cognato, professore all'università islamica al
Azhar, era stato inviato in missione. Dopo la laurea, ha lavorato in Pakistan
per dieci anni e quando l'ambasciata egiziana gli ha rifiutato il rinnovo del
passaporto - non ha detto perché - é andato a Kabul, dove ne ha ottenuto uno
nuovo. Ha quindi lavorato per sei anni all'università di Kabul, dove é rimasto
ferito nei bombardamenti americani nel 2001 contro il regime dei Taleban, che
proteggevano Osama bin Laden e la sua 'legione araba' di al Qaida. Leithy é
stato trasferito, non si sa da chi, per cure a Khost, vicino al confine con il
Pakistan, una delle zone ancora oggi piu' calde per la presenza di ex Taleban.
Mentre cercava di fuggire dai bombardamenti, é stato catturato dai pakistani e
consegnato agli americani.
''Nel 2004 sono stato finalmente portato in catene davanti ad un tribunale
militare americano composto di quattro giudici, un traduttore, un procuratore e
un altro ufficiale (di collegamento con il detenuto)'', ha raccontato. L'accusa
sosteneva che con altri 14 arabi, catturati insieme a lui, voleva combattere gli
americani. A maggio di quest'anno gli hanno comunicato che era stato giudicato
innocente.
Ieri il ministro degli Esteri egiziano, Ahmad Abul Gheit, ha detto che ci sono
ancora quattro egiziani nel carcere di Guantanamo.
L'Organizzazione per i diritti umani dell'Egitto, non governativa, vuole
intentare un processo contro gli Stati Uniti per violazione dei diritti umani e
della Convenzione di Ginevra sui prigionieri di guerra, riferisce il quotidiano
Nahdet Misr.
(ANSA)
GUANTANAMO
I colpi dei soldati yankee hanno danneggiato la spina dorsale
di un prigioniero nella base di Guantánamo
Il Cairo, 9 ottobre. – Un ex prigioniero del carcere militare statunitense di Guantánamo (Cuba) ha accusato l’esercito nordamericano di brutalità e arbitrio, ha reso noto domenica il quotidiano Al Ahram, citato dalla DPA.
L’egiziano Samy Leithi, di 49 anni, che il 29 settembre è stato rilasciato dopo aver passato quasi 4 anni a Guantánamo, afferma di essere costretto su una sedia a rotelle a causa dei danni alla spina dorsale subiti durante la sua reclusione nel carcere nordamericano. Leithi ha affermato di essere stato costretto a camminare per mezz’ora con le mani e i piedi legati con catene pesanti che lo facevano inciampare. Ha anche assicurato di aver subito altri maltrattamenti, come luci accecanti e colpi durante gli interrogatori. Inoltre, ha spiegato, dopo che un tribunale ha constatato la sua innocenza a maggio è stato mantenuto in stato di detenzione per vari mesi.
La polizia egiziana non crede che Leithin sia appartenuto a nessuna organizzazione terroristica. Egli ha affermato che dal 1966 è professore all’università a Kabul. All’inizio dell’attacco statunitense contro il regime taliban, allora al potere in Afghanistan, alla fine del 2001, è fuggito in Pakistan. Lì i militari lo hanno arrestato, consegnandolo alle forze statunitensi.