GUANTANAMO
"La giusta
soluzione è semplice:
che abbandonino Guantánamo"
• Davanti alle
violenze dei militari yankees • La protesta diffusa nel mondo dai Premi Nobel
Nadine Gordimer, Rigoberta Menchú e Adolfo Pérez Esquivel con i noti
intellettuali Noam Chomsky e Salim Lamrani
P.DE LA HOZ
21 luglio
"La giusta
soluzione è semplice: tutti gli Stati, le comunità e ogni persona
Gli Stati Uniti devono
ritirarsi da Guantánamo, adesso!
Un appello di
intellettuali e premi Nobel
Di
seguito pubblichiamo tradotto il comunicato scritto per il ritiro degli
USA dalla base di Guantánamo da parte di un gruppo di intellettuali, tra
cui tre premi Nobel, pubblicato dall’ufficio cubano di “In difesa
dell’Umanità”:
“Durante più di un secolo, gli Stati Uniti sono intervenuti, hanno fatto la
guerra e imposto trattati imperialisti contro i diritti del popolo cubano
alla sovranità. Nel 1897, quando Cuba raggiungeva la vittoria nella Seconda
Guerra di Indipendenza contro la Spagna, Theodore Roosevelt incoraggiò il
presidente degli Stati Uniti, McKinley, ad intervenire. Nel 1898, gli Stati
Uniti hanno dichiarato la guerra alla Spagna per impedire che Cuba
raggiungesse la sua indipendenza.
Nel
1901, oltre ad altre misure forzate per codificare il controllo di Cuba,
incluso che: “gli Stati Uniti possano intervenire militarmente in qualsiasi
momento”, si incontrava lo stesso oltraggiante decreto che stipulava che
Cuba deve vendere o affittare ad una potenza straniera, gli Stati Uniti, “le
terre necessarie a miniera carbonifera o a basi navali, in certi punti
specifici”. Oltraggiante perché sempre terminò o volle terminare con
un’invasione o un’annessione del territorio del paese ad una potenza
straniera.
Guantánamo era un “punto specifico”, dove si è costruita una base navale
statunitense con le conseguenze che tutti conosciamo. La povertà di un
antico paese colonizzato è stata sfruttata in modo vergognoso dagli Stati
Uniti democratici in cambio dell’affitto annuale di 2000 dollari in oro, sul
principio basato in che una potenza ricca ha il privilegio morale di
comprare qualsiasi cosa, incluso parte di un altro paese. Dal 1959, Cuba si
è rifiutata di incassare l’affitto.
L’uso che è stato dato ad un territorio sovrano, prodotto da questo furto
provato è, alla fine dei conti, un motivo di vergogna e di disgrazia per gli
Stati Uniti e anche per il mondo contemporaneo che, intimidito dal potere
statunitense, fa finta di non vedere la prigione impiantata in modo
imbarazzante in un paese straniero. Le orrende condizioni di isolamento,
privazione e tortura esistenti in questo carcere medioevale, che sono
condannate da Amnesty International e da un numero crescente di
organizzazioni dei Diritti Umani, continuano valide a causa degli Stati
Uniti, una potenza straniera che non ha diritto a stare lì.
Costantemente si profanano i diritti umani nel nostro mondo. Cosa che
implica continui conflitti di una grande complessità religiosa, di gruppi
diversi; è immensamente difficile incontrare soluzioni giuste a tutto
questo. Guantánamo è l’eccezione chiara.
La soluzione giusta è semplice. Tutti gli Stati, comunità e prima di tutto
ogni persona in questo mondo con responsabilità a livello mondiale
compromessa con la verità di che la vera umanità tra le nazioni e i popoli
solo può esistere nella giustizia, deve chiedere, in suo nome, che gli Stati
Uniti abbandonino Guantánamo in modo incondizionato.
ADESSO!
Nadine Gordimer, Salim Lamrani, Noam Chomsky,
Rigoberta
Menchú, Adolfo Pérez
Esquivel
|
di questo
mondo responsabile e impegnata con la verità che la vera umanità tra le nazioni
e i popoli può esistere solo se c’è giustizia, devono chiedere a proprio nome
che gli Stati Uniti abbandonino Guantánamo senza condizioni e subito"!
Questo
reclamo che si legge in un manifesto con la ferma denuncia delle violenze che le
forze militari statunitensi commettono nella base navale che occupano
illegalmente nella regione sud orientale di Cuba, è stato reso pubblico da
cinque grandi personalità internazionali: i Premi Nobel della Pace, Rigoberta
Menchú, del Guatemala, Adolfo Pérez Esquivel, dell’Argentina; dalla sudafricana
Premio Nobel di Letteratura, Nadine Gordimer; dal politologo e linguista
nordamericano Noam Chomsky come dall’ investigatore francese Salim Lamrani.
I firmatari
sostengono che l’uso del territorio occupato "è motivo di vergogna e di
disgrazia per gli Stati Uniti e anche per il mondo contemporaneo" e sostengono
che le orrende condizioni d’isolamento, privazione e tortura esistenti in questo
carcere medioevale sono mantenute per volontà del governo di una potenza
straniera che non ha il diritto di stare lì.
Inoltre
spiegano come gli USA si sono installati a Guantánamo nel 1901
dopo lo sbarco delle loro truppe a Cuba per frustrare l’indipendenza dell’Isola
dal giogo spagnolo, con il principio che una potenza ricca "ha il privilegio
orale di comprare qualsiasi cosa, includendo una parte di un altro paese.
Ricordano che per più di un secolo gli Stati Uniti sono intervenuti, hanno fatto
la guerra, imposto trattati imperialisti contro il diritto del popolo cubano
alla sua sovranità.
Decine di
mezzi di comunicazione alternativi hanno fatto circolare questo manifesto, che
si intitola "Gli Stati Uniti si devono ritirare da Guantánamo", e che si somma
alle moltissime voci che esigono in tutto il mondo che Washington ponga fine
alle troppe violazioni dei diritti umani che esercitano su prigionieri illegali,
in un,
in un territorio usurpato.