2/11/05

 

Guantanamo:

Repressi tentativi di suicidio dei detenuti

 

 

 

 



Vari tentativi di suicidio, nella base militare nordamericana di Guantánamo a Cuba, evidenziano il grado di disperazione dei carcerati confinati lì dagli Stati Uniti.

Il caso più recente è quello del prigioniero Jumah Dossari che durante la visita del suo avvocato Joshua Colangelo-Bryan, si é tagliato le vene e dopo si é impiccato in un bagno del penitenziario, caso citato dal Washington Post.

Il tentativo di suicidio di Dossari la cui nazionalità non é stata rivelata, é accaduta due settimane fa e si tratta del primo evento di questo tipo testimoniato da una persona esterna al carcere statunitense.

La casa editrice del Post segnala che questo ed altri atti di autoflagellazione dimostrano l'ambiente di disperazione crescente che colpisce i più di 500 reclusi esiliati da Washington nel territorio usurpato a Cuba.

Colangelo-Bryan ricordò che Dossari é stato tenuto in isolamento durante quasi due anni, su un totale di quattro di prigione. Egli cronometrò il suo tentativo affinché qualcuno, esterno alla prigione, potesse prestare testimonianza.

In totale si sono registrati 36 tentativi di suicidio di 22 carcerati differenti, compresi tre casi durante gli ultimi 20 mesi, affermò il Tenente Colonello Jeremy Martín, portavoce della direzione militare di Guantanamo.

L'ufficiale ha aggiunto che il rapido intervento delle autorità ha evitato le morti e fino ad ora nessun detenuto è deceduto a causa di questi atti. Un relatore speciale dell'ONU ha confermato, la scorsa settimana, che si é deciso di visitare la base militare statunitense di Guantanamo e valutare le condizioni di detenzione di centinaia di prigionieri accusati di terrorismo.

Il delegato delle Nazioni Unite per l'indipendenza di giudici ed avvocati, Leandro Despouy, ha spiegato che aveva ricevuto l'assenso del governo degli Stati Uniti per visitare il centro nordamericano. L'esperto ha chiarito che analizzerà, alla luce dei precetti dell'ONU, se i termini e condizioni del consenso di Washington sono o meno soddisfacenti.

Vari prigionieri in sciopero della fame nella prigione caraibica hanno denunciato torture e punizioni applicate contro di loro da membri delle truppe statunitensi. Secondo le attestazioni, corroborate da avvocati, soldati degli Stati Uniti hanno mantenuto una serie di angherie contro gli scioperanti che sono alimentati forzosamente per mezzo di tubi sporchi.