GUANTANAMO
Denunce di abusi contro 26 prigionieri da tempo in sciopero della fame
di Diario 28 ottobre 2005
Una nuova bufera sta travolgendo il Pentagono.
Arriva da Guantanamo (Cuba) e riguarda gli abusi nei confronti di 26 detenuti. I
prigionieri, in sciopero della fame per protestare contro maltrattamenti fisici
e altre ingiustizie, sono ora alimentati forzatamente in modi definiti dai
medici "barbari e antietici". E forse non si tratta di un caso come Abu Gharib,
ma i racconti dei soprusi sono comunque raccapriccianti.
I sondini per l'alimentazione coperti di sangue e di bile sono spinti con forza
dal naso fino allo stomaco e usati prigioniero dopo prigioniero senza essere
puliti. "Il dottore arrivava, ci torturava…" ha dichiarato il prigioniero
saudita Abdul-Rahman Shalabi. "Ha inserito il tubo nel modo sbagliato. Sapeva
che era il modo sbagliato… è ho iniziato a vomitare sangue". La pratica
avverrebbe senza l’uso di anestesie né antidolorifici e il cibo sarebbe versato
in dose così massiccia da provocarne il rigetto immediato, viste le debilitate
condizioni dei detenuti-scioperanti.
Della questione si sta occupando il giudice federale Gladys Kessler, che ha
ordinato al Pentagono di fornire agli avvocati le cartelle mediche degli
assistiti. Il Pentagono si difende dicendo che si tratta di accuse oltraggiose e
afferma che inviare quelle cartelle sarebbe uno spreco di tempo e incoraggerebbe
i detenuti a perseverare negli scioperi.
Mentre gli avvocati temono per la sopravvivenza dei carcerati, uno di loro, il
ventottenne Fawzi al-Odah, si è rivolto al giudice perché gli sia rimosso il
sondino naso-gastrico e gli sia perciò permesso di morire. Si è così acceso il
dibattito sull’eticità dell’alimentazione forzata. "I prigionieri hanno lo
stesso diritto degli altri pazienti a rifiutare le cure mediche" hanno scritto,
in una lettera al giornale Guardian, diciotto medici britannici.
L'associazione umanitaria internazionale Reprieve dichiara alla Bbc che
l’alimentazione forzata “è usata come metodo di tortura, considerate le modalità
con cui è attuata”.
GUANTANAMO
Rivelati nuovi casi di torture a reclusi
22 ottobre 2005 (PL) - Vari reclusi, in
sciopero della fame nella prigione di Guantánamo, hanno confermato la loro
denuncia su torture e punizioni perpetrate dai membri delle truppe statunitensi.
D’accordo con le testimonianze, corroborate dagli avvocati difensori dei
detenuti, soldati degli Stati Uniti hanno mantenuto una routine di supplizi
contro gli scioperanti che sono alimentati forzosamente per mezzo di tubi
sporchi che sono violentemente inseriti e tolti dalle gole dei condannati.
Tali procedimenti sono stati denunciati dai prigionieri come metodi e pratiche di tortura.
La ripetuta introduzione dei tubi ha provocato, che molti reclusi in
sciopero della fame, vomitassero sangue e soffrissero forti dolori, hanno
spiegato gli avvocati ad un giudice federale negli Stati Uniti.
Secondo i detenuti gli ufficiali nordamericani asserivano che tale trattamento
pretendeva di convincerli a terminare lo sciopero che è cominciato il 9 agosto
scorso.
Il tenente colonnello Jeremy Martín, portavoce del carcere di Guantanamo, ha
argomentato che i carcerati sono controllati sempre dagli esperti medici e che
“il cattivo trattamento non è tollerato”.
Lo sciopero è iniziato con 76 detenuti che protestano per la reclusione nella
prigione radicata in suolo cubano, un territorio illegalmente occupato da forze
militari degli Stati Uniti.
L’accampamento mantiene circa 500 carcerati di varie nazionalità accusati di
presunte cospirazioni terroristiche. Un totale di 25 detenuti rimangono in
totale sciopero della fame, mentre vengono alimentati a forza.
Avvocati della difesa assicurano che i loro clienti manterranno la protesta fino
a che le condizioni nella prigione non miglioreranno sostanzialmente.
Frattanto, una controversia tra il Congresso ed il Governo degli Stati Uniti
potrebbe indurre un virulento dibattito nazionale sulla correttezza di
legalizzare una norma per gli interrogatori ai prigionieri stranieri.
Con 90 voti contro nove, il Senato ha approvato, questo mese, una direttrice che
proibisce il trattamento brutale, inumano e degradante ai reclusi ed appoggia la
stretta applicazione del manuale dell’esercito nordamericano in tutti i casi.
Tale decisione legislativa diventa un nuovo problema per la Casa Bianca, da dove
il presidente George W. Bush si difende e afferma che, proibire la tortura, ai
carcerati di guerra “complica la sua lotta contro il terrorismo”.