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La presenza delle banche internazionali sta
crescendo ad un ritmo del 16% Tratto da AmericaEconomica.com - 27 ottobre 2005
Nel primo semestre dell’anno le grandi banche internazionali hanno incrementato la loro presenza a Cuba del 16,4%, portandola a 2.203 milioni di dollari (1.845 milioni di euro), stando agli ultimi dati preliminari diffusi dalla Banca Internazionale di Pagamento (BIS). Nell’ambito dei principali investitori europei nell’Isola, gli enti finanziari spagnoli sono quelli che si sono assunti più rischi nel paese dei Caraibi.
La Francia continua a essere il paese detentore dei maggiori diritti di riscossione a Cuba (attraverso la concessione di prestiti o l’acquisto di titoli di qualsiasi tipo), con 464 milioni di dollari (388 milioni di euro), anche se nel primo semestre dell’anno ha ridotto la sua presenza del 12,3% rispetto al periodo gennaio-giugno del 2004.
Hanno ridotto la loro presenza anche le banche olandesi, che nel primo semestre dell’anno scorso erano i secondi maggiori investitori nell’Isola. Nel giugno del 2005 i rischi assunti ammontavano a 280 milioni di dollari (234 milioni di euro), un 5% meno che nello stesso mese del 2004.
Questa riduzione ha permesso alla Spagna di sottrarre la seconda posizione all’Olanda. I prestiti concessi a Cuba e i titoli acquistati ammontavano alla fine di giugno a 302 milioni di dollari (252 milioni di euro), con un incremento del 2,7%.
Anche la Germania ha aumentato i suoi rischi a Cuba. Il paese teutone si mantiene al 4º posto di questo ranking con 210 milioni di dollari (176 milioni di euro), un 3,96% in più.
Nonostante la scommessa fatta dalle banche tedesche e spagnole nell’Isola, in generale i grandi enti finanziari europei si sono mostrati più prudenti nel primo semestre dell’anno per quanto riguarda i loro investimenti a Cuba e la presenza congiunta si è ridotta del 5,5%, scendendo a circa 1.497 milioni di dollari (1.253 milioni di euro).
C’è stato un incremento sorprendente. Le banche giapponesi hanno aumentato la loro presenza dell’84,3%, portandola a circa 94 milioni di dollari (78,7 milioni di euro). Già da due anni gli istituti di credito nipponici hanno cominciato ad aumentare fortemente i loro rischi nell’Isola.
Alla fine del 2003 la loro presenza si è incrementata niente meno che del 483%, fino ai 35 milioni di dollari (30 milioni di euro) e da allora è progressivamente aumentata.
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