nota stampa
IN BASE ALLE NORME
INTERNAZIONALI ED AGLI ACCORDI BILATERALI, NESSUN CITTADINO PUÒ ENTRARE NEL
TERRITORIO DI UN'ALTRO STATO SENZA AVER PREVIAMENTE OTTENUTO UN VISTO per
turismo, per lavoro, per studio o anche per ragioni di salute.
Naturalmente, la
Repubblica di Cuba ha un proprio regolamento migratorio assistito dagli
strumenti giuridici che il paese si é dato.
Recentemente, gli organi di stampa italiani Corriere della Sera e La Repubblica,
entrambi al corrente dei regolamenti esistenti nel nostro paese concernenti lo
svolgimento dell'attività giornalistica da parte di professionisti stranieri,
hanno mandato a Cuba dei loro inviati provvisti soltanto di tessera turistica
con la deliberata intenzione di violare i suddetti regolamenti, come é stato
ampiamente dimostrato dal modo di agire di tali inviati nel territorio nazionale
cubano dove, fin dal primo momento, essi hanno svolto attività giornalistica.
Nessuno dei due inviati rimpatriati aveva chiesto il corrispondente visto per
l'ingresso nella Repubblica di Cuba.
Di conseguenza, le autorità cubane competenti hanno proceduto ad agire in base
alle leggi vigenti che regolano l'esercizio dell'attività della stampa estera a
Cuba.
Entrambi gli organi di stampa, nel violare le leggi di un altro Stato e in
aperta provocazione verso le nostre autorità, hanno con ciò dato dimostrazione
di un atteggiamento irresponsabile. Per quanto riguarda il Corriere della Sera,
il caso é ancora più grave dato che tale quotidiano aveva ricevuto un chiaro
segnale secondo cui le autorità cubane non avrebbero permesso l'ingresso nel
paese di un inviato che non avesse presentato neanche la richiesta di accredito,
come occorso in una precedente occasione, quando un altro giornalista dello
stesso organo di stampa era stato reimbarcato.
Il trattamento informativo dato a tali fatti ha scatenato una nuova campagna
contro Cuba, facendo intendere all'opinione pubblica che era stato impedito a
due giornalisti l'esercizio della loro professione, mentre si é taciuto sui veri
motivi che hanno provocato il loro rimpatrio, e cioè la violazione delle leggi
del nostro paese. E' inoltre passato sotto silenzio il comportamento disonesto,
manipolatore e poco obiettivo che, come in tante altre occasioni, viene
applicato contro Cuba dai mezzi di informazione.
A differenza di quanto sopra segnalato, organi di stampa italiani (tra cui un
importante canale televisivo) che, nel rispetto dei regolamenti vigenti, hanno
fatto richiesta di inviare un loro gruppo per svolgere attività giornalistica in
questo periodo, hanno ottenuto l'autorizzazione ed il relativo visto. Ciò pone
in evidenza chiaramente la nostra disponibilità ad accogliere e a lasciar
lavorare ogni professionista che agisca seriamente rispettando le istituzioni e
le leggi cubane.
Roma, 23 maggio 2005