Fidel e Raúl hanno fatto le loro condoglianze

 per la morte del Papa Giovanni Paolo II


• E’ stata celebrata una messa funebre nella Cattedrale dell’Avana

 

MARÍA JULIA MAYORAL Fotos: José Miyar Barruecos e JUVENAL BALAN 6 aprile 2005

 

Il Presidente ed il Vicepresidente del Consiglio di Stato e dei Ministri, Fidel Castro e Raúl Castro, hanno fatto ieri le loro condoglianze per la morte di sua Santità il Papa Giovanni Paolo II, firmando l’apposito libro nella sede della Nunziatura Apostolica de L’Avana.

 

Vestiti con abiti neri, Fidel e Raúl sono arrivati alla Nunziatura, a Miramar, poco prima delle cinque del pomeriggio, in compagnia del ministro degli Esteri Felipe Pérez Roque, del membro del Consiglio di Stato Carlos Valenciaga e di Caridad Diego, capo dell’Ufficio delle Questioni Religiose del Partito. Sono stati ricevuti da Luigi Bonazzi, Nunzio Apostolico a Cuba.

 

Nel suo scritto, Fidel ha definito il Papa un instancabile combattente per l’amicizia tra i popoli, un nemico della guerra ed un amico dei poveri. Ha ricordato che sono stati vani gli sforzi di coloro i quali hanno cercato di usare il prestigio e l’enorme autorità spirituale del Santo Pontefice contro la giusta causa del popolo cubano, nella sua lotta per fronteggiare il gigantesco impero.

 

Il testo redatto da Fidel, una pagina completa del Libro delle Condoglianze, si conclude affermando che "siamo addolorati per la scomparsa di Giovanni Paolo II", definito "un amico indimenticabile, il cui esempio desideriamo ardentemente che perduri".

 

Raúl, che ha preceduto il Presidente Fidel Castro, ha scritto nel libro che "Ricorderemo il Papa sempre con rispetto e profonda amicizia, perché è stato dalla parte dei poveri ed ha lottato per la pace".

 

Numerosi dirigenti della Rivoluzione, così come cittadini credenti e non credenti, si sono recati a firmare il Libro delle Condoglianze, che resterà aperto fino a mercoledì nella sede della Nunziatura.

 

UNA MESSA FUNEBRE NELLA CHIESA CATTEDRALE DE L’AVANA

 

Nella Cattedrale de L’Avana, stracolma di persone, è stata celebrata ieri sera (lunedì) una messa funebre per Sua Santità il Papa Giovanni Paolo II, alla quale ha assistito Fidel.

 

Più di mille persone all’interno del tempio e tante altre riunite nella Piazza, hanno ascoltato attentamente l’omelia pronunciata dal cardinale Jaime Ortega Alamino, che ha ricordato il Papa come una persona che ha lavorato instancabilmente per la pace nel mondo, per l’unità dei cristiani, l’avvicinamento agli ebrei, la promozione del dialogo interreligioso e l’armonia tra Scienza e Fede.

 

"La Chiesa ed il mondo", ha affermato l’Arcivescovo de L’Avana, "hanno perso un punto di riferimento per la sua ferma postura etica, che ha comunicato al mondo sicurezza e fiducia nel destino dell’uomo ed è penetrato nelle coscienze con il suo appello ad essere eticamente responsabili del futuro e lo ha fatto con un potere comunicativo eccezionale".

 

"Lo ricorderemo nella sua visita a Cuba come un messaggero di verità e speranza. Nei giorni del suo soggiorno tra noi, alcuni uomini e donne del nostro popolo ci dicevano frasi simili a questa: sono stati quattro giorni che hanno aperto il nostro cuore", ha detto il cardinale Ortega.

 

Celebrando la Santa Eucarestia il cardinale, che è anche Presidente della Conferenza dei Vescovi Cattolici di Cuba, ha chiesto che, dalla sua felice eternità, il Papa Giovanni Paolo II continui ad accompagnare il popolo e la chiesa cubana, fruttificando così tra noi la testimonianza della sua vita e del suo lascito d’amore".

 

Durante la cerimonia, il Nunzio Apostolico a Cuba, monsignor Luigi Bonazzi, ha sostenuto che "il mondo è di chi più lo ama e lo sa dimostrare meglio, perché alla fine sono questi i sentimenti che perdurano; è per questo che Giovanni Paolo II permane, perché ha fatto della sua vita un continuo atto d’amore per la Chiesa ed il mondo".

 

Il rappresentante della Santa Sede ha anche riflettuto sulla visita che il Papa effettuò nel nostro paese nel 1998. "Fu un incontro", ha detto, "preparato con tutta la cura possibile da parte delle autorità civili e religiose della Maggiore delle Antille. Furono quattro giorni di festa e genuina celebrazione nata dalla comunione di tutti i cubani, congregati dalla presenza del Santo Padre".

 

Alla messa hanno assistito, tra gli altri dirigenti della Rivoluzione, i membri del Burò Politico Ricardo Alarcón, Carlos Lage, Esteban Lazo, Abel Prieto, Pedro Sáez ed il ministro degli Esteri Felipe Pérez Roque; un numeroso gruppo di ministri e membri della massima direzione dello Stato; Caridad Diego, capo dell’Ufficio per gli Affari Religiosi del Comitato Centrale del Partito ed Armando Hart Dávalos, direttore dell’Ufficio del Programma Martiano. Erano inoltre presenti rappresentanti di altre chiese cristiane e confessioni religiose, nonché il corpo diplomatico accreditato a L’Avana.