I religiosi sottolineano l'esistenza

della libertà di culto a Cuba

 

 

28.5 Durante un incontro nazionale svoltosi alla presenza di dirigenti del Partito Comunista di Cuba (PCC), più di 100 leader di religioni di origine africana hanno sottolineato che nel paese esiste una completa libertà di culto.

 

Il babalawo Enrique Gómez Armenteros, di Guanabacoa, ha respinto le campagne anticubane su presunte violazioni della libertà religiosa e ha citato come esempio la Casa-Tempio da lui diretta, che ha sempre potuto contare sull’appoggio delle autorità locali.

 

La presidenza dell’incontro, della quale faceva parte Esteban Lazo, membro del Burò Politico del PCC e vicepresidente del Consiglio di Stato della Repubblica di Cuba, ha segnalato che la Rivoluzione ha sempre avuto come metodo di lavoro lo scambio di opinioni con tutti i settori della società.

 

Caridad Diego Bello, capo dell’Ufficio per le Questioni Religiose del Comitato Centrale del PCC, ha fatto riferimento all'importanza delle decisioni al rispetto del IV Congresso del Partito, che ha fra l'altro definito questa organizzazione politica come il Partito della nazione cubana.

 

Diego Bello ha menzionato l’importanza degli scambi effettuati a partire dal 1994 con tutti i settori religiosi nei municipi, nelle province e a livello nazionale, fino ad arrivare all’incontro sostenuto con il presidente Fidel Castro nel 1998.

 

Durante la riunione, vari leaders delle religioni di origine africana hanno encomiato le misure adottate per elevare il livello di vita della popolazione con l’applicazione di quasi 200 programmi sociali. In particolare, hanno fatto riferimento alle positive trasformazioni in corso nel settore sanitario.

 

I presenti hanno potuto osservare queste innovazioni durante una visita a tre ospedali della capitale.

 

È stata sottolineata l’importanza dell’unità e del suo rafforzamento, al di là della diversità e delle differenze naturali che esisitono nelle pratiche di queste credenze di origine africana, introdotte nel paese dagli schiavi portati dagli spagnoli.

 

Il babalawo Antonio Castañeda, presidente dell’Associazione Culturale Yoruba di Cuba (ACYC), ha esposto l'opera svolta da questa istituzione creata nel 1991 e gli sforzi indirizzati a lavorare per la purezza della religione cubana di origine africana e a promuovere corretti valori morali nei praticanti.

 

L’antropologo Ernesto Valdés ha detto che nella storia dell’Isola il Governo Rivoluzionario è stato l’unico a riunirsi sistematicamente con rappresentanti di queste credenze per scambiare criteri e conoscere le loro opinioni.

 

Ha anche consegnato un’indagine sulle norme e le definizioni dei praticanti della regola Ocha-Ifá, di origine Lucumí (Yoruba).

 

Aleida Brest (Las Tunas), e Rafaela Purys (Villa Clara), José Leal Bernal e Luis Avilés, tutti e due della capitale, hanno chiesto di far sapere a Fidel Castro che anche loro sono soldati della Rivoluzione e che sono disposti a difendere le sue conquiste sociali.

 

Miriam García, direttrice dell’Associazione nel Ministero della Giustizia, ha reso noto che sono in fase di legalizzazione le filiali dell’ACYC di Matanzas, Camagüey, Cienfuegos, Villa Clara e Holguín e che già sono pronti gli statuti dell’Associazione Abakuá di Cuba.

 

Su proposta di Lázara Rodríguez Alemán, studiosa di queste religioni, la riunione ha approvato una dichiarazione di condanna al terrorismo contro Cuba, esigendo che il noto assassino Luis Posada Carriles venga estradato in Venezuela.

 

Hanno tra gli altri partecipato all’incontro membri dei Consigli dei Sacerdoti Maggiori di Ifá, di Oriates, di Iyalochas, e rappresentanti degli Abakuás, gli Ararás e il Vudú. (AIN)