La
Scuola Latina Americana di Medicina (ELAM) ha dato ieri il suo
primo raccolto di professionisti della medicina, con la laurea di 1610 medici
incaricati di contribuire ad elevare i livelli di salute dei rispettivi paesi.
Alla cerimonia di laurea hanno assistito circa
venti capi di stato e di governo di America Latina, invitati d’onore allo
storico evento dal presidente
Fidel Castro, oratore centrale
dell’incontro.
“Questa laurea era un sogno solo sette anni fa e ieri è stata una prova della
capacità dei popoli per raggiungere altre mete e per quelli che lottano per un
mondo migliore”, ha detto il leader cubano, che era vestito con un elegante
completo blu scuro.
Fidel Castro ha indicato che l’apporto dell’isola alla formazione di risorse
umane per migliorare la salute in altre parti del mondo è la conseguenza degli
sforzi del processo rivoluzionario.
In questo senso ha detto che dopo il trionfo della Rivoluzione nel gennaio del
1959, il paese aveva perso la metà dei suoi medici, nel bel mezzo delle minacce
degli attacchi degli Stati Uniti. Allora Cuba è rimasta con appena 3000 medici e
un pugno di professori universitari.
45 anni dopo si sono laureati 83mila 982 medici, e con quelli che entreranno nel
2005 la cifra si eleverà a 85mila 887.
Si devono aggiungere più di 3000 stranieri formati nella maggiore delle Antille.
Un ampio caleidoscopio di nazioni, popolazioni indigene ed etnie rappresentano i
nuovi medici nei loro camici bianchi.
Loro provengono dalle zone più umili di tutta l’America Latina, i Caraibi ed
l’Africa, dove torneranno ad esercitare la loro professione per il bene dei loro
conterranei. Prensa Latina ha intervistato i giovani neolaureati, nei corridoi
del Teatro Carlos Marx a L’Avana, dove si è svolta la cerimonia, sulla loro
formazione a Cuba, sulle loro speranze e sui loro interessi futuri.
Denis Martin, del Perù, ha affermato che è un’esperienza unica quella che gli ha
dato questo paese, qui ha incontrato gente di molti paesi e ha appreso molto,
l’obbiettivo degli studenti sempre è stato quello di essere medici integrali ed
umanisti.
Florencio, del Guatemala, ha anche commentato la sua esperienza, dicendo che è
venuto a Cuba perché la scuola nel suo paese è molto diversa, lì le classi non
sono con solo 20 alunni, inoltre tutto costa, i libri, il cibo e molte altre
cose, qui tutto è gratis.
Ha aggiunto che l’insegnamento a Cuba è strutturato per prevenire ed aiutare la
comunità, nel suo paese è solo per curare alcune persone.
La maggioranza dei giovani medici hanno riconosciuto che quello che gli avevano
parlato dei cubani era falso.
La peruviana Belice afferma che le avevano detto che a Cuba c’era molta
repressione, e per questo al principio non voleva venire e adesso ha potuto
vedere che erano tutte bugie.
Di inconfondibile origine indigena, la cilena Carmen Rosa ha riconosciuto che
qui si fa molta pratica e contatto con il paziente, nel suo paese fino al quarto
anno non si vede un malato.
Cesar, dell’Honduras, afferma che nel suo paese ti insegnano a lottare da solo,
a risolvere i tuoi problemi individualmente, qui invece ti spiegano che devi
lottare in gruppo, che solo non si può risolvere niente.
La tragedia provocata dagli uragani George e Mitch nel 1998, che colpirono
profondamente le economie dei paesi centro americani e caraibici, con la perdita
irreparabile di migliaia di vite, ha avuto la risposta cubana di concepire un
Programma Integrale di Salute.
In questo contesto Fidel Castro ha concepito la creazione dell’ELAM per formare
gratuitamente come medici alcuni giovani di queste nazioni, quelli che dopo un
lasso di sei anni, ritornano alle loro comunità per contribuire alla
sostenibilità dei loro sistemi di salute.
Così, rivestito di una profonda concezione umanista e solidale, è sorto questo
progetto scientifico-pedagocico che ieri ha dato i suoi primi frutti.
Durante la cerimonia, i 16 alunni più meritevoli hanno ricevuto un diploma
firmato dal comandante in capo Fidel Castro, un anello d’argento e con corallo
negro, inoltre ad un esemplare del Don Chisciotte donato dal Venezuela e
consegnato personalmente dal presidente Chavez.
Scuola
Latinoamericana di
Medicina,
simbolo del domani
19 agosto '05 -
www.granma.cu (PL)
La Scuola Latinoamericana di Medicina in Cuba
laureerà oggi 1610 medici
provenienti da 19 paesi dell'America Latina, dei Carabi e degli Stati Uniti.
Quasi sette anni fa, il Presidente cubano Fidel Castro ha ideato il progetto di
creare un centro che formerà gratuitamente medici per le nazioni centroamericane
e del Carabi colpite per gli uragani Georges e Mitch.
Poco tempo dopo, il 15 novembre 1999, in occasione della IX Vertice
Ispanoamericano dei Capi di Stato e di Governo a L’Avana, si inaugurava la
Scuola Latinoamericana di Medicina con 1933 giovani di 18 paesi.
Attualmente, più di 10mila alunni di 28 nazioni di America Latina, Caraibi,
Stati Uniti e Africa, studiano Scienze Mediche distribuiti nelle 21 Facoltà che
esistono nell’isola.
Quei primi giovani che arrivarono in terra cubana, procedenti da famiglie umili,
con lingue, abitudini, culture, livello di educazione, etnie e credi diversi,
finiscono oggi la tappa come studenti per iniziare un’altra molto più bella:
portare salute ai propri popoli.
E'la prova incontrovertibile di ciò che si può ottenere con poche risorse, ma
con la volontà politica di aiutare gli altri popoli, questi 1610 giovani si
laureano impregnati di ampi valori umani, etici e solidali.
Ispirata dall’ideale integrazionista e dal proposito di offrire servizi di
salute alle grandi maggioranze dimenticate dei popoli di America, cresce e si
realizza l’idea della Scuola Latinoamericana di Medicina.
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