NESSUNA

 

NOTIZIA DA

 

L’AVANA

 

 

di Sergio Nessi

coordinatore regionale della Lombardia

Associazione Nazionale di Amicizia Italia – Cuba

21 maggio 2005

 

 

Esagerando (ma non troppo) si potrebbe dire che il 20 maggio a L’Avana non è successo niente. Alcuni cittadini cubani noti per le loro idee contrarie al sistema politico attualmente vigente si sono riuniti in una casa dell’Avana, con molta probabilità hanno parlato molto male dell’attuale governo dell’isola e del Presidente della Repubblica, hanno litigato tra loro, hanno visto un video-messaggio del presidente USA Bush, hanno cantato l’inno nazionale e se ne sono tornati a casa.

 

E’ tutto quanto ci dice il Corriere della Sera: considerando il dettaglio relativo ai litigi, siamo sicuri che fossero quelle persone che da noi vengono classificate come “dissidenti”, la cui più importante attività è appunto quella di litigare, generalmente su come spartirsi i fondi provenienti dagli USA.

 

Dove sta la notizia ?

 

Un giornalista italiano ha cercato di fare il furbetto, è entrato a Cuba  a fare il giornalista ma con il visto turistico, ed è stato rispedito a casa. A Cuba saranno troppo rigidi su certe cose, ma la legislazione di quello Stato è così. Lo sanno tutti.

 

Violazione della libertà d’informazione? Ma va là! Lo stesso Corriere ci informa che alla riunione dei dissidenti una buona parte erano reporter e osservatori internazionali. Con tutto il rispetto per il giornalista in questione, non credo che il governo cubano nutra un particolare terrore per quanto questo giornalista poteva raccontare di diverso da quelli che c’erano. E poi in generale ciò che ci raccontano su Cuba viene confezionato all’estero, spesso negli USA, e quindi che differenza fa per  Cuba se un giornalista ci va o no? Se ci va può sempre sperare di convincerlo a parlarne bene…

 

Insomma, nessuna notizia da l’Avana…

 

Cos’è successo allora per meritare l’intera pagina 2, l’intera pagina 3 e il titolo d’apertura del Corriere della sera del 21 maggio ? (A fianco della foto di Saddam in mutande, che l’occidente giudica uno scandalo e infatti la pubblica in prima pagina: ma a proposito, a quando il processo a Saddam?). Un titolo roboante (“Cuba: espulsioni e arresti”), parole di fuoco: cosa si aspettavano? “Ora manca davvero solo  la retata nei giardini del Congresso”: appunto, manca. “Non si sono visti i manganelli”. Che peccato! Meno male che almeno hanno espulso un giornalista, se no non c’era proprio niente da dire… ed era tutto pronto, i deputati europei che vanno a l’Avana a veder il nulla, i giornalisti polacchi, le dichiarazioni già pronte e dai toni striduli che contrastano con quello che non è successo, anche i radicali con i cartelli fuori dall’ambasciata cubana…

 

Ho come l’impressione che quei simpatici riuniti a L’Avana a vedere Bush che promette di liberare Cuba (neanche ci hanno pensato a liberarla loro?) fossero un pretesto per un fatto che deve avvenire qui da noi, e cioè un cambio d’indirizzo dell’Unione Europea, che recentemente ha revocato l’embargo su Cuba e questo non è piaciuto a molti settori politici nostrani e soprattutto a Washington.

 

Eppure una notizia da l’Avana c’era, il 20 maggio: il Presidente della Repubblica di Cuba ha reso noto alcuni documenti che provano che il governo USA, nel 1998, ha tenuto nascoste informazioni fornitegli da Cuba a proposito di attentati terroristici organizzati in Florida e poi puntualmente verificatisi.

 

Non è una notizia da poco, soprattutto per noi, visto che in uno di questi attentati è morto un nostro concittadino, Fabio Di Celmo.

 

Prima di dare lezioni agli altri, l’Italia dovrebbe avere almeno la dignità di paese indipendente e sovrano, chiedere giustizia per questa morte provocata dai gruppi terroristici cubano-americani di Miami e chieder di poter processare Posada Carriles, attualmente detenuto negli USA, che fu il mandante di questo come di molti altri attentati contro Cuba.