22/05/2005
L'ITALIA E CUBA.
REALTA' E STRUMENTALIZZAZIONI.
La campagna contro Cuba ridà
spazio allo squadrismo fascista. Il flop dei radicali. I due pesi e due misure
del governo italiano.
Cosa farà l'Unione Europea?
In questi ultimi giorni, le relazioni tra l'Italia e Cuba hanno subito una
escalation ampiamente prevista ma non per questo meno violenta.
La natura della Conferenza dei gruppi anticastristi a l'Avana
- Una parte del mondo politico e giornalistico italiano aveva deciso di
sostenere apertamente l'Assemblea per la promozione della società civile a Cuba
messa in campo il 20 maggio dai gruppi anticastristi cubani più legati
all'amministrazione Bush. Nonostante le vistose dissociazioni di altri esponenti
del "dissenso", preoccupati della deriva estremistica della conferenza,
dell'appoggio dei gruppi paramilitari di Miami e dell'appiattimento sulle
posizioni USA dell'evento, alcune forze politiche e giornali italiani non hanno
esitato ad appiattirsi in modo piuttosto miope quanto strumentale con
l'operazione messa in cantiere dall'amministrazione Bush contro Cuba,
Il Corriere della Sera si è prestato ad una operazione politica
degli Stati Uniti
- Alcuni quotidiani italiani - in particolare il Corriere della Sera e la
Repubblica - avevano deciso di forzare la situazione inviando per vie traverse e
non ufficiali dei giornalisti che potessero seguire la conferenza a l'Avana. La
scelta dei due quotidiani ha privato i colleghi espulsi della copertura legale
necessaria a poter svolgere il loro lavoro nel quadro di relazioni "normali". Se
da un lato a Cuba viene ancora impedito dalla politica degli USA e della miopia
europea di poter essere un paese "normale", dall'altro la neutralità
professionale del giornalista viene meno quando si presta - consapevolmente o
meno - ad una imboscata politica. Non è successo solo a Cuba. Succede
ripetutamente all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv (dal quale si viene espulsi
sue due piedi se l'obiettivo del viaggio non è consono alle esigenze di
sicurezza della autorità israeliane) ma succede anche nelle strade e nelle
piazze del nostro paese quando i funzionari dell'ordine pubblico sempre più
spesso non sembrano affatto "rispettosi" dei nostri tesserini da giornalisti
individuando nei soggetti più l'attivista politico che l'operatore
dell'informazione (non è accaduto solo a Genova nel 2001, accade più
frequentemente di quanto si immagini).
Che il Corriere della Sera abbia scelto di partecipare all'imboscata politica
del 20 maggio a Cuba, lo dimostra l'allestimento preventivo delle prime due
pagine del giornale di sabato 21 sull'avvenimento. Tanta "sensibilità" alla
situazione di Cuba non è affatto casuale. La direzione del Corriere aveva
predisposto il giornale ad una funzione politica anticubana. L'espulsione del
collega Battistini è stata solo un incidente che ha arricchito una cronaca ed un
posizianamento politico-editoriale già predisposto in anticipo. A questo punto
la deriva filo statunitense del Corriere della Sera, dovrebbe cominciare a
preoccupare il nostro paese un pò più della vicenda Battistini.
Il flop della manifestazione del Partito Radicale.
- A Roma e a Milano, per il 20 maggio erano state annunciate manifestazioni
sotto l'ambasciata e il consolato cubani sia da parte del Partito Radicale sia
dai "neo" fascisti di Azione Giovani (il "post" è stato ormai superato dal
brusco ritorno alle origini di AN). Queste manifestazioni si sono rivelate un
clamoroso flop in quanto oscurate dalle contromanifestazioni in solidarietà con
Cuba avvenute a Roma, Milano e Firenze e da una sovraesposizione mediatica assai
maggiore data al caso Battistini. Ma il fallimento delle manifestazioni dei
Radicali e dei fascisti non sta solo nel loro oscuramento. Essi hanno infatti
dovuto misurarsi con la realtà rappresentata da un movimento di solidarietà con
Cuba estremamente deciso, liberato dalla logica eurocentrista e profondamente
connesso con i movimenti sociali a livello internazionale che, nel mondo e in
modo particolare in America Latina, hanno una percezione assai diversa di Cuba e
su Cuba di quanta se ne possa avere in Europa. La contromanifestazione di
solidarietà con Cuba organizzata all'ultimo momento sotto l'Ambasciata, ha
sovrastato, allontanato e interdetto quella dei radicali che si sono dovuti
tenere a distanza dall'entrata dell'ambasciata davanti alla quale campeggiavano
invece gli striscioni contro il blocco USA, per la libertà dei cinque patrioti
cubani e cartelli di solidarietà con Cuba.
-
La campagna contro Cuba ha ridato spazio anche allo
squadrismo fascista
I fascisti hanno provocato ancora una volta una gazzarra davanti l'ambasciata
cubana con un blitz non autorizzato che ha potuto godere dell'inerzia delle
forze dell'ordine. Iniziativa e modalità queste impensabili davanti a qualsiasi
ambasciata straniera. Se all'Ambasciata USA o israeliana qualcuno avesse cercato
di fare altrettanto, sarebbe stato oggetto di una repressione immediata e feroce
sia da parte delle forze dell'ordine sia da parte della sicurezza
dell'ambasciata. I fascisti hanno invece dovuto subire solo degli spruzzi
d'acqua da un pompa da giardinaggio e l'affronto di tre attivisti tre (italiani)
del Comitato 28 giugno che li hanno contrastati apertamente davanti al cancello
dell'ambasciata. La reazione dei fascisti è stata la più tradizionale calci e
insulti contro uno tre attivisti che aveva buttato via il loro volantino. Anche
in questo caso le forze dell'ordine hanno lasciato fare i fascisti per poi
intervenire contro gli esponenti del Comitato 28 giugno identificandoli per
"disturbo a manifestazione non autorizzata" ?! Un paradosso: una manifestazione
non autorizzata e aggressiva contro una sede diplomatica non solo non viene
fermata dalle forze dell'ordine ma non può nemmeno essere disturbata.
Verrebbe da chiedersi cosa accadrebbe se qualcuno cercasse di generalizzare
questa modalità di manifestazione all'ambasciata USA di via Veneto.
Le ripercussioni diplomatiche nei rapporti tra Italia e Cuba.
Due pesi e due misure?
Il Ministro degli Esteri Fini, è stato estremamente tempestivo nel condannare
Cuba per l'espulsione di Battistini. Mentre i suoi ragazzi attaccavano
l'ambasciata cubana a Roma, il ministro non poteva essere da meno. Non
ricordiamo alcun intervento del Ministero degli Esteri quando nel 2002 furono
espulsi all'aeroporto di Tel Aviv Luciana Castellina, Vittorio Agnoletto ed
altri esponenti dei movimenti italiani che intendevano recarsi in Palestina
devastata dai carri armati di Sharon. Né quando due giovani ricercatori italiani
provenienti dal Chiapas furono espulsi dagli USA qualche anno fa. Insomma la
manifestazione muscolare del Ministro Fini non sfugge al mefitico schema dei due
pesi e delle due misure nè, ed è ancora peggio, ad un servilismo verso gli Stati
Uniti che sembra contagiare anche qualche pezzo del centro-sinistra ma che
incontra la crescente ostilità dell'opinione pubblica italiana ed europea.
Cosa farà l'Unione Europea?
A giugno l'Unione Europea dovrà aggiornare la sua posizione comune adottata
contro Cuba. E' probabile che un vasto arco di governi e forze politiche europee
sfrutterà l'occasione per accentuare le sanzioni contro Cuba ed appiattirsi
ancora un pò di più sull'escalation dell'amministrazione Bush contro l'isola.
Potrebbero però sottovalutare due questioni:
1) i loro interlocutori tra i gruppi del "dissenso" cubano (Osvaldo Payà, Manuel
Cuesta Morua) si sono dissociati dalla conferenza dell'Avana e si ritroveranno
in balìa dei gruppi estremisti filostatunitensi
2) Cuba sta dimostrando di poter fare a meno dell'Unione Europea. Le relazioni
con il resto dell'America Latina, con la Cina, con l'India cominciano a
rappresentare un'alternativa reale al ricatto degli USA e dell'Unione Europea.
Le relazioni internazionali sembrano orientate verso un maggiore policentrismo
che sta logorando il monopolio mondiale delle vecchie e nuove potenze
coloniali...e imperialiste. Forse un altro mondo sta diventando più possibile di
qualche anno fa.
di Redazione