26/05/2005
L'indignazione per le
espulsioni cubane
di Pascual Serrano
Hanno detto di rappresentare 360 organizzazioni anticastriste all'interno di
Cuba, ma erano appena cento persone: sembra che ognuna di esse integrasse i
membri di tre organizzazioni. L'obiettivo era, ancora una volta, riuscire
con l'appoggio dei grandi media e dei politici ossessionati da Cuba nello
strepitio mediatico che portasse il messaggio al mondo che il paese cubano
si ribellava contro Fidel Castro. Ma lì c'erano soltanto cento persone
riunite grazie a 160.000 dollari.
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I
grandi mezzi di comunicazione ed i partiti politici della destra europea,
supponendo che siano qualcosa di differente, sono indignati con la decisione
del governo cubano di negare l'entrata o espellere giornalisti e politici
stranieri che si sono mossi a L'Avana per appoggiare l'incontro di un
centinaio di anticastristi questo fine settimana. Decine di agenzie, prime
pagine di giornali, dichiarazioni televisive hanno invaso l'attualità
informativa.
Il quotidiano El Pais attacca con la prima pagina del 21 maggio. El Mundo
afferma che "il regime castrista ha espulso dall'isola due eurodeputati
polacchi, un senatore ceco, un parlamentare tedesco, un deputato di CiU e
due ex senatrici spagnole del PP che si trovavano a Cuba in "visita
turistica". Sembra quasi che un tour operator abbia offerto un solo
pacchetto turistico per Cuba ai politici della destra europea.
Argomentano che è "intollerabile" questa proibizione. "Hanno diritto a
viaggiare, a muoversi e perfino a partecipare a riunioni dell'opposizione se
lo considerano opportuno", ha dichiarato il commissario agli Aiuti
Umanitari, Louis Michel. I diritti degli europei sono validi nella
legislazione dei paesi e degli organismi dell'Europa, non nella legislazione
cubana. Hanno per caso tutti i somali o gli ecuadoregni diritto a "viaggiare
e a muoversi" per la Spagna? Ci domandiamo perché non ha legittimità un
paese sovrano a decidere se gli attivisti politici stranieri possono entrare
per svolgere attività, così come regolare l'accesso di giornalisti alle
proprie frontiere.
Per caso possono entrare in Spagna gli africani e latinoamericani che lo
desiderino, siano giornalisti, idraulici o elettricisti? E' obbligata la
Spagna o gli Stati Uniti ad accettare i rappresentanti o professionisti di
qualunque paese? Tutti i giorni si sta negando l'entrata in Europa e negli
Stati Uniti a cittadini di paesi del Terzo Mondo. I musicisti cubani non
possono entrare negli Stati Uniti, i rappresentanti governativi dell'Isola
entrano solo in determinate condizioni, hanno perfino l'accesso limitato
alla sede delle Nazioni Unite a New York.
Nelle diverse manifestazioni antiglobalizzazione, i paesi ricchi vietano
l'accesso a decine di attivisti e interi autobus vengono bloccati. Nel marzo
del 2002, durante la mobilitazione dei no global a Barcellona in occasione
dell'incontro dei Capi di Stato dell'Unione Europei, otto autobus furono
bloccati alla frontiera con la Francia e ad almeno ottomila persone fu
impedito di poter entrare in Spagna, come denunciò l'organizzazione ATTAC.
Negli anni dopo, in Salónica, durante altre mobilitazioni
antoglobalizzazione, il governo greco espulse molti manifestanti, compresi
spagnoli, e alcuni di essi furono imprigionati per mesi senza giudizio e con
la minaccia di venticinque anni di prigione. In Messico si rimpatriano
giovani che appoggiano gli zapatisti perchè violano la legge che impedisce
agli stranieri di partecipare ad attività politiche. Per un incontro
internazionale zapatista del 1994, l'allora deputata spagnola Angeles
Maestro fu sequestrata per 20 ore nell'ufficio immigrazione del
commissariato nell'aeroporto D.F. del Messico, prima di essere rimandata
indietro con lo stesso aereo sul quale era arrivata. Gli fu impedito di
utilizzare il telefono, veniva sorvegliata perfino quando doveva andare in
bagno e solo quando in una disattenzione della polizia messicana poté
chiedere ad un impiegato dell'Iberia di avvertire l'ambasciatore spagnolo fu
liberata. In Colombia si sono deportati cittadini spagnoli perchè hanno
appoggiato mobilitazioni di contadini. Ai deputati del Partito Popolare si
dovrebbe ricordare che il governo di Aznar espelleva dalla Spagna agli
africani ammanettati e narcotizzati.
Anche negli ultimi anni vari funzionari cubani non hanno potuto entrare in
Spagna a causa degli ostacoli posti dal governo spagnolo nella concessione
del visto. Per esempio nel novembre 2003, il governo di Aznar ostacolò la
visita a Madrid del viceministro cubano dell'Educazione, Rodolfo Alarcón,
invitato per la Conferenza dei Rettori delle Università Spagnole (CRUE).
L'obiettivo del viaggio era un incontro accademico per promuovere e
scambiare criteri sull'evento "Università 2004" da celebrare a L'Avana.
Allora, il vicerettore dell'Università Carlos III di Madrid e segretario
alle Relazioni Internazionali della CRUE, Angel Llamas, confermò l'invito
fatto ad Alarcón e la risposta negativa delle autorità spagnole a
concedergli il visto come richiesto per i cittadini cubani per entrare in
Spagna(1).
In quanto ad ostacolare l'entrata a giornalisti, in Spagna, nel Palazzo di
La Moncloa o nel Congresso dei Deputati le autorità concedono
l'autorizzazione solo a coloro che considerano opportuno.
"Non possiamo accettare che Cuba dà un trattamento differente agli
eurodeputati secondo la corrente politica alla quale appartengono, e che i
socialisti possano entrare ed uscire da Cuba a loro piacimento, mentre altri
eurodeputati, come noi, non sono ammessi", ha dichiarato ad Efe
l'eurodeputato polacco Boguslaw Sonik. Perché un governo sovrano non può
decidere il tipo di trattamento che desidera dare ad un deputato piuttosto
che ad un altro?
Quello che è successo non ha colpito né alterato nessun diritto di nessun
cittadino cubano. Loro possono riunirsi liberamente. Uno degli espulsi è il
senatore ceco Karel
Schwarzenberg. Con un visto turistico aveva
l'intenzione di incorporarsi all'incontro e manifestare il suo appoggio. In
Spagna si accettano i turisti che le autorità considerano opportuno. Nelle
nostre frontiere non si accettano facilmente "turisti" marocchini, algerino
o ecuadoregni. "Questa è la condotta di stati totalitari", dichiarò
Schwarzenberg. No, gli stati totalitari non sono quelli che regolano
l'entrata di stranieri nel loro paese, quello lo fa l'Europa tutti i giorni.
Il totalitarismo è un'altra cosa. L'anticastrismo, interno, di Miami e dei
media, si sfregava le mani sperando di riuscire in un'altra campagna
informativa contro Fidel Castro denunciando la proibizione o la detenzione
dei convocanti alla riunione. Gli organizzatori denunciavano da settimane
una persecuzione che non è mai avvenuta. Il governo cubano non ha mosso un
dito per ostacolare l'incontro, ma bisognava continuare a denunciare la
repressione in Cuba. Basta vedere ciò che ha pubblicato il quotidiano
spagnolo El Mundo: "La nuova onda di repressione di Fidel Castro coincide
con una riunione organizzata dagli oppositori al regime."
Si è argomentato che la proibizione dell'accesso ai giornalisti colpisce il
diritto degli anticastristi riuniti ad esprimere sui media le loro posizioni
politiche. Ed il diritto del milione e trecentomila manifestanti del Primo
Maggio che hanno espresso il loro appoggio al governo? Non è stata data
notizia di ciò sui mezzi occidentali. Dove sta il diritto dei cubani a
vedere espresse le loro idee nei mezzi di comunicazione?
La realtà cubana è costantemente manipolata dai mezzi di comunicazione dei
nostri paesi, le manifestazioni delle donne chiamate "dame in bianco", una
trentina di donne che sfilano sulla Quinta Avenida per protestare contro il
governo cubano sono accompagnate da telecamere e giornalisti in una
percentuale di tre per ogni donna che manifesta e le loro dichiarazioni e
foto sono ripetute fino alla nausea in tutti i media. Invece le foto degli
oltre un milione di cubani che appoggiano il loro governo raramente escono
sui media. La presenza negli Stati Uniti del terrorista anticastrista che ha
abbattuto con una bomba un aeroplano civile e provocò la morte di tutti i
passeggeri fu taciuta dalla stampa per due mesi e le denunce del presidente
e del paese cubano ignorate. Ora un centinaio di cubani si riuniscono a
L'Avana appoggiati e finanziati dai gruppi violenti e paramilitari di Miami.
I gruppi Alpha 66 e i Commandos F-4, responsabili di diversi attentati
contro obiettivi civili cubani che hanno provocato la morte di centinaia di
innocenti, non hanno mancato di minacciare di incorporarsi a quella riunione
e di allenarsi in accampamenti paramilitari (2). Niente di questo però si è
detto sui mezzi di comunicazione.
Nonostante ciò, nessuno ha impedito loro di riunirsi benché stessero
occupando illegalmente alcuni terreni pubblici - è falso che si sono riuniti
in una proprietà privata - ricevendo, in violazione alla legislazione del
paese, 130.000 dollari dal governo nordamericano e dai gruppi di Miami.
Hanno detto di rappresentare 360 organizzazioni anticastriste all'interno di
Cuba, ma erano appena cento persone: sembra che ognuna di esse integrasse i
membri di tre organizzazioni. L'obiettivo era, ancora una volta, riuscire
con l'appoggio dei grandi media e dei politici ossessionati da Cuba nello
strepitio mediatico che portasse il messaggio al mondo che il paese cubano
si ribellava contro Fidel Castro. Ma lì c'erano soltanto cento persone
riunite grazie a 160.000 dollari.
In Spagna, negli Stati Uniti ed in qualunque paese del mondo si riuniscono e
manifestano collettivi di migliaia di persone contro i loro governi senza
l'attenzione dei mezzi di comunicazione. I minatori boliviani, i contadini
colombiani, gli invasi haitiani, i disoccupati argentini, i senza terra
brasiliani... tutti loro stanno manifestando, si stanno mobilitando, si
stanno riunendo per decine di migliaia e senza il denaro di Miami. Ma lì non
sono espulsi i giornalisti occidentali, né gli eurodeputati. Non è
necessario, perché nessuno di loro si disturba ad avvicinarsi per conoscere
quelle lotte.
(1)
El gobierno español obstaculiza un encuentro de los rectores españoles con
el viceministro de Cultura cubano
(2) Hablan las organizaciones que apoyan y financian una cumbre
anticastrista en La Habana (incluye enlaces opcionales a archivos de sonido)
"En Cuba debe producirse una guerra civil con r'os de sangre cuya lucha la
llevará el exilio"
da "Rebelión" del 22 Maggio 2005
Documento originale Esos que se indignan por las
expulsiones cubanas
Traduzione di Massimiliano Caruso
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