POSADA, IL TORTURATORE, SI AVVALE DELL’ACCORDO CONTRO LA TORTURA
Confermate le trattative tra Washington
e gli avvocati del terrorista
J.G.ALLARD – 2 settembre 2005
"Lui sa molto, e se parlerà potrebbe danneggiare il FBI, la CIA e il governo in generale", ha dichiarato Matthew J. Archambeault, avvocato del terrorista internazionale Luis Posada Carriles, quando ha annunciato la rinuncia formale del suo cliente a chiedere asilo politico negli USA.
Il rappresentante di Posada ha aggiunto che il vecchio assassino non continuerebbe a testimoniare "per evitare di pregiudicare temi sensibili riguardanti la sicurezza degli Stati Uniti e di altri paesi".
Gli ultimi fatti avvenuti presso il Tribunale d’Immigrazione di El Paso sembrano confermare l’avanzamento delle trattative tra la Casa Bianca e i rappresentanti del terrorista internazionale.
Riassumendo la situazione del processo, in una Tavola Rotonda informativa della Televisione Cubana, la giornalista Arleen Rodríguez ha segnalato che il principale avvocato di Posada, Eduardo Soto, di Miami, ha spiegato lunedì 29 agosto al Nuovo Herald di Miami la sua "misteriosa assenza" alle udienze di El Paso, adducendo l’esistenza di trattative con Washington "attraverso un alto funzionario".
Soto ha rivelato che venerdì scorso era stato quasi raggiunto un accordo affinché il governo offrisse la sua protezione a Posada, utilizzando l’Accordo Internazionale di Protezione contro la Tortura, per garantire al suo cliente la non estradizione a Cuba o in Venezuela. In cambio sarebbe stata ritirata la richiesta di asilo.
"Il gatto è uscito dal nascondiglio", ha commentato la giornalista, sottolineando che i difensori di Posada hanno deciso di "non continuare a mettere in luce l’oscuro capitolo del patrocinio dell’attuale Amministrazione e di altre Amministrazioni nordamericane della carriera terroristica di Luis Posada Carriles".
"Si conferma il gioco, durato tutto il tempo, con il quale la Procura non ha approfondito mai i temi che coinvolgono troppo il Governo nordamericano".
L’udienza di mercoledì davanti al giudice William Lee Abbott, è durata appena 2 ore. Il processo d’immigrazione si sta svolgendo in un centro di detenzione di El Paso (Texas). La Procura ha chiesto una nuova udienza per il 26 settembre.
La procura, rappresentata dalla PM Gina Garret-Jackson, ha argomentato senza grandi sforzi che al terrorista va negato l’asilo per il suo lungo curriculum criminale che include l’attentato esplosivo contro un aereo della Cubana, che causò 73 morti nel 1976. Tuttavia ha anche indicato che "il Dipartimento della Sicurezza Nazionale degli USA è preoccupato" per il timore di Posada Carriles "di venire torturato in Venezuela se verrà inviato lì", ha reso noto EFE.
Il colmo dell’assurdo. Il terrorista internazionale che per anni, con il soprannome di "Commissario Basilio", fu il Capo delle operazioni della Direzione dei Servizi d’Informazione e Protezione (DISIP) del Venezuela dove sequestrò, torturò e assassinò decine di persone, fa appello a partire da adesso all’Accordo Internazionale di Protezione contro la Tortura.
Posada, ex agente della CIA, ha cittadinanza venezuelana.
"È MOLTO DIFFICILE DIMENTICARE LA SUA FACCIA"
Jesús Marrero, un economista venezuelano che fu vittima e testimone delle atrocità commesse nei sotterranei della DISIP, ha denunciato recentemente che il terrorista internazionale ed ex agente della CIA è "colpevole diretto" dell’eliminazione di vari dei suoi compagni.
Nella conferenza stampa Marrero ha ricordato che venne arrestato nel 1973 nella città di Valencia e rinchiuso nelle celle di interrogatorio della DISIP nel quartiere Los Chaguaramos, a Caracas.
Lì rimase due mesi nei "tigritos", come si chiamano le celle dei sotterranei dove lui e altri prigionieri vennero torturati sotto la direzione di Posada quasi tutte le notti.
"Il capo delle operazioni di tortura era Posada Carriles. Era lui. Lui ci interrogò. È molto difficile dimenticare la sua faccia. Non solo perché è un uomo grande e corpulento e per i suoi occhi verdi che non sono comuni tra di noi", ha affermato Marrero.
"Quasi tutte le sere ci torturavano con
elettricità. Ci mettevano in una cisterna metallica e la colpivano per
stordirci. Ci legavano a un letto metallico senza materasso e ci mettevano pali
negli orecchi quasi fino a farli scoppiare".