Il caso Posada Carriles ha reso evidente

la remissività del Messico agli USA

 

P. Munoz Rios (presso da La Jornada)

 

11/7 - Il caso Posada Carriles rende evidente che il Governo di Vicente Fox ha optato per fare da padrino dell’opposizione cubana e che non è un fatto isolato l’accidentato percorso dei rapporti triangolari tra il Messico, gli USA e Cuba, bensì la risposta a una strategia panista per subordinare la politica estera messicana all’Amministrazione di George W. Bush.

 

Carlos Fazio, saggista e scrittore di temi latinoamericani; John Saxe Fernández, scrittore specializzato nei rapporti Messico-USA; il ricercatore e antropologo Gilberto López y Rivas, e l’ articolista Angel Guerra, tutti quanti collaboratori di La Jornada, hanno analizzato in un Foro svolto a Casa Lamm il tema Posada Carriles, i nessi con la politica di terrore che ha portato a termine il Governo statunitense in America Latina e i rapporti con Messico.

 

Un punto nel quale hanno coinciso i conferenzieri è stato segnalare che il Governo degli Stati Uniti ha mantenuto una posizione "ipocrita" sul tema del terrorismo perché mentre ha protetto, occultato e finanziato coloro che hanno provocato il terrore in varie nazioni come lo stesso Luis Posada Carriles, quell’Amministrazione si è approfittata dell’11 settembre 2001 per imporre il terrorismo globale di Stato, per attaccare impunemente l’Iraq e per imporre il Comando Nord per vidimare il suo potere in America Latina.

 

Gli specialisti hanno ritenuto che il Governo messicano non ha dato una spiegazione sufficientemente verace sui nessi di Posada Carriles nel nostro paese; come è entrato e uscito senza che nessuna autorità sapesse della sua esistenza e quali sono le attività che ha fatto qui, nonostante aver perpetrato diversi atti terroristi in America Latina.

 

La storia messicana di Posada Carriles non è circostanziale, ha segnalato Carlos Fazio, sottolineando che è assai strano come questo personaggio che è stato un ariete terrorista della CIA e ha un voluminoso prontuario "terrorista", è stato di recente nel Messico, è entrato per Chetumal, si è spostato a Cancun e poi a Islas Mujeres dove ha passeggiato come turista, ha tentato di uscire nell’imbarcazione Santrina e dopo un incidente marittimo ha optato per abbandonare il paese per Matamores, Tamaulipas, senza essere stato scoperto dai Servizi Segreti del Governo messicano.

 

"Il dubbio resta sul Governo di Vicente Fox. E non è per caso perché sin dall’inizio della sua Amministrazione, perfino sin dalla sua campagna presidenziale, la mafia cubana di Miami lo ha aiutato con risorse, in cambio, come è stato provato poi, di una drastica modifica dei rapporti bilaterali con il Governo di Fidel Castro", ha sostenuto lo scrittore e ha aggiunto che tutto concorda con una campagna di "fare da padrino" dei 75 dissidenti cubani che ha anunciato il PAN per il 2005, gli stessi che sono stati ritenuti mercenari dalle autorità dell’Avana.

 

In questo senso Gilberto López y Rivas, investigatore dell’Istituto Nazionale dell’Antropologia e la Storia ha esposto che "gli USA hanno elevato il terrorismo al rango di politica statale globale, più dannosa e pericolosa per l’umanità perché è portata a termine da un apparecchio specializzato e diversificato di sovversione e con l’appoggio del macchinario bellico più grande del mondo. La CIA, sin dalla sua fondazione nel 1947, è stata l’organo fondamentale del Governo statunitense per realizzare i compiti della guerra sporca che non può essere caratterizzata come altro che terrorismo", ha sostenuto il conferenziere.

 

Nello stesso senso John Saxe Fernández ha anticipato in questo Foro appunti di un prossimo libro: Terrore e impero, che è un’indagine su come gli USA hanno utilizzato in modo ricorrente schemi simili all’11 settembre per attaccare diverse nazioni, approfittare delle guerre per conferire contratti milionari a grandi corporazioni, aumentare il budget castrense e militarizzare la sua politica estera.