Il CASO POSADA CARRILES
Un’infamante sentenza giudiziaria:
Posada sotto la protezione dell’impero |
Washington 28/9/05 – Il giudice d’immigrazione William Abbott ha sentenziato martedì che il terrorista Luis Posada Carriles non dev’essere estradato né in Venezuela né a Cuba.
Secondo i media di Miami, Abbott ha informato per scritto che Posada, accusato di aver pianificato l’attentato che causò l’esplosione di un aereo nel 1976, provocando la morte di 73 persone, potrebbe venire torturato in quei paesi e quindi, in base alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la Tortura, non dev’essere estradato.
Con questa sentenza infamante, la giustizia degli Stati Uniti ha dimostrato la doppia morale che guida la sua politica, negando l’estradizione del terrorista Posada Carriles in Venezuela.
Abbott ha deciso che il criminale deve rimanere negli USA sotto la custodia dell’Ufficio d’Immigrazione e delle Dogane (ICE).
La decisione del giudice non scarta l’ipotesi di inviare il reo in un altro paese, cosa che permetterebbe a Washington di sbarazzarsi di un ospite indesiderato nel momento in cui la Casa Bianca si dichiara in guerra contro il terrorismo.
"Questa è la cronaca di una decisione annunciata dal giorno in cui Luis Posada ha deciso di entrare negli USA", ha dichiarato José Pertierra, giurista specializzato in questioni migratorie. "E’ iniziata quando agenti del FBI lo hanno scortato da Panama all’Honduras ed è continuata quando è stato a Miami per settimane senza venire arrestato. E’ continuata con il trattamento preferenziale riservatogli dal Dipartimento per la Sicurezza della Patria, che lo ha trasportato su di un’automobilina da campo di golf, fino ad arrivare alla sentenza di oggi".
L’esperto ha chiarito che quella di Abbott non è una decisione che invalida la richiesta d’estradizione del terrorista formulata dal Governo del Venezuela, perchè la pratica d’immigrazione è parallela e indipendente da quella d’estradizione. "Non solo: il processo d’estradizione ha la priorità su quello d’immigrazione", ha assicurato.
Il giudice ha concesso all’Amministrazione USA 90 giorni per trovare un altro paese che riceva il terrorista, mentre il Pubblico Ministero ha un mese di tempo per presentare appello contro la sentenza. "Fino alla scadenza dei 30 giorni, la sentenza di Abbott non ha un carattere definitivo, a meno che il Pubblico Ministero decida di non ricorrere in appello e lo dichiari, cosa della quale dubito molto", ha commentato.
"Ci sono due pericoli in questo momento", ha aggiunto Pertierra. "Uno è che il Governo degli Stati Uniti lo invii in un paese terzo entro i prossimi 90 giorni, in modo da eludere la sua estradizione in Venezuela; l’altra è che gli USA dichiarino di non volerlo estradare in nessun paese e gli concedano la libertà su parola, come fecero con il complice di Posada, Orlando Bosch.
Il CASO POSADA CARRILES
IL GIUDICE VIETA LA SUA
ESTRADIZIONE IN VENEZUELA |
28/09/2005
Il militante anticastrista Luis Posada Carriles non potrà essere estradato
in
Venezuela, lo ha deciso William Abbot, il giudice americano per l'immigrazione
di El Paso, in Texas, disponendo che l'uomo potrà restare '' a tempo
indeterminato '' negli Stati Uniti sotto la responsabilità dei Servizi
dell'immigrazione e delle dogane (Ice). Il magistrato ha accettato la richiesta
della difesa secondo cui Posada rischierebbe di essere torturato all'estero,
citando la Convenzione internazionale contro la tortura. Una decisione
definitiva sarà comunque presa entro 90 giorni.
Il cubano, 77 anni, é ricercato dalle autorità di Caracas per terrorismo,
accusandolo per l'attentato ad un aereo della 'Cubana de Aviacion' che ha fatto
73 vittime il 6 ottobre 1976. Posada é stato per nove anni in carcere a Caracas
ed e' riuscito ad evadere e fuggire nel 1981, quando era in corso il processo
d'appello e dopo essere stato assolto da un tribunale militare di Caracas. A
Cuba, Posada Carriles é accusato di aver progettato un attentato, fallito,
contro il leader Fidel Castro a Panama nel 2000 e di una serie di attentati
all'Avana nel 1997, in uno dei quali rimase ucciso un turista italiano.
Nel corso dell'udienza a El Paso, l'imputato ha ammesso di fronte al
giudice William L.Abbott di aver avuto in passato molti passaporti con diversi
nominativi per viaggiare in America Latina e Stati Uniti. Alcuni di questi, ha
precisato, gli sarebbero stati forniti dal governo di El Salvador dove é vissuto
tra il 1985 e il 2000.
(Adnkronos)