Il CASO POSADA CARRILES Il Pubblico Ministero e la
difesa a fianco del
criminale
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J. RIVERY TUR 27 settembre
S'immagini il lettore un processo amministrativo nel quale il Pubblico Ministero chiude il suo caso contro un accusato senza presentare testimonianze, testimoni o prove contro la richiesta della difesa di concedere ad un reo confesso di terrorismo la protezione speciale del Governo degli USA, sulla base di un trattato contro la tortura, contro il quale attua in primo luogo...lo stesso Governo degli Stati Uniti.
Questo è quanto è successo lunedì a El Paso, in Texas, dove è continuata la farsa orchestrata dalla Casa Bianca per proteggere dalla giustizia l’assassino suo alleato: Luis Posada Carriles.
Questi elementi sono stati analizzati lunedì sera nella Tavola Rotonda Informativa, moderata da Randy Alonso, nella quale il collega Raúl Garcés ha esposto gli antecedenti dell’udienza dell’agosto scorso, quando il terrorista ed il suo avvocato hanno ritirato la richiesta d’asilo, hanno preteso di appellarsi alla Convenzione Internazionale contro la Tortura ed hanno accusato infondatamente il Venezuela di fare quel che fa Washington in Iraq e a Guantánamo. Il giudice William Abbott ha detto allora che occorrerebbe tener conto dell’elemento della tortura, anche se l’imputato fosse Hitler.
Secondo quel che è stato reso noto nel programma , dopo l’udienza di ieri il giudice formulerà le sue conclusioni per scritto in 28 giorni.
Un avvocato e giornalista presente in sala ha scritto che è possibile che il Dipartimento della Sicurezza Nazionale trattenga Posada per 90 giorni e poi lo metta in libertà. L’estradizione in Venezuela non è stata nemmeno citata; si è solo detto che il reo verrebbe torturato se estradato in quel paese, come reclama legalmente Caracas, la capitale dove venne ordito l’attentato delle Barbados e dove il criminale torturò e assassinò rivoluzionari.
L’ambasciata del Venezuela a Washington ha emesso una dichiarazione nella quale afferma che gli USA hanno sfigurato cinicamente la Convenzione sulla Tortura per accogliere il terrorista.
Nella Mesa Redonda Reinaldo Taladrid ha spiegato cos’è la Convenzione Internazionale contro la Tortura, approvata nel 1984. "Gli USA", ha detto, "la ratificarono solamente nel 1990 e non si impegnarono con le sue disposizioni fino al 1999. La tortura viene definita come qualsiasi azione che venga eseguita per causare dolore e sofferenza ad una persona, col fine di ottenere informazioni da parte sua o di terzi. Esattamente quel che faceva Posada nella DISIP venezuelana.
L’articolo tre della Convenzione segnala che non si procederà all’estradizione se ci sono indizi secondo i quali l’accusato può essere sottoposto a torture nel paese richiedente, in questo caso la Repubblica Bolivariana del Venezuela, dove nessuno ha riportato un solo caso di abuso. Ma tiene in conto anche altre considerazioni che non possono essere eluse ma che non sono state contemplate in questa pratica migratoria. L’intera convenzione è stata violata nel caso di Posada.
Randy Alonso ha enfatizzato che si tratta di un copione scritto a Washington, mentre Lázaro Barredo lo ha definito una nuova manifestazione di sfrontatezza e immoralità, usata in altri casi di terrorismo contro Cuba, i cui imputati sono stati assolti perchè il Pubblico Ministero non accusa realmente i delinquenti.
Lo stesso avvocato difensore di Posada ha detto in una conferenza-stampa che il suo difeso sa molto e che se parlasse potrebbe mettere in imbarazzo il FBI, la CIA, il Governo degli USA e di altri paesi.
Washington preferisce che Posada tenga la bocca chiusa, vista la sua importante partecipazione nella cospirazione Iran-Contras, nell’ambito della quale la CIA vendeva droga per comprare armi e rifornire così le bande antisandiniste nicaraguensi, ha rivelato Taladrid.
"La farsa continua", ha concluso Randy Alonso. "Il colmo del cinismo", ha affermato, "è che con la Convenzione contro la Tortura si difenda un torturatore confesso" ed ha definito vergognoso il comportamento del Pubblico Ministero, che non ha formulato accuse.
Inizia oggi una nuova
udienza negli USA al
terrorista Posada Carriles
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26 settembre - Il terrorista Luis Posada Carriles comparirà oggi (lunedì) in un’altra udienza a El Paso, in Texas, dove la sua difesa manovrerà una volta di più per evitare l’estradizione in Venezuela, ha reso noto Prensa Latina.
Durante un dibattimento svoltosi nell’agosto scorso, il criminale si è visto obbligato a riconoscere di aver utilizzato passaporti falsi in numerose occasioni, anche per entrare in territorio nordamericano. L’esperto in demolizioni della CIA ha ammesso di aver utilizzato documenti falsi con almeno sette nomi differenti, con la sua fotografia e firma.
Posada Carriles è detenuto a El Paso per essere entrato illegalmente in territorio USA. Caracas esige l’estradizione del terrorista per diversi crimini, tra i quali, nel 1976, la provocata esplosione di un aereo passeggeri cubano con 73 persone a bordo.
Washington ha respinto la richiesta nel maggio scorso, adducendo la motivazione che questa era incompleta.
Alcuni giorni dopo, il paese sudamericano ha presentato ufficialmente una seconda richiesta, sollecitando gli USA ad esaudirla prontamente.
Posada è stato recentemente denunciato da diversi cittadini venezuelani, i quali hanno denunciato di essere stati vittime di torture quando questi lavorava alla Direzione dei Servizi d’Informazione e Protezione (DISIP) del Venezuela.
Durante l’udienza celebrata in agosto, il terrorista venne interrogato su un’intervista che concesse nel 1998 alla giornalista Ann Louise Bardach, del quotidiano ‘The New York Times’, dove Posada riconobbe la sua responsabilità negli attentati contro le installazioni alberghiere di Cuba, nei quali morì un turista italiano.
Prima e durante il processo, varie decine di persone hanno manifestato davanti al tribunale per chiedere l’estradizione del criminale in Venezuela, tra le quali Roseanne Nenninger, della Guyana, sorella di una delle vittime dell’attentato delle Barbados.