Padrino di topi di fogna
N.L.COTAYO
28.5 La storia del barbaro sabotaggio a un aereo civile cubano nel 1976 è stata accompagnata sin dall’inizio da segnali inequivocabili sull’implicazione di Washington, quale principale responsabile del crimine. Diverse fonti hanno mescolato la CIA e i suoi uomini con quel delitto, al quale va sommato l’assassinio dell’ex ministro cileno Orlando Letelier e un’altra catena di azioni terroriste avvenute nella regione.
Il 15 ottobre del 1976 durante un discorso divenuto famoso, il presidente Fidel Castro affermò che la CIA aveva una diretta partecipazione nella distruzione dell’aereo della Cubana a Barbados.
L’allora segretario nordamericano di stato Henry Kissinger, disse che il suo governo non aveva assolutamente nulla a che vedere con la distruzione dell’aereo eseguita con esplosivi.
Il Sol de Mexico, commentandolo, scrisse che Kissinger non aveva risposto nemmeno ad una delle accuse di Castro, per cui era difficile definire l’atteggiamento del principale responsabile delle attività della CIA all’estero...
Il giornale parlava della violenza della CIA anche in Messico e lo dimostrava ricordando che "Le bombe dei terroristi contro rivoluzionari cubani hanno ammazzato nel nostro territorio un diplomatico dell’Isola!"
Dieci giorni dopo i fatti del 6 ottobre il giornale canadese Le Devoir scrisse che l’attentato era stato appena commentato dalla stampa nordamericana che in altri casi avrebbe dato enormi spazi a quelle informazioni.
Il quotidiano francese Le Monde ricordò che quattro mesi prima del fatto di Barbados una bomba era scoppiata negli uffici della delegazione cubana preso la ONU e tre giorni dopo un’altra bomba era scoppiata in una valigia che doveva viaggiare a bordo di un aereo cubano che stava facendo scalo in Giamaica.
Le Monde commentava che era noto che i servizi segreti nordamericani avevano utilizzato nemici di Castro per alcune operazioni, come rivelavano le più recenti investigazioni del Senato negli USA.
Nell’ottobre di quell’anno una nota della UPI da Caracas diceva che l’ambasciatore degli USA in Venezuela, Viron Vaky, aveva chiesto al ministro degli esteri Escovar Salom di restituire il terrorista Orlando Bosch alla giurisdizione del suo paese.
La stessa agenzia di stampa nel 1974 scrisse che Bosch fu arrestato a Caracas perchè era entrato illegalmente e in quell’occasione Washington non aveva chiesto l’estradizione, anche se era un evaso della giustizia nordamericana. Bosch nel 1968 aveva attaccato con un bazooka una nave polacca nel porto di Maimi.
Il 17 ottobre del 1976, durante una manifestazione pubblica, il primo ministro della Guyana, Forbes Burnham, rivelò che in un’agenda di Freddy Lugo, detenuto a Trinidad e Tobago era segnato il nome di un ufficiale del FBI, Joe Leo, che si trovava nell’ambasciata degli USA a Caracas con un falso incarico di copertura.
Quarantotto ore dopo il governo degli USA richiamò il suo incaricato per gli affari in Guyana, John Blacker, come risposta alle accuse di Burnahm sui vincoli tra la Casa Bianca e l’esplosione dell’aereo cubano.
Un comunicato distribuito a Washington dal dipartimento di stato informava anche che Blacker era comparso davanti alle autorità di Georgetown per chiarire che le situazioni ufficiali del suo paese non erano complici dei fatti tragici di Barbados.
A Caracas però un funzionario dell’ambasciata USA fece una dichiarazione che sgretolò quegli argomenti.
Yale Newman aveva riconosciuto che da due o tre anni c’erano contatti tra l’aggregato legale dell’ambasciata Joe Leo e Hernan Ricardo Losano, noto come un subordinato di Posada Carriles un agente della CIA e uno degli uomini che posero l’esplosivo nell’aereo della Cubana.
Cercando di giustificare quelle relazioni Newman disse che stavano obbedendo agli interessi di Ricardo Losano per accelerare e facilitare la possibilità per lui di andare negli Stati Uniti. Leo fu la persona nominata dal ministro della Guyana e il cui nome era segnato nell’agenda di un altro complicato con il crimine di Barbados, Freddy Lugo.
L’ultima riunione del detto aggregato legale nordamericano e il noto terrorista venezuelano, secondo Newman, era avvenuta alcune settimane prima dell’esplosione, nel settembre del 1976, quando Lugo si stava muovendo per ottenere il visto.
Egli assicurò che in quell’occasione la conversazione tra i due girò solo attorno a una missione fotografica che Ricardo Losano doveva compiere a Puerto Rico su incarico della rivista latino americana Visión.
Le dichiarazioni di Newman furono smentite velocemente dal direttore di Visión, Julio G. Smith, da Città del Messico, che smentì qualsiasi relazione di Ricardo Losano con la rivista oltre alla presunta missione a Puerto Rico, inesistente.
Il The Washington Post intitolò "Individuo detenuto vincolato all’esplosione dell’aereo cubano, aveva contatti con un agente del FBI!" Il Post stimava che quei contatti, autentici, facevano dubitare delle dichiarazioni del 15 ottobre del 1976 fatte da H. Kissinger, che aveva affermato che nessuno che aveva relazioni con il governo nordamericano aveva qualcosa a che vedere con l’esplosione dell’aereo.
Prima ci furono i dubbi e poi una valanga di prove demolitrici
che provocarono la profonda convinzione che tutto quanto aveva dichiarato H.
Kissinger andava letto esattamente al contrario!