JOSÉ SARAMAGO:
I CONTI SONO CHIARI NEL CASO DI
POSADA CARRILES
Semplicemente si deve fare giustizia
• È giunto a Cuba Premio Nobel di
Letteratura dal Portogallo Presenterà nel prossimo Sabato del Libro il suo
romanzo "Il Vangelo secondo Gesù Cristo"
P.De La Hoz
16.6 "Semplicemente si deve fare giustizia!" Cinque parole dette con fermezza nell’aeroporto José Martí che riassumono quello che pensa José Saramago sul caso Posada Carriles.
"È un terrorista e di fronte al terrorismo non deve esistere impunità, lo si deve punire!" Questo è lo spirito del messaggio scritto la scorsa settimana dallo scrittore portoghese e da altre personalità della vita politica e intellettuale del Portogallo, nel quale hanno chiesto alle autorità nordamericane di rispondere alla richiesta di estradizione del criminale, fatta dallo Stato venezuelano.
Il famoso scrittore ha anche firmato con altri cinque Premi Nobel la dichiarazione "Fermiamo una nuova manovra contro Cuba" che denuncia la sudicia manipolazione del governo degli Stati Uniti contro l’Isola nella Commissione dei Diritti Umani, nell’aprile scorso. Saramago è giunto di nuovo all’Avana per incontrare i colleghi cubani e i suoi fedeli lettori dell’Isola.
Un sorriso complice si indovina sul suo viso quando dice che l’edizione cubana del "Vangelo secondo Gesù Cristo" è stato uno dei volumi più venduti a Cuba durante la Fiera del Libro del 2005.
"Forse è piaciuto per il modo in cui ho messo a fuoco questo straordinario personaggio. Dal XVIº secolo sono stati scritti almeno 600 testi di fantasia che ricreano la vita di Gesù e alcuni sono più noti di altri! Io ho scelto di raccontare la storia dell’essere umano, figlio di una coppia di persone giovani, che non cercava la gloria tra i posteri!"
"Il romanzo verrà nuovamente presentato alle 11.00 nel classico appuntamento del "Sabato del libro" davanti al Palazzo del Secundo Cabo, nell’Avana Vecchia", ha confermato Iroel Sánchez, presidente dell’Istituto Cubano del Libro, che è andato a ricevere lo scrittore assieme ad Abel Prieto, ministro di cultura.
A 82 anni il Premio Nobel non perde il suo tempo. Egli segue con attenzione i commenti suscitati dal suo "Saggio sulla lucidità- sembra che a qualcuno non siano piaciute le critiche sulla democrazia che si incontrano nella trama, che racconta che la gente di un luogo dove si svolgono le elezioni municipali decide in massa di votare in bianco e viene repressa - e aspetta i commenti sulla sua più recente produzione "Le intermittenze della morte".
Egli ha smentito di partire sempre da concetto come punto iniziale per scrivere i suoi romanzi.
"Per esempio il "Saggio sulla cecità" mi è venuto di colpo, mentre aspettavo che mi servissero la cena in un ristorante. Ho provato a immaginare di essere cieco e che tutti attorno a me lo erano..."
Uomo molto informato e preoccupato per la realtà dell’attualità, egli ci ha offerto la sua visione su due temi molto delicati: il futuro dell’Europa e la situazione dell’America Latina.
"Il rifiuto della Costituzione Europea con i referendum in Francia ed Olanda devono ricordare ai politici che si deve prestare orecchio al parere dei cittadini. Molti sono preoccupati per la privatizzazione dei servizi pubblici al punto che si chiedono a che cosa serve lo Stato!"
A proposito dell’America Latina ha detto che si stanno alzando gli sfruttati di sempre, quelli che hanno subito un genocidio per più di 500 anni.
Una nota di lutto: la morte del leader storico del Partito Comunista Portoghese, Alvaro Cunhal.
"Credo che di fronte alla morte di Cunhal e dei
poeti Eugenio de Andrade e Vasco Goncalves, che hanno segnato un’epoca, sia
giunto il momento di riflettere sul futuro del Portogallo!"