Un venezuelano torturato
ha denunciato
Posada Carriles
Caracas (PL) - M.Lozano 13 maggio 2005
La domanda d'estradizione di Luis Posada Carriles ha oggi approvazione praticamente unanime in Venezuela, dove vivono le vittime delle azioni criminali del terrorista di origine cubana.
Oltre ad organizzare il sabotaggio di un aereo della Cubana nel 1973 nel quale morirono 73 persone di diverse nazionalità, il passaggio di Posada come capo delle operazioni della polizia politica venezuelana DISIP ha lasciato un orribile ricordo nella vita di molti venezuelani.
Jesús Marrero, uno di loro ha dichiarato in un’intervista con PL che l’estradizione del criminale non è solo un desiderio, ma una necessità per il popolo venezuelano.
Egli ha raccontato la sua detenzione nel 1973 a Valencia, da dove fu trasferito nell’installazione della DISIP nella zona centrarle di Los Chaguaramos, dove lo detennero per tre mesi rinchiuso nella "gabbie per le tigri "i tigritos", come si chiamavano le celle situate nelle cantine.
Egli ha ricordato che in quel periodo egli e altri reclusi furono torturati sotto la direzione di Posada, quasi tutte le notti, in una casa al di fuori dell’installazione.
"Il capo delle operazioni di tortura era Posada. Era lui che ci interrogava, È molto difficile dimenticare il suo viso, non solo perchè è un uomo grande e corpulento, ma per i suoi occhi verdi che non sono comuni qui tra noi", ha affermato.
"Mi ricordo bene la sua fisionomia" ha sottolineato Marrero che si sente male ancora oggi quando ricorda quei fatti, nonostante gli anni trascorsi. "Io sono stato due mesi, giugno e luglio, nelle cantine della DISIP e quasi tutte le notti ci torturavano con l’elettricità, ci mettevano in contenitori metallici e davano colpi per stordirci, poi ci legavano a un lettino metallico senza materasso e ci infilavano pezzi di legno nelle orecchie e quasi ce le distruggevano.
Loro volevano che denunciassimo gli altri compagni. Posada dirigeva gli interrogatori e ordinava che ci torturassero; poi ci bendavano gli occhi.
Marrero ha denunciato che Posada fu implicato in prima persona nell’assassinio di Pancho Alegria, un operaio del Partito della Rivoluzione Venezuelana ucciso con la legge di fuga.
"Per questo considero ipocrita il rifiuto del governo degli USA di ammettere se il terrorista è o meno in territorio nordamericano".
Sappiamo che è passato dal Messico, che è entrato negli Stati Uniti e si trova in Florida, sappiamo che ha chiesto asilo politico. Ci sembra molto ipocrita l’atteggiamento di Bush, perchè loro devono sapere molto bene che Posada si trova lì in territorio nordamericano.
Marrero, uno dei membri del recente Comitato per l’Estradizione di Luis Posada Carriles, ha segnalato l’ampia accettazione tra la popolazione venezuelana dell’invito a raccogliere firme per chiedere agli USA la consegna del criminale.
Il Comitato vuole con la sua azione difendere la sovranità e lottare contro l’impunità, per i diritti umani e contro il terrorismo.
L’estradizione di Posada non è la sola cosa da fare, perchè ci sono altri terroristi a Miami che si devono portare in Venezuela per processarli.
Posada è accusato di aver organizzato a Caracas, con il terrorista d’origine cubana Orlando Bosh e con altri, l’esplosione di un aereo civile cubano nel 1976. Poi Posada riuscì a scappare dalla prigione venezuelana nel 1985; detenuto nuovamente a Panama, dove stava organizzando un attentato, l’anno scorso è stato liberato da Mireya Moscoso al termine del suo incarico presidenziale.
Marrero crede che i fatti siano molto importanza e l’indignazione venezuelana è grande: facilmente verrà superato l’obiettivo di mezzo milione di firme per sostenere la domanda di estradizione già approvata dal Tribunale Supremo di Giustizia.
Egli ha precisato che si apriranno dei centri per la raccolta in tutte le Piazze Bolívar di tutti gli Stati della Repubblica e stando alle chiamate e alla quantità di firme raccolte in due - tre giorni crede che si supererà il numero pensato originalmente.
Inoltre il Movimento per l’Estradizione conta sull’appoggio delle organizzazioni dei diritti umani e di altre e questo pone in evidenza che si tratta di un tema che va collocato - ed è una necessità da tempo – nei dibattiti della nostra palestra pubblica.
"Il riscatto della memoria storica è molto importante e non possiamo dimenticare, non dobbiamo dimenticare!"
L’economista venezuelano ha detto a PL che l’iniziativa sta divenendo internazionale per l’appoggio dato dai comitati bolivariani in America Latina, Canada, Stati Uniti e Asia, che hanno già mostrato interesse a partecipare.
Egli ha esaltato l’esistenza di un movimento favorevole tra i latino americani e nordamericani negli USA. Il movimento internazionale nello stesso impero dimostra che il popolo è contrario all’atteggiamento falso del governo di George W. Bush.