ATTACCO TERRORISTICO A SANTA LUCIA
L’incubo di Rodovaldo

 

Ronal Suárez PINAR DEL RIO 25 aprile

 

Il 19 agosto 1963 Rodovaldo Rivera si svegliò durante la notte molto agitato e disse a sua moglie: "Sognavo che ci stavano attaccando". E la sua compagna gli rispose: "Non era un sogno. Ci stanno attaccando davvero".

 

Dall’interno della loro casa, a circa 4 Km dal quartiere Santa Lucia, si potevano sentire le detonazioni.

 

Si buttò giù dal letto e corse fino alla vicina casa di suo fratello Andrés. Tutti e due salirono sul primo cavallo che trovarono a portata di mano e cavalcarono lungo l’infangato percorso che conduceva alla centrale elettrica, da dove giungeva il rumore degli spari.

 

Oggi, a poco più di 40 anni del criminale attentato terroristico orchestrato ed eseguito dalla CIA, i Rivera rivelano i particolari di quell’azione con la quale si volle lasciare senza elettricità tutto il territorio e paralizzare il processo produttivo della miniera di Matahambre.

 

"Quando arrivammo, ci dividemmo i compiti: Rodovaldo si dedicò a tentar di contenere la fuga di combustibile che usciva dai serbatoi perforati, io mi occupai di preparare la difesa. Gli spari erano cessati, ma non si sapeva cosa potesse ancora succedere. Le uniche armi delle quali disponevamo erano una carabina San Cristobal e una mitraglietta, che utilizzavamo nella guardia, ma tra l’una e l’altra non superavano i 20 proiettili", ricorda Andrés.

 

Aveva già posizionato due miliziani nei punti strategici quando un’altra raffica di mitragliatrice proveniente dal mare li costrinse a ripararsi in un declivio del terreno.

 

"Con alcuni cavicchi di legno sigillai gli orifizi dei serbatoi nei quali era immagazzinato il petrolio. E ci riuscimmo. Anche se si persero più di 12000 galloni, evitammo danni maggiori. Uno solo di quei serbatoi aveva una capacità di più di 475000 galloni", dice Rodovaldo.

 

I FATTI

 

Gli aggressori arrivarono su una zattera con motore fuoribordo, attraverso un canale aperto tra le rizofere che serviva per raffreddare il vapore emesso dall’impianto. A poca distanza della recinzione perimetrale, in una specie di isolotto di terra ferma, ad una distanza di non più di 50 metri dall’installazione, collocarono il loro poderoso armamento: bazooka, mitragliatrici e fucili automatici.

 

Fino all’ingresso del canale avevano viaggiato su un motoscafo veloce, distanziato da un bastimento dotato di artiglieria, rimasto a 4 o 5 miglia dalla costa. Dalla nave cominciò il bombardamento contro il centro abitato. Per fortuna non causò vittime perché i proiettili passarono al di sopra dei tetti e scoppiarono in una zona disabitata.

 

Della confusione che si venne a creare approfittò il gruppo infiltrato per lanciare una pioggia di piombo sulla termo-elettrica nella quale a quell’ora operavano soltanto quattro lavoratori più un altro che faceva la guardia. Si sarebbe verificato un massacro se il combustibile si fosse incendiato facendo esplodere i serbatoi.

 

Nonostante l’imminente pericolo, la popolazione non si intimorì. I fratelli Rivera ricordano che quasi tutti i lavoratori dell’impianto si presentarono immediatamente nel sito e, anche se disarmati, fecero fronte all’aggressore.

 

NON FU L’UNICO

 

I Rivera ricordano che questa non fu l’unica volta che dal territorio statunitense si attentò contro il giacimento di Matahambre e sottolineano il sabotaggio compiuto dagli agenti della CIA, collocando cariche esplosive nella funicolare che trasportava il minerale fino all’imbarcadero.

 

"Vennero situate in maniera da esplodere simultaneamente, una appena giunta all’imbuto dove si rovesciava il rame e l’altra nel concentratore. Coloro che lavoravano lì sarebbero state vittime sicure. Per fortuna, il lavoratore che si trovava accanto all’imbuto vide la bomba appoggiata ad uno dei carrelli e diede l’allarme. Questo permise di fermare la funicolare pochi metri prima che arrivasse al punto scelto per l’esplosione.

 

Gli esecutori di questo criminale misfatto furono catturati poco dopo da un contadino a Malas Aguas. Ma gli autori intellettuali continuano ad architettare aggressioni contro il nostro popolo dal territorio nordamericano.