19/05/2005
Il PASSO FALSO DEI
"DISSIDENTI" FILO STATUNITENSI A CUBA
di Mario Baldassarri e Sergio Cararo*
Venerdì 20
maggio a l'Avana si svolge "l'Assemblea per la promozione della società civile a
Cuba". Questa conferenza si va configurando come un clamoroso passo falso dei
settori più reazionari e filo statunitensi tra i gruppi anticastristi cubani,
tanto da provocare la dissociazione pubblica di diversi esponenti del
"dissenso".
I promotori di questa conferenza sono Renè de Jesus Gomez, Felix Antonio Bonne
Carcassès ma soprattutto Martha Beatriz Roque protagonista di alcuni fatti che
si stanno rivelando un vero e proprio boomerang e stanno provocando serissimi
problemi di credibilità dell'arcipelago che viene sbrigativamente definito come
"dissenso".
1) Martha Beatriz Roque, in una teleconferenza tenutasi significativamente
dentro l'Ufficio di Interessi USA a l'Avana e collegata con una commissione del
Congresso statunitense, ha dichiarato di appoggiare le misure di blocco
economico, commerciale e politico degli Stati Uniti contro Cuba, incluse le
recenti misure restrittive sulle rimesse degli amigrati cubani negli USA
introdotte dall'Amministrazione Bush. Come è noto, molti gruppi anticastristi si
sono sempre guardati bene dall'appoggiare il blocco USA contro Cuba e
soprattutto le ultime misure sulle rimesse degli emigranti. Infatti sia il
blocco che gli ultimi provvedimenti del governo USA colpiscono pesantemente e
soprattutto la popolazione cubana. In modo particolare le misure restrittive
sulle rimesse degli emigrati cubani negli USA sono state oggetto per la prima
volta, e piuttosto clamorosamente, di contestazioni e manifestazioni dei cubani
residenti a Miami e negli Stati Uniti.
2) L'altro boomerang - difficile sapere se si tratti di ingenuità o di arroganza
- è la fotografia che Martha Beatriz Roque si è fatta scattare dentro l'Ufficio
di Interessi USA all'Avana in cui sta votando in un seggio allestito per le
elezioni americane dichiarando di votare per Bush. Fino a prova contraria,
Martha Beatriz Roque è una cittadina cubana e la sua piena identificazione con
gli USA ha provocato una diffusa ostilità e biasimo non solo in una popolazione
- come quella cubana - piuttosto orgogliosa della propria sovranità ma anche
negli altri ambienti del "dissenso" che cercano disperatamente di separare la
propria immagine da quella di gruppi legati e finanziati dagli USA e dai gruppi
che mirano ad una annessione tout court di Cuba agli Stati Uniti sul modello
portoricano. A complicare questo vero e proprio scivolone è la notizia che
Martha Beatriz Roque percepisce un regolare stipendio dall'Ufficio degli
Interessi USA all'Avana ed ha ricevuto 130.000 dollari dagli USA per organizzare
l'Assemblea per la promozione della società civile a Cuba. Alla conferenza del
20 maggio si attendono 200 partecipanti...650 dollari a testa per una
conferenza, rischiano di rendere il finanziamento del "dissenso" un nuovo
parametro del PIL cubano ed una seria ipoteca su un possibile scenario di
"elezioni libere" inteso secondo la visione comunemente percepita.
3) Dalla Conferenza del 20 maggio, si sono pubblicamente e apertamente
dissociati noti esponenti del "dissenso" come Osvaldo Payà e Cuesta Morua.
Defilato anche il "decano" Elisardo Sanchez. Pur contrastati dalle autorità
cubane, questi esponenti godono di margini di agibilità nel paese per le loro
iniziative.
La dissociazione di questi esponenti è dovuta anche alle preoccupazioni sopra
accennate ma anche a motivi personali. La frammentazione, l'isolamento el'ostilità
della popolazione, hanno accentuato una esasperata competizione tra i vari
gruppi per accreditarsi come interlocutori credibili verso le organizzazioni
internazionali (Internazionale Socialista, Internazionale Democristiana etc.)
per potersi assicurare riconoscimenti, finanziamenti, appoggi.
Gli organizzatori dell'Assemblea del 20 maggio affermano che a Cuba esistono
"360 gruppi" di dissidenti. Una cifra impressionante ma anche poco credibile sia
perchè indicherebbe una dispersione che porta all'ultra minoritarismo e
all'isolamento sia perchè in più occasioni è emerso che molti gruppi sono
praticamente "unipersonali" e sfruttati esclusivamente come collettori dei
finanziamenti da parte USA.
L'Assemblea per la promozione della società civile a Cuba nasce quindi negli
ambienti più strettamente collegati all'amministrazione Bush. Questa iniziativa
viene infatti lanciata in Florida appena un mese dopo l'insediamento di Bush
alla Casa Bianca (il 24 febbraio) dopo le ultime elezioni presidenziali.
Tutti gli osservatori internazionali sanno quanto George Bush sia "in debito"
con la Florida. Adesso sanno anche che la più forte lobby della Florida (quella
cubano-americana) è passata subito all'incasso dei propri crediti. A complicare
il quadro c'è la vicenda dello stragista ( notoriamente addestrato dalla CIA)
Posada Carriles che gli Stati Uniti sono stati costretti ad arrestare a Miami
alla vigilia della Conferenza del 20 maggio. Una vicenda imbarazzante per la
Casa Bianca che adesso resta inchiodata dalla decisione da prendere sulla sua
estradizione in Venezuela che ne ha fatto specifica richiesta e nelle relazioni
con l'Italia visto che Posada Carriles è coinvolto nell'attentato ad un hotel
dell'Avana in cui venne ucciso un giovane turista italiano, Fabio Di Celmo.
A rendere infatti ancora più fragile "l'Assemblea per la promozione della
società civile a Cuba", sono i suoi sponsor a Miami. Per questa occasione, sono
venuti fuori i giornali, le televisioni e i circoli cubani di Miami più legati a
veri e propri gruppi terroristi come "Alpha 66", Presidio Politico Cubano,
Movimento Rivoluzionario 30 novembre "Frank Pais" notoriamente coinvolti in
attentati, incursioni armate sia sul territorio cubano che contro cubani
residenti a Miami. Si tratta dei gruppi paramilitari che da tempo lavorano per
la soluzione militare contro Cuba. "L'unica vera opzione è l'insurrezione armata
e la ribellione armata" hanno dichiarato al Diario de las Americas dello scorso
5 marzo. Questi gruppi sostengono esplicitamente uno scenario simile alla guerra
civile spagnola "con fiumi di sangue ed a cui la soluzione verrà data da chi è
esilio", cioè da loro.
Queste inquietanti caratteristiche dei protagonisti interni e nell'esilio della
Assemblea per la promozione della società civile a Cuba spiegano, almeno in
parte, l'isolamento lo scarsissimo appoggio internazionale all'iniziativa.
Oltre ovviamente all'amministrazione Bush ci sono i soliti Radicali italiani, un
gruppetto di deputati polacchi, un solitario liberale olandese ed un ancor più
solitario verde tedesco. I partiti maggiori del centro-destra come Forza Italia
e Alleanza Nazionale si sono limitati a inviare dei messaggi. Insieme a loro il
solitario "liberal" dei DS Morando (comprensibile il disagio dei DS che
appoggiano Cuesta Morua che si è dissociato dalla Conferenza del 20 maggio). Si
tratta di poca cosa per assicurare quella copertura internazionale che doveva
rappresentare il punto di forza della Assemblea per la promozione della società
civile a Cuba.
Infine, ma non per importanza, occorre chiedersi come mai l'amministrazione Bush
abbia deciso di giocare così maldestramente le sue carte contro Cuba.
Il passo falso rappresentato dall'Assemblea per la promozione della società
civile a Cuba rischia di ipotecare ogni ipotesi di transizione politica nel
paese. Sembrerebbe di essere in presenza di una escalation tesa sia a far
precipitare la situazione sia a tenere fuori da ogni possibile interlocuzione i
paesi dell'Unione Europea e i loro referenti interni a Cuba. Vista
oggettivamente, la conferenza del 20 maggio appare più come il tentativo di
costituire una "testa di ponte" dentro Cuba in previsione di un possibile
"fronte interno" che possa affiancare un intervento militare diretto degli USA.
Lo scenario sembra più simile alle "operazioni coperte " descritte negli
intriganti e inquietanti libri di James Ellroy ("America Tabloid, Sei pezzi da
mille") che ad un processo teso ad una transizione politica verso la democrazia.
Probabilmente il concetto di "esportazione della democrazia" concepito dai
neoconservatori statunitensi, europei ed italiani non riesce ad immaginare uno
scenario diverso da quello - orribile, illegale e tragico - messo in campo in
Iraq. Può succedere però che la resistenza dei popoli all'occupazione straniera
mandi a carte e quarantotto i progetti della Casa Bianca e dei loro sempre meno
numerosi fiancheggiatori europei.
Sostenere l'Assemblea per la promozione della società civile a Cuba non richiede
solo "il pelo sullo stomaco" ma denota anche un servilismo verso gli Stati Uniti
ed una miopia politica che non possono non far riflettere anche i nemici più
feroci del governo di Cuba.
* autori di "Cuba. Orgoglio e pregiudizi", edizioni Achab,
Verona |
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